Ingram Marshall (10 maggio 1942 - 31 maggio 2022): Dark Waters per corno inglese e nastro magnetico (1996). Libby Van Cleve (dedicataria della composizione), corno inglese.
« The English horn is amplified and processed through several digital delay devices and mixed live with the tape part. The tape part was created using raw material garnered from sampling fragments of an old 78 rpm recording from the twenties of The Swan of Tuonela by Sibelius. The “low fi” sound and even the surface noise of the old acetate record, clearly heard at the very beginning of the piece, are essential to the dark qualities I tried to produce in this music » (Ingram Marshall).
Roberto Fabbriciani (13 giugno 1949): Glacier Ururashraju, da Glaciers in Extinction per flauto iperbasso e nastro magnetico (2005). Esegue l’autore.
« Glaciers in Extinction è un’opera suddivisa in sei momenti ciascuno dei quali realizza situazioni originali ed insieme simili, prendendo spunto da sei grandi ghiacciai tuttora esistenti.
« L’idea generale è descrivere attraverso il suono un fenomeno naturale antico e di assoluta maestà quale la glaciazione e la sua impetuosa negazione. I grandi ghiacciai, come giganti gelidi ma vivi e palpitanti si muovono, scricchiolano, rombano minacciosi e temibili all’uomo, animati da un eterno mutamento che simboleggia il divenire della vita.
« Il suono è l’assoluto protagonista dell’opera; la ricerca dell’autore scava nella materia sonora plasmando e modellando, rinnovando continuamente il percorso in una miriade di sfumature, di sottili e talvolta appena percettibili mutamenti utilizzando un’estensione che giunge ai limiti dell’udibile.
« Interessante novità lo strumento scelto –- il flauto iperbasso –- utilizzato anche per la realizzazione del nastro sempre senza alcuna trasformazione elettronica, completamente al naturale. Il flauto iperbasso è il più grande strumento della famiglia dei flauti. Roberto Fabbriciani ha progettato e sperimentato questo strumento dalle incredibili sonorità, misteriose e profonde. Le sue caratteristiche sonore, unite alle nuove tecniche di emissione sperimentate dall’interprete e alle straordinarie possibilità di esplorazione, costituiscono un universo sonoro di grande interesse: enorme il range della dinamica, che consente di passare dalle inflessioni minime del soffio e della voce alle fortissime esplosioni dei suoni percussivi e dei multifonici, le improvvise rarefazioni, le difonie vocali, l’esplorazione dei diversi piani dinamici, la ricerca di specifiche aree timbriche mai fino ad ora ascoltate » (Luisella Botteon).