La superstizione porta sfortuna

Il pianista, matematico, filosofo, scrittore e prestigiatore statunitense Raymond Smullyan (1919 - 6 febbraio 2017) esegue il Preludio e Fuga in la minore BWV 543 di Johann Sebastian Bach nella trascrizione per pianoforte di Franz Liszt.
Smullyan, che all’epoca di questa interpretazione aveva all’incirca 88 anni, è l’autore del pensiero che dà il titolo al presente articolo; la frase era piaciuta molto anche a Umberto Eco, il quale la menzionò nel Pendolo di Foucault.

Bach-Liszt BWV 543

21 pensieri riguardo “La superstizione porta sfortuna

  1. Buonasera, caro Claudio, grazie mille per aver portato questa deliziosa perla bachiana, davvero una magistrale interpretazione quella di Smullyan. Mi sono molto emozionato alla fine del video, al momento dei ringraziamenti da parte del pianista, perché fa sempre molto piacere vedere persone così arzille a una veneranda età 😊

    Personalità davvero poliedrica (era anche un fervente taoista ed eccellente logico), Smullyan nacque a Far Rockaway, nel quartiere Queens di New York, in una famiglia di origini ebraiche. Suo padre, Isidore Smullyan, era un uomo d’affari mentre la madre, Rosina Freeman, era pittrice e attrice. Entrambi i suoi genitori erano appasionati di musica, in quanto il padre suonava il violino e la madre il pianoforte.

    L’ottimo clima musicale permise al precoce talento musicale del giovane di attecchire sempre di più e, fin dalla più tenera età, Smullyan ebbe la possibilità di assecondare questa sua inclinazione grazie a diverse lezioni di violino e di pianoforte con Grace Hofheimer. I suoi studi furono facilitati dal fatto che il giovane aveva un orecchio assoluto.

    Nel 1931, a soli dodici anni, fu insignito della medaglia d’oro al concorso pianistico della New York Music Week Association, ma già l’anno precedente era riuscito a vincere la medaglia d’argento.

    Dopo aver terminato le scuole elementari, Smullyan proseguì gli studi alla Theodore Roosevelt High School nel Bronx, dove continuò a studiare violino e pianoforte, mostrando una netta preferenza per quest’ultimo strumento musicale.

    Sempre presso l’istituto, il giovane si innamorò profondamente della matematica, quando iniziò a seguire un corso di geometria. Il suo interesse verso le discipline scientifiche non fu recente, ma sbocciò all’età di cinque anni, quando ebbe modo di avvicinarsi alla logica matematica.

    A eccezione delle lezioni di geometria, fisica e chimica, Smullyan non rimase soddisfatto dell’offerta formativa dell’istituto e, poco dopo tempo, lo abbandonò.

    Questo contrattempo formativo non gli impedì di studiare da autodidatta diverse branche della matematica, come la geometria analitica, l’analisi matematica e la moderna algebra superiore, in particolare la teoria dei gruppi e la teoria di Galois.

    Piccola digressione matematica: la teoria dei gruppi è quel ramo della matematica che si occupa dello studio dei gruppi, strutture algebriche dotate di un’operazione binaria associativa (moltiplicazione), di elemento neutro (il numero 1) e di elemento inverso (il reciproco di un numero). La teoria di Galois, invece, descrive come le soluzioni di una data equazione polinomiale sono collegate fra loro, usando i gruppi simmetrici, ossia particolari tipi di gruppi formati da combinazioni diverse degli elementi che ne fanno parte.

    Nel corso dei suoi studi, il giovane riuscì a scoprire in modo indipendente un importante concetto della moderna algebra astratta, ossia gli anelli booleani, anelli unitari costituiti solamente da elementi idempotenti. L’idempotenza è una proprietà delle funzioni matematiche per la quale, applicando diverse volte una data funzione, si ottiene un risultato uguale a quello ottenibile dalla applicazione della funzione una sola volta.

    Altra digressione matematica: per anello si intende una struttura algebrica composta da un insieme sul quale sono definite due operazioni binarie (somma e prodotto), dotata di elemento nullo (il numero 0) e di elemento opposto (il numero -a). L’esistenza dell’elemento neutro (il numero 1) permette di definire un anello unitario.

    Dopo diverse esperienze di studio in ambito musicale e matematico presso la Pacific University, il Reed College, la California University e la Wisconsin-Madison University, il giovane si trasferì presso la Chicago University, dove si laureò in matematica.

    Durante i suoi studi, si dilettò nella composizione di problemi scacchistici e nell’imparare la magia, iniziando anche a lavorare come prestigiatore e come insegnante di pianoforte alla Roosevelt University.

    Durante la sua permanenza a Chicago, Smullyan ebbe modo di approfondire la logica matematica con i filosofi Rudolf Carnap e Willard Van Orman Quine. Come risultato di questi studi, scrisse due tesi, una intitolata Linguaggi in cui è possibile l’autoreferenza (1957) e l’altra, invece, divenne un capitolo del suo futuro libro Teoria dei sistemi formali (1961).

    In questi anni, il giovane riuscì anche a insegnare matematica per due anni presso il Dartmouth College e, in parallelo, ottenne anche il dottorato in matematica all’Università di Princeton nel 1959, con la sua tesi Teoria dei sistemi formali, scritta sotto la supervisione del famoso logico e matematico Alonzo Church e pubblicata in forma di libro due anni più tardi.

    Dopo il dottorato, Smullyan insegnò matematica e filosofia presso diverse università americane. Nel tempo libero, si dedicò all’astronomia, avvalendosi di un telescopio riflettente da sei pollici del quale rettificò lo specchio.

    Tra i suoi numerosi interessi, il nostro fu anche un importante scrittore, autore di molti libri sulla matematica e sulla logica ricreativa, fra i quali si ricordano Qual è il nome di questo libro? e A Beginner’s Further Guide to Mathematical Logic.

    Oltre a scrivere di logica, Smullyan scrisse anche vari libri sulla filosofia taoista, una filosofia che, a suo dire, risolveva ordinatamente molti o tutti i problemi filosofici tradizionali, integrando matematica, logica e filosofia in un sistema coeso.

    Fu anche autore di due opere autobiografiche, Some Interesting Memories: A Paradoxical Life e Reflections: The Magic, Music and Mathematics of Raymond Smullyan.

    Come pianista, infine, Smullyan pubblicò varie registrazioni di diversi pezzi per tastiera e pianoforte, in particolare di compositori come Bach, Scarlatti e Schubert.

    Il Preludio e Fuga in La minore BWV 543 fu composto da Bach durante il suo servizio come organista alla corte del duca di Saxe-Weimar.

    Del preludio, esistono due versioni, entrambe risalenti allo stesso periodo, la prima delle quali (BWV 543a) più breve e più antica. Le differenze tra le due versioni sono piuttosto marginali e consistono principalmente nella presenza di semicrome discendenti ad accordi spezzati con alterazioni.

    Secondo il musicologo Peter Williams, invece, le ultime tre battute della fuga costituiscono un’esatta parafrasi armonica di alcune parti del vivaldiano Concerto per doppio violino in La minore, op. 3 n° 8 RV 522, arrangiato da Bach stesso per organo tra il 1714 e il 1716 e contrassegnato dal numero d’opus BWV 593.

    In general, il pezzo si rifà alla tradizione tedesca settentrionale, presentando elementi tipici della scuola di Buxtehude, come i passaggi solistici all’inizio e i passaggi in semicrome con contrappunti nascosti a 2 o 3 parti nei manuali e nei pedali, nonché i passaggi virtuosistici in biscrome con trilli cadenzali. Le biscrome, insieme alle semicrome, si ritrovano spesso in tutto il pezzo.

    Oltre che da Liszt, questo pezzo fu arrangiato per pianoforte anche dai compositori Fanny, Rebecka e Felix Mendelssohn, Max Reger, Simon Sechter, Carl Voigt e Franz Xaver Gleichauf, in versione per due pianoforte o per pianoforte a quattro mani.

    Buonanotte e a domani!

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  2. (Mi scuso per la successione pignola puntualizzazione, ma la matematica è stata il mio mestiere per più di quarant’anni). A rigore, S. non fu un vero matematico, nel senso di ricercatore e scopritore di teoremi, ma un divulgatore, cultore della matematica divulgativa (leggere Wiki per trovare i suoi divertenti rompicapo). Ad ogni modo, musica e matematica sono sicuramente sorelle. Notevole l’agilita’ e la tecnica pianistica che, a quell’età, dimostra ancora.

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