3 pensieri riguardo “Allegro ben moderato

  1. Buongiorno, caro Claudio, grazie mille di aver portato questo splendido quartetto 😊

    Compositore tedesco di origini ebraiche, Dessoff nacque nella famiglia di un commerciante di stoffe. Fin da piccolo, ebbe uno spiccato talento musicale, riconosciuto subito non solo dai suoi familiari, ma anche dal famoso compositore ungherese Franz Liszt, il quale non si esimette dal consigliare alla famiglia un’adeguata formazione musicale al piccolo.

    Fatto tesoro di questo consiglio, la famiglia procedette a iscrivere il giovane al Conservatorio di Lipsia (il conservatorio più antico della Germania), fondato nel 1843 dal compositore Felix Mendelssohn-Bartoldy e, all’epoca, considerato il migliore istituto musicale tedesco.

    Dessoff studiò presso l’istituto per tre anni (1851-1854), durante i quali ebbe modo di formarsi con i migliori insegnanti dell’epoca, come Moritz Hauptmann (composizione), Julius Rietz (strumentazione e direzione d’orchestra), Ignaz Moscheles e Louis Plaidy (pianoforte).

    Grazie al suo talento e all’appoggio del suo insegnante Hauptmann, il 16 novembre 1853 il giovane riuscì a far eseguire una sua sinfonia da parte dell’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia. L’esecuzione ebbe notevole successo e il giorno seguente ebbe modo di incontrare Johannes Brahms, il quale assistette all’evento e si congratulò per il suo talento. Da questo momento in avanti, i due strinsero una duratura amicizia e diedero avvio a una proficuo sodalizio artistico.

    Dopo aver terminato gli studi, Dessoff iniziò una soddisfacente carriera come direttore d’orchestra e il suo primo incarico fu all’Actien Theater di Chemnitz. Successivamente, fu direttore musicale di vari teatri ad Altenburg, Düsseldorf, Kassel, Aquisgrana e Magdeburgo.

    Nel 1860, invece, fu nominato direttore principale dell’Opera di Vienna e, sempre nello stesso anno, fu scelto anche come direttore d’orchestra “in abbonamento”, incarico mantenuto per ben quindici anni.

    Sotto la sua direzione, la Filarmonica di Vienna divenne un istituto dalla grande fama ed eccellenza, come ebbe modo di affermare in un suo articolo del 1908 il critico musicale, editore e biografo viennese Max Kalbeck, il quale lodò il lavoro svolto con “energia e senso dello scopo” di Dessoff.

    In particolare, il compositore procedette ad ampliare il repertorio e a introdurre nuovi e importanti principi di organizzazione in materia di archivi musicali e di procedure gestionali, nonché a trasferire l’orchestra in una nuova sede, ossia la sala del Musikverein di Vienna, la stessa di oggi.

    Durante la stagione 1870-1871, infatti, l’orchestra iniziò a esibirsi nella neonata Goldener Saal, all’interno del Musikverein, rivelandosi una sede ideale per le sue notevoli caratteristiche acustiche, le quali influenzarono positivamente lo stile esecutivo e il suono dell’orchestra.

    A partire dal 1861, Dessoff iniziò anche a insegnare composizione e basso continuo alla Gesellschaft der Musikfreunde, l’istituto precursore del Conservatorio di Vienna. Anche se compose fino ai primi anni ’60 del XIX secolo, abbandonò la composizione soltanto quando riuscì a lanciarsi come direttore d’orchestra.

    Durante la sua permanenza come direttore della Filarmonica di Vienna, Brahms affermò che era invitato a cena presso l’abitazione del compositore dopo ogni concerto domenicale, sostenendo anche che la signora Frederike, la moglie di Dessoff, era una cuoca eccezionale.

    Estromesso dal suo incarico a causa di un intrigo, riuscì subito a trovare un nuovo impiego come direttore presso la Badische Staatkapelle di Karlsruhe.

    Nell’ottobre del 1876, Brahms scrisse al suo grande amico, parlandogli del suo desiderio di fargli dirigere la prima esecuzione della sua Sinfonia n° 1, attesa trepidamente dalla critica e dal pubblico tedeschi. Nella lettera, scriveva che “È sempre stato un mio desiderio segreto e affettuoso ascoltare la cosa per la prima volta nella piccola città che ha un buon amico, un buon direttore e una buona orchestra”.

    Dessoff fu ovviamente felice di quest’onore e, il 4 novembre, ebbe luogo la prima, con la presenza di Brahms, il quale assistette anche alle prove.

    L’anno successivo, invece, il compositore fu nominato direttore del primo Festival Musicale di Saliburgo mentre, tre anni più tardi, divenne “Primo Kapellmeister” dell’Opera di Francoforte e inaugurò il neonato teatro d’opera il 20 ottobre, tenendo una rappresentazione del Don Giovanni di Mozart.

    Morì nel 1892 a Francoforte, all’età di soli 57 anni.

    Sua figlia Margarete fondò i Cori Dessoff quando lavorava come corista a New York, in occasione di una visita della sua famiglia.

    La sua produzione annovera per lo più musica cameristica, fra la quale si ricordano due quintetti (uno in Sol maggiore e uno in Mi maggiore), un quartetto (in Fa maggiore), diversi lieder e un libro corale. Da segnalare anche una produzione minore per pianoforte (pezzi caratteristici e sonate). Tutte questi pezzi sono stilisticamente basati principalmente sulla musica di Brahms.

    Considerato il maggiore direttore d’orchestra dell’epoca, Desoff non aderì mai rigorosamente alla scuola direttiva mendelssohniana, anche se trasse ispirazione da questa per il suo virtuosismo, la sua precisione tecnica e l’attenta cura dei dettagli.

    Va ricordata anche la sua grande influenza sullo sviluppo della Filarmonica di Vienna, la quale, grazie all’iniziativa del compositore, riuscì a essere posta su una base artistico-finanziaria sicura e stabile.

    Dopo l’ascesa del Partito Nazionalsocialista, la sua opera e la sua importanza storico-musicale si deteriorarono e, ben presto, egli venne dimenticato. Soltanto dopo la Seconda Guerra Mondiale, la sua figura e la sua produzione vennero rivalutate.

    Il suo Quartetto in Fa maggiore fu scritto, insieme ad altre opere, nel 1878, anno nel quale gli ritornò la voglia di comporre, dopo un lungo periodo di fermo.

    Nonostante il grande successo riscosso dalla composizione in occasione della sua prima esecuzione, Dessoff era ancora insicuro sul fatto che valesse la pena di pubblicarla e inviò la partitura del lavoro al suo amico Brahms, sollecitandogli un parere cristallino e offrendosi di dedicarglielo.

    Brahms gli rispose con parole di elogio, dicendogli che “… mi faresti un grande onore scrivendo il mio nome sopra il titolo del quartetto – se necessario, poi, ci prenderemo i colpi insieme se il pubblico non lo troverà di suo gradimento”.

    Sentendosi altamente gratificato, Dessoff replicò in modo libero e scherzoso, come amava spesso scrivere Brahms, affermando che “… sarete sollevato nel vedere il vostro nome sul frontespizio del quartetto conservato per i posteri. Quando la gente avrà dimenticato il suo Requiem tedesco, si dirà: ‘Brahms’? Ah sì, è a lui che è dedicata l’Op.7 di Dessoff!”

    Il primo movimento inizia con un primo tema di carattere gioioso, seguito da un secondo tema più meditativo, di sapore brahmsiano.

    Il secondo movimento, invece, è introdotto dal pizzicato degli archi all’unisono, i quali danno inizio a una cupa e quasi funerea marcia, musicalmente originale, subito seguita da un secondo tema di carattere più lirico e ottimista.

    Il terzo movimento, abbastanza breve, è strutturato nella forma di un valzer lento e brillante, con splendenti e sapienti accenni di constrasto, a mo’ di scherzo.

    L’ultimo movimento, infine, inizia con una brahmsiana melodia a cascata, procedendo lietamente verso il lieto fine.

    Sebbene si tratti solo della sua settima opera numerata, fu scritta da Dessoff all’età di quasi 40 anni e, nonostante la sua vitalità giovanile, la composizione mostra i tratti di un compositore molto maturo e competente, indici di una personalità musicale altamente sviluppata.

    Secondo la critica, “Questo quartetto dovrebbe essere suonato in concerto: il fatto che non lo sia stato può essere dovuto solo al fatto che in esso è infuso molto dello spirito e del suono di Brahms. Tuttavia, sarebbe sbagliato dire che questo lavoro è una mera imitazione, non è così. Il suono fresco e originale è certamente più lineare di quello di Brahms. Da raccomandare sia ai professionisti che ai dilettanti”.

    Buona giornata e a domani!

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