
Johann Sebastian Bach (31 marzo 1685 - 1750): «Schafe können sicher weiden», aria (n. 9) dalla cantata profana Was mir behagt, ist nur die muntre Jagd BWV 208 (1713), trascrizione per pianoforte di Egon Petri (1881 - 1962). Julia Rinderle.

Johann Sebastian Bach (31 marzo 1685 - 1750): «Schafe können sicher weiden», aria (n. 9) dalla cantata profana Was mir behagt, ist nur die muntre Jagd BWV 208 (1713), trascrizione per pianoforte di Egon Petri (1881 - 1962). Julia Rinderle.
❤
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🙂
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Buongiorno. I Peanuts sono sempre graditi.
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Bene 🙂
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Buongiorno e buon inizio di settimana, caro Claudio, grazie mille di aver portato questa stupenda aria bachiana, un’interpretazione davvero ottima! 😊
Quest’aria, nella sua versione originale, fu scritta su testo del poeta tedesco Salomon Franck per un soprano accompagnato da due flauti dolci e dal basso continuo, a differenza degli altri numeri della cantata che prevedono un organico barocco completo.
Con la “Bach Renaissance” avvenuta nel XIX secolo, il pezzo fu arrangiato per altri strumenti, come pianoforte (Mary Howe e Egon Petri), pianoforte a 4 mani (Duo Petrof e Lang Lang-Gina Redlinger), sintetizzatore moog (Wendy Carlos), orchestra e banda (Percy Grainger) e orchestra d’archi (Granville Bantock). Esiste anche una versione orchestrale di William Walton, parte della musica per il balletto The Wise Virgins, ispirato alla biblica Parabola delle dieci vergini.
Il suo titolo si traduce letteralmente come “Le pecore possano pascolare in sicurezza”, mentre il titolo della cantata alla quale appartiene viene tradotto con “Ciò che mi rallegra è solo la vivace caccia”. La cantata in questione, tra l’altro, è conosciuta popolarmente anche come Cantata della caccia.
Nonostante il suo tema “rustico”, quest’opera viene spesso suonata ai matrimoni, anche se in origine fu scritta per la festa di compleanno di Ernst August di Sassonia-Weimar e di suo cugino Christian di Sassaonia-Weissenfels. All’epoca, Bach risiedeva nella vicina corte di Weimar e sembra che i musicisti di entrambe le corti dei festeggiati si siano riuniti per la prima esecuzione della cantata a Weißenfels.
È noto che Bach abbia impiegato la musica di questo pezzo per altre celebrazioni, anche se lo stesso rimase inedito fino alla morte del famoso compositore tedesco.
L’aria è anche nota nella sua versione inglese, con il titolo Sheep may safely graze, venendo spesso menzionata nelle discussioni su come la cultura europea raffiguri particolarmente le pecore e gli animali domestici.
I versi di Franck sono dati alla divinità dei pastori, delle greggi e del bestiame Pale, la quale confronta la vita pacifica delle pecore sotto un pastore vigile e buono con gli abitanti di uno stato governato da un saggio ed equilibrato sovrano.
Buona giornata e a domani!
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E già, Ernesto Augusto di Sassonia-Weimar che con le sue stravaganze e le spese pazze contribuì a mandare in rovina il ducato. Non so se tu abbia avuto occasione di visitare il Castello di Dornburg, davvero bizzarro.
Grazie, Pierfrancesco. Buona serata e a domani 🙂
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No, mai 🙂
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Il Duca fu proprio un ottimo rappresentante dell’immagine del tipico principe barocco, ma le sue stravaganze contribuirono solo parzialmente a rovinare finanziariamente il ducato. Quelli che causarono maggiori danni furono i problemi mentali di Ernesto Augusto, per colpa dei quali egli arrestò alcuni dei suoi migliori amici senza un valido motivo, liberandoli solo dopo che questi rinunciarono alle loro ricchezze in suo favore.
Molte di queste vittime, però, non subirono passivamente, ma si rivolsero alla Corte di Vienna o alla Corte d’Appello Imperiale di Wetzlar e ciò portò il duca a perdere gran parte dei processi aperti nei suoi confronti, con ingenti esborsi per le spese legali e una vera e propria bancarotta per il ducato.
Accanto ai suoi costosi vezzi (un enorme esercito spoporzionato alle dimensioni e alle capacità finanziarie del ducato, numerosi animali da caccia – ben 1100 cani e 373 cavalli! – e, infine, un vero e proprio “harem” con due “dame d’onore” e tre “dame di stanza” pronte a soddisfare ogni suo capriccio), Ernesto Augusto coltivò una grande passione per l’architettura.
Anche se questa contribuì ad amplificare il dissesto finanziario dello stato, permise di erigere interi quartieri a Kleinode, di costruire il piccolo Castello di Belvedere di Weimar con il proprio serraglio e le proprie orangerie, nonché il castello rococò di Dornburg an der Saale, tra le più stravaganti residenze possedute dal Duca.
Buona serata e a domani!
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Beautiful. 👏👏👏
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Ciao! Ti chiederei un parere sulle Variazioni di Goldberg, se posso.
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Ciao! Certo che puoi, però dovrai accontentarti di una risposta banale: la mia opinione è che le Variazioni Goldberg siano un capolavoro assoluto, una delle pia alte vette dell’arte musicale. Tu che cosa ne pensi?
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Io purtroppo non le conosco e dovrò sicuramente approfondire.
Ti avevo infatti citato proprio per capirne di più a proposito di Queneau che ne ha tratto ispirazione.
GRAZIE!
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Fra pochi giorni proporrò in questo blog un’interpretazione alquanto insolita delle Goldberg e darò modo al mio giovane collaboratore Pierfrancesco di approfondire l’argomento. Resta connesso 😉
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GRAZIE!!
Seguirò con interesse.
Sono Claudia, piacere.
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Molto lieto 🙂
L’articolo con le Goldberg uscirà il 7 giugno. Ciao!
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GRAZIE davvero di cuore!
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Ma di nulla, per me è un piacere 🙂
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