Daphne Oram (31 dicembre 1925 - 2003): Pulse Persephone per Oramics Machine, composto per la mostra Treasures of the Commonwealth allestita nella Royal Academy of Arts di Londra (1965).
Inventato da Daphne Oram, l’Oramics Machine è uno strumento elettronico che elabora immagini disegnate su pellicola cinematografica da 35mm convertendole in suoni.
L’approfondimento
di Pierfrancesco Di Vanni
Daphne Oram e la musica elettronica
Daphne Blake Oram è stata una compositrice britannica, figura centrale e pionieristica nella storia della musica elettronica nel Regno Unito. È stata una delle prime compositrici a sperimentare il suono elettronico e una delle prime praticanti della musica concreta nel suo Paese.
Cofondatrice del BBC Radiophonic Workshop, diede impulso alle innovazioni sia nel campo della composizione sia in quello della costruzione di strumenti. Fu la prima donna a fondare e dirigere uno studio di musica elettronica personale e la prima a progettare e costruire uno strumento musicale elettronico. Il suo lavoro (non accreditato) sulla colonna sonora del film The Innocents (1961) contribuì ad aprire la strada al medium elettronico nell’ambito della musica per film.
La sua formazione musicale, che includeva lo studio della composizione, dell’organo e del pianoforte, fu completata presso la Sherborne School for Girls. Nel 1942 rifiutò un posto al Royal College of Music per iniziare a lavorare come ingegnere del suono e “bilanciatrice musicale” alla BBC.
La carriera alla BBC e la nascita di un laboratorio storico
Presso la BBC, Oram iniziò a dedicarsi alla sperimentazione del suono, manipolando i registratori a nastro – tagliando, giuntando, riproducendo all’indietro o alterando la velocità – spesso lavorando dopo l’orario. Negli anni Quaranta, compose Still Point, un’opera considerata da molti la prima composizione in assoluto a combinare orchestrazione acustica con manipolazione elettronica dal vivo. Respinta dalla BBC, è stata eseguita per la prima volta solo 70 anni dopo, nel 2016. Nel 1957 creò invece la prima colonna sonora interamente elettronica nella storia della BBC per l’opera teatrale Amphitryon 38, utilizzando un oscillatore a onda sinusoidale e filtri auto-progettati. A causa della crescente domanda di suoni elettronici per i programmi BBC, Oram e il collega Desmond Briscoe ottennero un finanziamento per fondare il BBC Radiophonic Workshop all’inizio del 1958. Oram fu la prima studio manager, creando effetti sonori per produzioni come la miniserie tv di fantascienza Quatermass and the Pit e la commedia radiofonica The Goon Show. Tuttavia, insoddisfatta del rifiuto dell’emittente di portare la composizione elettronica in primo piano, la compositrice si dimise meno di un anno dopo l’apertura del Workshop per perseguire le proprie ricerche in modo indipendente.
Oramics: la tecnica del suono grafico
Nel 1959, Oram fondò gli Oramics Studios for Electronic Composition nel Kent. Qui sviluppò la sua invenzione più celebre: la tecnica Oramics. Si tratta di una tecnica di suono grafico che permette di disegnare forme e parametri del suono direttamente su pellicola da 35 mm. Queste incisioni vengono lette da fotocellule e convertite in suono, consentendo al compositore di controllare ogni sfumatura di intonazione e timbro attraverso la forma scritta. Inizialmente finanziato grazie a sovvenzioni della Fondazione Calouste Gulbenkian, il sistema fu utilizzato per lavori commerciali (film come Dr. No del 1962 e installazioni), ma Oram orientò progressivamente il progetto verso una ricerca filosofica più profonda, definita “Oramics mistica”, focalizzata sulle relazioni tra i parametri sonori, il comportamento non lineare dell’orecchio umano e la percezione cerebrale.
Eredità e opere teoriche
Oram ha lasciato un segno non solo nella composizione ma anche nella teoria musicale e filosofica. Il suo libro An Individual Note of Music, Sound and Electronics (1971) esplora l’acustica, la storia e le tecniche della musica elettronica da una prospettiva filosofica. L’incompiuto The Sound of the Past – A Resonating Speculation propone invece una teoria secondo cui antichi siti neolitici, come Stonehenge e la Grande Piramide di Giza, sarebbero stati usati come risonatori acustici, suggerendo che le civiltà antiche possedessero una profonda conoscenza delle proprietà del suono. Dopo la sua morte nel 2003, l’archivio di Oram è stato acquisito dalla Goldsmiths University of London, dove continua a essere fonte di ricerca. Il suo lavoro ha aperto la strada a musiciste come Delia Derbyshire (compositrice del tema originale di Doctor Who). In onore del suo contributo, sono stati istituiti gli Oram Awards, che celebrano ogni anno artiste emergenti nei campi della musica, del suono e delle tecnologie correlate. Nel 2019, la Canterbury Christ Church University ha infine inaugurato il Daphne Oram Creative Arts Building.
Pulse Persephone
Esempio paradigmatico della musica elettronica d’avanguardia britannica degli anni ’60, il brano è incentrato sulla manipolazione timbrica, la modulazione della frequenza e l’esplorazione di strutture non convenzionali. Il titolo suggerisce un dualismo: la parola pulse (impulso) evoca il ritmo meccanico e la natura elettronica della produzione sonora, mentre Persephone richiama il mito classico, probabilmente alludendo a cicli (morte e rinascita o, in questo contesto, la natura ciclica dei loop e delle oscillazioni elettroniche). La composizione, realizzata con l’Oramics Machine, è un chiaro manifesto delle possibilità timbriche e strutturali offerte dalla manipolazione elettronica, discostandosi radicalmente dalla strumentazione orchestrale tradizionale.
La struttura è modulare e discontinua, tipica della musica elettroacustica del periodo, ma è tenuta insieme da un elemento coesivo fondamentale: un impulso ritmico di frequenza estremamente bassa e profonda, quasi un battito cardiaco meccanico o una vibrazione tellurica.
L’apertura è dominata da questo basso pulsante e ripetitivo, che stabilisce immediatamente un’atmosfera grave e meditativa, ma anche industriale. La trama si arricchisce presto con l’introduzione di suoni metallici secchi e acuti, spesso caratterizzati da rapidi glissandi ascendenti e discendenti che conferiscono al suono una qualità cinetica e quasi violenta. Il contrasto tra il basso costante e i picchi metallici acuti crea una tensione continua.
Subentrano poi toni puri ad alta frequenza (simili a onde sinusoidali) che oscillano lentamente in altezza, quasi un vibrato elettronico fantasma. Questi elementi, più melodici in senso tonale ma estremamente distorti nella forma d’onda, si alternano a brevi ma intensi transienti percussivi, che simulano campane risonanti o impatti profondi. Si nota un picco di intensità e rumore, dove la trama sonora diventa più granulare e abrasiva, ricca di filtraggi veloci che agiscono come chirps elettronici o squelch.
Un momento di particolare interesse compositivo avviene quando emerge un suono di “raschiamento” o frizione (un glissando di rumore bianco o filtrato) che decelera in modo evidente, come un nastro che viene rallentato drasticamente fino a fermarsi. Questo gesto è altamente drammatico e mette in luce l’uso dello strumento per manipolare non solo la frequenza, ma anche la velocità temporale e il contenuto armonico del suono. La sezione si risolve in un ritorno a tonalità cupe e lunghe risonanze.
Il timbro è un catalogo di suoni artificiali e manipolati, esplorando l’estetica del rumore e delle onde non armoniche. L’impulso è un’onda sonora di base, ricca e profonda, che funge da bordone ritmico e strutturale, mentre l’uso di frequenze acute, caratterizzate da attacchi rapidi e decadimenti corti, evoca la percussione non acustica. Nella sezione centrale, Oram sperimenta intensamente con l’uso di filtri risonanti. I suoni vengono modellati rapidamente per isolare armoniche specifiche, creando effetti che richiamano vocalizzazioni distorte o screaming elettronico, come se una voce venisse intrappolata e filtrata da un meccanismo. La dinamica in questa fase è molto alta.
Segue il culmine armonico e timbrico: la compositrice introduce toni elettronici più densi, che, pur essendo distorti, suggeriscono un organo o un ensemble di strumenti a fiato elettronici. Questi toni sono caratterizzati da rapidi e complessi micro-tremoli e micro-glissandi, che conferiscono una qualità instabile e vibrante.
Pulse Persephone usa l’elettronica per creare un paesaggio sonoro che è allo stesso tempo organico e meccanico. L’atmosfera è prevalentemente cupa, astratta e ossessiva. Qui non si mira a definire una melodia tradizionale, ma piuttosto a studiare le relazioni tra tempo, frequenza e rumore. L’uso di impulsi ripetitivi ancorati alle basse frequenze fornisce la stabilità, mentre la manipolazione aggressiva delle alte frequenze introduce il dramma e la “vita” artificiale. Il finale ripristina la calma, chiudendo il cerchio con un residuo del profondo impulso iniziale, lasciando l’ascoltatore con la sensazione di aver assistito all’attivazione e al successivo spegnimento di una complessa e misteriosa macchina sonora. L’opera è una testimonianza dell’abilità pionieristica di Oram nell’utilizzare lo studio come strumento compositivo primario.

con disegni che saranno poi convertiti in suoni dall’Oramics Machine
Uno dei brani della Oran più preferito da me. Grazie Claudio. E 🥂 …
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