Dolore indicibile

Ludwig Senfl (1486 - 1543): Unsäglich Schmerz, Lied. Tore Tom Denys, tenore; Ensemble La Caccia, dir. Patrick Denecker.

Unsäglich Schmerz
empfind’t mein Herz
versehrt an allen Enden.
Ich fürcht’ es wöll’
mir Ungefäll
mein Freud’ auf Erden wenden.
Durch Scheidens Fall
Seufzen ohn’ Zahl
wird ich zu allen Stunden
bedenken das, wie es vor was:
tuet mein Gmüet verwunden, verwunden.

Rat zue Gelück
der Sorgen Strick
nimm weg und tue verhüeten
mit Freuden die
der ich mich nie
zue sehen an mocht nieten
daß ihrer Ehr’
durch Weges Fähr’
beschehe kein Verletzen.
Elend bleib ich
und mein als mich
auf Erd’ ihr’r mag ergetzen.

Stät Leid und Klag
wird mir kein Tag
mein Leben lang verlassen.
Oft wünschen mir,
daß ich von ihr
nie hätt’ erkennt dermaßen
schön Zucht und Bärd’
kein Sach auf Erd’
bringt mir solichen Schmerzen.
Treulich ohn’ List
bleibt sie und ist
der halb’ Teil meines Herzen.

7 pensieri riguardo “Dolore indicibile

  1. Buongiorno, caro Claudio, grazie mille di aver condiviso questo malinconico lied, un’interpretazione davvero magistrale ed espressiva! ☺️

    Senfl viene oggi ricordato per il suo notevole contributo allo sviluppo dello stile polifonico franco-fiammingo e, insieme al suo maestro Heinrich Isaac, giocò anche un ruolo fondamentale nello sviluppo del Lied tedesco e nella sua adozione come modello di base per la scrittura polifonica.

    Nato a Basilea o a Zurigo, fin da giovanissimo entrò a far parte della Hofkapelle dell’imperatore Massimiliano I ad Augusta, dove apprese l’arte del canto, della composizione e della copiatura con Heinrich Isaac.

    Tra il 1500 e il 1504 (ma, più probabilmente, verso il 1504-1507, durante la muta della voce), seguendo la prassi diffusa per i ragazzi del coro di studiare all’estero, Senfl potrebbe essersi recato a Vienna per studiare presso l’ateneo locale, anche se il suo nome non compare nei registri universitari. In ogni caso, iniziò a lavorare come copista per Isaac almeno dal 1509, copiando gran parte dell’enorme opera del suo maestro, il Choralis Constantinus, terminato dopo la morte di Isaac (1517).

    Tra il 1507 e il 1509, insieme al suo maestro e agli altri membri della cappella, egli soggiornò a Costanza in occasione della Dieta Imperiale. Il suo nome apparve per la prima nei documenti della corte asburgica nel 1508, nei quali viene menzionato “Clericus Constanciensis”, attestando il suo stato clericale presso la diocesi di Costanza.

    Si ritiene anche che, tra il 1508 e il 1510, Senfl abbia soggiornato nel nostro paese e che, alla fine del 1513, abbia accompagnato il cancelliere imperiale, Cardinale Matthäus Lang von Wellenburg in occasione della missione di obbedienza a Papa Leone X. In entrambi i casi, però, mancano prove documentali concrete.

    Nonostante il compositore non sia mai stato nominato ufficialmente compositore di corte (nei registri figurava solo contralista), a partire dal 1512 fu nominato responsabile della produzione compositiva di corte dopo il congedo del suo maestro.

    Ciò è corroborato da lui stesso, nel definirsi “Componist […] nach Ysaacs abgang” (Compositore dopo la morte di Isaac) in una lettera di supplica al re Ferdinando I (1530) mentre, un anno più tardi, si definì “successore di Heinrich Isaac” sul frontespizio del suo Opus musicum.

    Dall’estate del 1516 circa fino all’autunno del 1518, invece, fu ad Augusta per la Dieta Imperiale e, durante questo periodo, subì un grave incidente di caccia che gli costò l’amputazione di alcune dita dei piedi, rendendolo inabile per quasi un anno. Nonostante tutto, sostituì il suo maestro come cantore e copista.

    Dopo lo scioglimento della cappella di corte (1520), Senfl entrò in un periodo di incertezza e non riuscì più a essere pagato per le sue prestazioni. Nonostante ciò, rimase ad Augusta per curare la pubblicazione della prima raccolta tedesca stampata di mottetti, il Liber selectarum cantionum (1520), dedicata al cardinale von Wellenburg. Questa collezione conteneva l’intero repertorio della cappella imperiale, includendo opere proprie (come il canone enigmatico Salve sancta parens) e diversi mottetti di compositori franco-fiamminghi.

    Successivamente, egli intraprese diversi viaggi, recandosi anche a Worms per la Dieta del 1521 e componendo vari Lieder in occasione di diverse nozze reali, alcuni basati su acrostici. Questo indicava che il compositore stesse cercando attivamente un nuovo impiego.

    Nel 1523, Senfl riuscì a entrare insieme ad alcuni suoi ex colleghi al servizio del duca Guglielmo IV di Baviera a Monaco, ottenendo l’incarico di compositore di corte (“Musicus intonator o Music primarius”). Rimase qui per vent’anni, occupando della realizzazione di un repertorio musicale per la cappella, come testimonia il vasto complesso di libri corali conservati negli archivi.

    A partire dagli anni ’20 del Cinquecento, Senfl coltivò contatti con importanti figure della Riforma, come il duca Alberto di Prussia, per il quale compose diversi Lieder e mottetti. Ebbe anche contatti con Lutero e con l’organista della famiglia Fugger, Bernhart Rem. Nonostante tutte queste attività, Senfl rimase sempre legato al cattolicesimo e alla corte monegasca.

    Già nel 1540, dalla corrispondenza con il duca Alberto, si viene a sapere che il compositore era malato, morendo soli tre anni più tardi.

    La vasta produzione compositiva di Senfl annovera composizioni in tutti i generi dell’epoca, includendo messe, mottetti, mottetti vespertini, un ciclo di Magnificat in otto opere, diversi Lieder, odi e vari pezzi strumentali. I Lieder (più di 250 pezzi), le sue composizioni del Proprio per la Messa, la Liturgia delle Ore (circa 80 cicli superstiti) e i mottetti (circa 140 brani) costituiscono la parte principale della sua opera.

    La sua musica liturgica, in particolare, è legata al corale gregoriano e segue le convenzioni compositive dell’epoca, basandosi su un cantus firmus preesistente e su testi in lingua latina. A volte, in questi lavori si ritrova l’uso dell’isoritmia e una preferenza spiccatamente tedesca per la cantabilità delle linee melodiche, anche in terze e seste parallele.

    Nei mottetti, invece, Senfl si orienta verso la musica dei compositori franco-fiamminghi, impiegando abilmente tecniche compositive costruttive, un’espressiva qualità declamatoria e un collegamento variato dei temi. Un ottimo e famoso esempio è il mottetto De profundis clamavi ad te Domine (“Dal profondo a te grido, o Signore”).

    Il compositore fu anche autore di una Missa dominicalis L’homme armé, forse scritta per la visita dell’imperatore Carlo V a Monaco nel 1530. Con quest’opera, Senfl si inserì nella tradizione delle messe basate sulla melodia rinascimentale omonima. Scrisse anche una messa parodia basata sul suo mottetto omonimo, la Missa super Nisi dominus.

    In ambito profano, Senfl fu autore di oltre 250 Lieder in lingua tedesca, spesso basati su una melodia nella voce di tenore (Tenorlied). In essi, domina il tema amoroso in numerose sfaccettature, accanto a lamenti sul destino del mondo, sulla fortuna e sulla sfortuna, sulla convivialità e sulla satira. Scrisse anche vari Lieder spirituali, in parte commissionatigli dal duca Alberto.

    I Lieder si basano sia su strutture molto semplici con un cantus firmus sia su veri e propri tour de force contrappuntistici, come canoni elaborati e quodlibet.

    Su suggerimento dell’umanista Simon Minervius, Senfl musicò diverse odi classiche e letterarie, incluse quelle del poeta latino Orazio. Questi pezzi omofonici a 4 voci fungevano da sussidio all’apprendimento, all’esercizio dei testi e, soprattutto, dei metri poetici antichi.

    Nessun predecessore o contemporaneo del compositore lasciò una così ampia produzione liederistica polifonica in lingua tedesca. Gli oltre 250 pezzi in questo ambito, ben realizzati, rappresentano un notevole contributo al genere del Lied tenorile tedesco e il fatto che intavolature di questi lavori fossero ancora stampate a fine secolo dimostra la loro duratura popolarità nelle aree di lingua tedesca.

    Altri modi con i quali Senfl contribuì allo sviluppo musicale in Germania furono l’attività editoriale (con la quale pose le basi per la ricezione dell’opera di Josquin) e l’uso di tendenze internazionali nell’attività compositiva (con il quale stabilì nuovi standard di scrittura musicale).

    Il suo Unsäglich Schmerz entpfindt mein hertz (“Il mio cuore sente un dolore indicibile”) è un ottimo esempio di Tenorlied, un genere nel quale una melodia preesistente o nuova è posta al Tenore, supportata da altre voci polifoniche od omofoniche.

    Il testo è una poesia in antico tedesco, composta da sei strofe di quattro versi ciascuna. Si tratta, nello specifico, di un lamento amoroso che esprime un dolore indicibile, la paura che la gioia terrena finisca, il tormento della separazione e la sensazione di abbandono. Il linguaggio è diretto e sentito.

    Il pezzo si basa su una struttura strofica, con la musica ripetuta per ciascuna strofa al fine di risaltare la poesia, permettendo all’ascoltatore di concentrarsi sul testo e mantenendo una certa unità musicale. Ogni strofa si compone di due frasi principali, corrispondenti all’incirca a due versi ciascuna.

    La voce di tenore presenta un timbro chiaro, controllato e ben proiettato ed è sostenuta armonicamente e ritmicamente dal liuto, mentre la viola da gamba suona le linee vocali più basse e aggiunge profondità armonica.

    La melodia vocale, dominante ed espressiva, è prevalentemente sillabica, un’espediente tipico del genere Liederistico e volto a garantire la comprensione del testo. Essa segue in gran parte un andamento per gradi congiunti o per piccoli salti. Questi ultimi diventano più ampi e melodicamente significativi in corrispondenza di parole chiave, come “Unsäglich”.

    L’espressività melodica trasmette adeguatamente il sentimento di dolore e di lamento attraverso l’uso di intervalli discendenti, l’enfasi su parole emotive attraverso piccole variazioni ritmiche o intervalli melodici mirati e l’impiego di una tessitura nel registro medio-alto della voce maschile, contribuendo a un senso di tensione o intensità trattenuta.

    Il pezzo presenta come centro tonale Sol minore e si basa su un’armonia tipica del Rinascimento, in gran parte consonante e basata su terze, seste, quarte e quinte. Eventuali dissonanze (ritardi, note di volta, note di passaggio) sono preparate e risolte gradualmente e contribuiscono all’espressività generale. La progressione armonica è semplice e chiara e le cadenze (principalmente perfette e sospese) sono distinte e ben definite.

    La tessitura, prevalentemente omofonica, vede le varie voci muoversi ritmicamente e armonicamente insieme al Tenore, garantendo la massima intellegibilità testuale. Vi è una sottile interazione contrappuntistica tra le linee inferiori, ma nel complesso la tessitura è nettamente orientata a risaltare la voce principale.

    Il metro del brano è 4/4 e il ritmo è piuttosto scorrevole e flessibile, adattandosi alla naturale declamazione del testo poetico. Si può, infine, notare l’impiego di un’ampia gamma di figurazioni ritmiche (semibrevi, minime, semiminime e crome).

    Buona giornata e a domani!

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