With strength and vigor

Kent Kennan (1913 - 1° novembre 2003): Sonata per tromba e pianoforte (1956, rev. 1986). Raymond Mase, tromba; David Pearl, pianoforte.

  1. With strength and vigor
  2. Rather slowly and with freedom [6:12]
  3. Moderately fast, with energy [10:36]

4 pensieri riguardo “With strength and vigor

  1. Buongiorno, caro Claudio, grazie mille per aver condiviso questa meravigliosa sonata per tromba e pianoforte 😊

    Kennan scoprì il suo talento musicale fin da giovanissimo e subito iniziò a studiare pianoforte, per poi passare al flauto e all’organo. La sua istruzione formale, invece, inizia con lo studio dell’architettura all’Università del Michigan per poi terminare con lo studio della composizione e della teoria musicale presso la medesima istituzione e poi alla Eastman Schoof of Music (qui con Howard Hanson).

    A soli 23 anni, nel 1936, il compositore fu insignito del prestigioso Prix de Rome per una sua sinfonia e ciò gli permise di studiare per tre anni all’American Academy di Roma.

    Al termine dei suoi studi, Kennan insegnò brevemente alla Kent State University, dopodiché passò al College of Fine Arts dell’Università del Texas di Austin, istituzione dove rimase per circa quarant’anni, a eccezione di un biennio alla Ohio State University e del servizio militare.

    Durante il secondo conflitto mondiale, fu arruolato nel Corpo Aereo dell’Esercito degli Stati Uniti come bandista e, in seguito, come ufficiale di garanzia-direttore di banda. A questo periodo, risale il suo The Unknown Warrior (1944) per coro maschile non accompagnato, eseguito in prima assoluta per la First Lady Eleanor Roosevelt a Washington, D.C. nello stesso anno.

    Come compositore, la sua musica appartiene al tardo-romanticismo e al neoclassicismo e presenta influenze dei compositori Samuel Barber, Paul Hindemith e Igor Stravinsky.

    La sua produzione annovera opere orchestrali e cameristiche, ma anche pezzi per strumento solista, canzoni e musica corale.

    La sua opera più conosciuta è il pezzo Night Soliloquy (1936) per flauto solo, pianoforte e archi, suonato per anni dalle principali orchestre statunitensi. Sono noti, altresì, un Andante (1939) per oboe e orchestra e un Concertino (1946) per pianoforte.

    Meno conosciuti, ma altrettanto valevoli, sono due sonate per pianoforte (1936 e 1942, incompiute), i tre Preludi per pianoforte, la Sonata marina per violino e pianoforte (entrambi risalenti al 1939) e uno Scherzo, Aria e Fugato (1948) per oboe e pianoforte.

    Nel 1956, Kennan decise di rinunciare alla composizione in favore dell’insegnamento e della scrittura didattica, anche se negli anni successivi riuscì comunque a scrivere qualche lavoro cameristico.

    Oggi, il compositore è soprattutto ricordato per alcuni suoi testi didattici, come The Technique of Orchestration (1952) e Counterpoint (1959), punti fermi per gli studenti di musica americani, nonché per i loro docenti.

    Negli anni successivi, Kennan si dedicò anche alle trascrizioni, arrangiando la Sonata op. 94 di Prokofiev per clarinetto e pianoforte e la Sonata in La maggiore per violino e l’Intermezzo op. 118 n° 2 di Brahms per violoncello e pianoforte.

    Oltre che didatta e compositore, fu anche membro dell’American Society of Composers and Performers, della National Association of Composers e dell’American Association of University Professiors, nonché fondatore della First Unitarian Universalist Church di Austin e sostenitore accanito della stazione radiofonica classica di Austin.

    La sua Sonata per tromba e pianoforte, il suo pezzo più eseguito, fu presentata in prima assoluta nel 1956 all’incontro annuale della National Association of Schools of Music (NASM) da J. Frank Elsass, un collega di Kennan all’Università del Texas.

    I due si conobbero mentre Kennan era impegnato nella scrittura del pezzo e così Elsass, ex trombettista ed ex solista di cornetta, diede al suo amico alcuni consigli sulla scrittura della parte di tromba. In risposta, Kennan gli dedicò il pezzo, in segno di gratitudine per il suo aiuto.

    La sonata presenta influenze della musica di Hindemith e del suo ex insegnante Hanson. Il brano viene reputato difficile per il suo massiccio uso dell’armonia quartale, uno stile di scrittura raramente o per nulla insegnato agli studenti di tromba, neanche ai più avanzati. Per questo motivo, gli esecutori hanno avuto spesso difficoltà di esecuzione e si sono basati su incisioni preesistenti e sulle indicazioni presenti in partitura.

    Nel 1986, Kennan revisionò il pezzo, apportando “diverse sezioni di musica in metro misto per riflettere i raggruppamenti di accenti” e rendendo il lavoro molto più facile da eseguire. Tra l’altro, abbreviò il primo movimento e dilatò leggermente i tempi del primo e del terzo movimento, con l’intenzione di eguagliare il più possibile le parti dei due strumenti solisti e, di conseguenza, gli esecutori dovevano esserne consapevoli.

    Il primo movimento è in forma sonata, mentre il secondo e il terzo hanno, rispettivamente, la forma di canzone in tre parti e di rondò.

    Il primo movimento dà il tono a tutta la composizione, proprio come nelle composizioni del periodo classico. Similmente alla Sonate für Trompete und Klavier (1939) di Hindemith, gli intervalli di quarta e quinta giusta costituiscono l’ossatura del tema principale del movimento, ripetuto per tre volte di seguito con cambi di tonalità. Questo primo tema si caratterizza per la presenza di un motivo di fanfara, il quale sfocia in un motivo più biascicato in crome.

    Il secondo tema, più lirico e senza fanfara, è in tonalità minore ed è scritto in 4/4, anche se talvolta il pianoforte ha degli accenti che lo fanno sembrare in metro diverso. Questa parte presenta anche un breve tema di chiusura, seguito da un ritorno al tempo originale e gravitando attorno alla tonalità di Mi bemolle maggiore.

    Lo sviluppo inizia dopo una breve transizione dall’esposizione, con una parte di tromba a mo’ di cadenza che suona sul pedale in Si bemolle del pianoforte. Molto breve, questa parte si basa sul tema secondario e usa accenti per rendere più complicato da capire il metro a un primo ascolto.

    La ripresa presenta, invece, tutti i temi dell’esposizione, la maggior parte dei quali viene ripetuta esattamente, però trasposta di mezzo tono. Questa parte, a differenza dello schema classico, inizia con una dinamica morbida.

    La transizione alla coda, infine, è basata principalmente sul tema di transizione presente all’inizio del movimento. La coda inizia in tempo lento e con una fanfara di tromba suonata su un accordo di Do maggiore del pianoforte. Segue la ripresa del tema principale in una nuova tonalità e in tempo lento, diventando più lirico, per poi ritornare al tempo e allo stile originali. La conclusione è affidata a una fanfara di tromba in Mi bemolle maggiore.

    Il secondo movimento inizia con la parte del pianoforte costituita da un Sol che si estende per tre ottave. Il primo tema, suonato dalla tromba in sordina, riprende alcuni elementi del motivo principale del movimento precedente, muovendosi per quinte o quarte giuste e per toni. Il pianoforte accompagna questo motivo con progressioni di accordi tradizionali e, nei momenti in cui la tromba non suona o suona note lunghe, il pianoforte ha una parte più elaborata per mantenere la musica interessante.

    Il secondo tema è sempre affidato al pianoforte, con una linea di ostinato su un pedale di Re, seguito dalla tromba poco dopo, la quale introduce il motivo principale del primo movimento. Questa parte, a differenza delle successive, non viene suonata in sordina e anche se la melodia sembra suonare in Re minore, non si riesce a capire se la tonalità è maggiore o minore. Questo secondo tema, in parte, viene ripreso più avanti in un’altra tonalità. La conclusione è affidata a una coda in Do maggiore, con la tromba che suona il Sol in sordina fino alla fine, quando la sua linea risolve finalmente alla tonica.

    Il terzo movimento, infine, presenta un primo tema molto ritmico e staccato, sul quale si basa gran parte del brano. In questo movimento, compare spesso il motivo principale del primo movimento, ricco di metri misti e asimmetrici, caratteristici dello stile compositivo novecentesco.

    Il secondo tema, simile al primo, si basa su intervalli di terza e il pianoforte suona un ostinato sotto la melodia leggera e vivace della tromba. Segue il ritorno del primo tema trasposto di mezzo tono, con un cambiamento nell’accompagnamento pianistico. La conclusione è affidata a un ritardando che sfocia in una pausa.

    Il terzo tema, un corale in Sol, inizia in minore e termina in maggiore. Il tema è presente solo nella parte del pianoforte ed è l’unico che rimane centrato su una tonica in tutto il movimento. Segue un ritorno del primo tema, stavolta pesantemente stravolto e molto più breve, scritto tutto in 4/4, tranne una battuta in 3/4.

    Una transizione di quattro battute, basata sul motivo principale dell’intero brano, porta al secondo tema, ripreso abbassato di mezzo tono e leggermente più abbreviato. Segue un’ulteriore transizione che porta al terzo tema, nell’ambito del quale la linea del soprano del corale è affidata alla tromba, mentre le tre voci inferiori tacciono.

    L’ultima volta che il primo tema ritorna è in forma inverita, suonato dal pianoforte, mentre la tromba suona una melodia completamente diversa. Nel prosieguo, i due strumenti si scambiano i ruoli. La conclusione è affidata a una coda parzialmente basata sul motivo principale del primo movimento e con un ritmo modificato. Dopo vari cambi di tonalità (La bemolle – Fa – Re bemolle), vi è una cadenza conclusiva in Si bemolle. Analogamente al primo movimento, è impossibile stabilire se queste tonalità sono maggiori o minori.

    Ti auguro buona giornata, buon 1° novembre e a domani!

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  2. Sono in dubbio, perché conosco (e amo) poco la tromba. Dei tre movimenti del pezzo, preferisco il terzo, che, mi pare, a tratti ha un po’ l’andamento della marcetta. Grazie per avercelo proposto, per chi, come me, non lo conosceva è un arricchimento!

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