Il manzaniglio

Louis Moreau Gottschalk (1829 - 18 dicembre 1869): le Mancenillier, West Indian Serenade op. 11 (1848). Cory Hall, pianoforte.

Gottschalk è un “caso” nella storia della musica perché, assimilando ritmi e stilemi della musica afroamericana e latinoamericana, ha di fatto anticipato il ragtime e il jazz. Il movimento conclusivo della sua sinfonia La Nuit des Tropiques, del 1859, è una rumba ante litteram (la rumba nasce formalmente una ventina d’anni dopo).
Figlio di un ebreo tedesco e di una creola bianca originaria di Haiti, era nato a New Orleans; divenne uno dei più celebri pianisti virtuosi del suo tempo, capace di soppiantare Chopin nel cuore dei melomani parigini. Morì quarantenne a Rio de Janeiro, probabilmente per le conseguenze di un’appendicite.


LMG

HPSCHD

 
John Cage (1912 - 1992) e Lejaren A. Hiller jr (1924 - 1994): HPSCHD per un numero variabile da 1 a 7 di clavicembali rinforzati elettronicamente, suoni elettronici generati da computer e registrati su un numero variabile da 1 a 51 di nastri magnetici, e un numero variabile da 2 a 58 di altoparlanti (1967-69).

Il titolo è un’abbreviazione di harpsichord (termine inglese per clavicembalo) e si pronuncia leggendo le singole lettere all’inglese. La composizione utilizza parte di un precedente lavoro di Cage (Winter Music per 1-20 pianoforti, 1957) nonché brani di Ludwig van Beethoven, Ferruccio Busoni, Fryderyk Chopin, Louis Moreau Gottschalk, Wolfgang Amadeus Mozart e Robert Schumann. Alla 1a esecuzione (16 maggio 1969) le 7 parti per clavicembalo furono eseguite da William Brooks, Neely Bruce, Philip Corner, Ronald Peters, Yūji Takahashi, David Tudor e Antoinette Vischer.
 

Doo-dah day

Un altro omaggio ai miei amici statunitensi nel giorno della loro festa nazionale. Questa volta propongo un celebre minstrel song di Stephen Foster, seguito dalla sua trasfigurazione in una quasi altrettanto famosa composizione pianistica di Louis Moreau Gottschalk. Di tutte e due le composizioni si trovano in rete interpretazioni differenti: ho scelto, per il primo, un gustoso arrangiamento per coro misto accompagnato dal suono di un banjo e, per la seconda, la performance di Cory Hall che, facendo risuonare distintamente ogni nota, riesce a trasformare il proprio pianoforte in un accettabile succedaneo di un banjo.


Stephen Collins Foster (4 luglio 1826 - 1864): Gwine to Run All Night, or De Camptown Races (1850). Robert Shaw Chorale.

De Camptown ladies sing dis song — Doo-dah! doo-dah!
De Camptown race-track five miles long — Oh! doo-dah day!
I come down dah wid my hat caved in — Doo-dah! doo-dah!
I go back home wid a pocket full of tin — Oh! doo-dah day!

  Gwine to run all night!
  Gwine to run all day!
  I’ll bet my money on de bob-tail nag—
  Somebody bet on de bay.

De long tail filly and de big black hoss,
Dey fly de track and dey both cut across.
De blind hoss sticken in a big mud hole
Can’t touch bottom wid a ten foot pole.

  Gwine to run all night…

Old muley cow come on to de track,
De bob-tail fling her ober his back.
Den fly along like a rail-road car
Runnin’ a race wid a shootin’ star.

  Gwine to run all night…

See dem flyin’ on a ten mile heat,
Round de race track, den repeat.
I win my money on de bob-tail nag,
I keep my money in an old tow-bag.

  Gwine to run all night!
  Gwine to run all day!
  I’ll bet my money on de bob-tail nag—
  Somebody bet on de bay.


 
Louis Moreau Gottschalk (1829 - 1869): The Banjo, «Grotesque Fantasie – An American Sketch» op. 15 (1853). Cory Hall, pianoforte.
 

Gottschalk, The Banjo, frontespizio