Haig Zacharian (8 maggio 1952): Taulanti kërkon një motër, dalla colonna sonora del film omonimo (1984) di Xhanfise Keko. Ardita Bufaj, pianoforte.
L’approfondimento
di Pierfrancesco Di Vanni
Profilo di Haig Zacharian: compositore, musicista e docente albanese di origine armena
Haig Zacharian, nato a Durazzo (Albania) l’8 maggio 1952 da una famiglia di origini armene, è una figura poliedrica nel panorama musicale albanese, attivo come compositore, interprete e docente.
La sua carriera ha inizio nella sua città natale, dove insegna pianoforte e teoria musicale nella scuola elementare. Prosegue la propria formazione formale presso l’Accademia delle arti di Tirana (1969-1973), studiando composizione con Tonin Harapi. Subito dopo la laurea, assume il ruolo di direttore artistico (1973-1977) per diversi ensemble amatoriali a Fierzë, nel comune di Tropoja.
Nel 1977 fa ritorno a Durazzo, continuando il suo lavoro con ensemble amatoriali presso il Palazzo della Gioventù. Dal 1980 al 1986, invece, ricopre l’incarico di insegnante di materie teoriche presso la Scuola di Musica «Jan Kukuzeli» nella stessa città. Segue un periodo come compositore freelance (1986-1992).
Nel 1993 viene nominato capo del Dipartimento di teoria e composizione presso l’Accademia delle arti di Tirana. Attualmente ricopre in questa istituzione la posizione di professore associato, insegnando armonia e composizione.
La sua produzione musicale è vasta e spazia attraverso numerosi generi. Oltre alle opere strumentali e da camera, ha composto canzoni per bambini, musica corale e colonne sonore per film. Si è dedicato anche all’arrangiamento di brani di musica classica e romantica per vari tipi di ensemble.
Il suo stile compositivo è noto per un “colore sottile” e un senso di “comunicazione diretta”.
A partire dagli anni ’90, pur continuando a comporre per il cinema, Zacharian si è orientato prevalentemente verso la musica da camera. In questo ambito, è evidente la tendenza all’utilizzo e alla sperimentazione di tecniche compositive moderne.
Oltre alla sua attività artistica e didattica, il compositore è stato Presidente dell’Albator (Società albanese dei compositori e degli autori) dal gennaio 1998 al dicembre 2009.
Analisi del brano
La composizione s’inizia con un’atmosfera intima e riflessiva. Il pianoforte esplora sonorità quasi impressionistiche, con arpeggi e accordi che creano un senso di sospensione e malinconia. La melodia è frammentata, quasi un’idea che emerge timidamente. L’armonia è ricca, non strettamente tonale, con un uso evocativo della risonanza del pianoforte. Questo introduce il tema della “ricerca” suggerito dal titolo.
Emerge un motivo melodico più definito, ancora lirico ma con una direzione più chiara. Si percepisce una scrittura modale che conferisce il sapore folklorico balcanico-albanese. La mano sinistra fornisce un accompagnamento che a tratti si fa più ritmico, ma l’andamento generale rimane cantabile e relativamente calmo, seppur con una crescente tensione interna. La dinamica si intensifica gradualmente.
C’è un cambio di carattere netto. Il ritmo diventa protagonista, con figure più marcate, incisive e forse sincopate, che richiamano l’energia della danza popolare. L’armonia si fa più densa e a tratti dissonante. La scrittura pianistica diventa più virtuosistica e percussiva, esplorando registri più ampi e dinamiche più forti (forte). Questa sezione porta il pezzo verso il suo culmine espressivo.
L’intensità raggiunge l’apice, con accordi pieni, dinamiche fortissime, un senso di drammaticità e passione. Dopo il culmine, inizia una transizione discendente, la tensione gradualmente si allenta.
Si ritorna a materiale tematico che ricorda l’inizio o lo sviluppo precedente, ma forse con una nuova consapevolezza o trasformazione. L’atmosfera torna più lirica e nostalgica e vi è un senso di rielaborazione dei temi. La scrittura si fa via via più rada, tornando alla calma e all’introspezione iniziale. Il pezzo sfuma verso il silenzio, con accordi finali che lasciano una sensazione di risoluzione dolceamara o di domanda aperta, concludendosi con una nota finale tenuta che si dissolve.
