Adagio di mezzanotte

Felix Mendelssohn-Bartholdy (1809 - 4 novembre 1847): Sonata per vio­lon­cello e pianoforte n. 2 in re maggiore op. 58 (1843). Mischa Maisky, vio­loncello; Sergio Tiempo, pianoforte.

Particolarmente interessante il III movimento, Adagio, che testimonia l’am­mi­ra­zione di Mendels­sohn per Bach, con il suo svolgimento in forma di corale, affidato al pianoforte, sul quale il violoncello si produce in una sorta di recitativo che riporta alla mente diverse composizioni del Kantor di Lipsia: alcune arie con violoncello concertante incluse in oratori e cantate, ma anche la Fantasia cromatica BWV 903.
Nella parte finale del medesimo movimento, mentre il pianoforte riprende la melodia precedente­mente esposta dal violoncello, a quest’ultimo è affi­dato un effetto singolare: a un prolungato SOL grave eseguito con l’archetto si sovrappone lo stesso SOL ripetuto per dodici volte in pizzicato. Rite­nen­do, a torto o a ragione, che si trattasse di una rappresentazione dei dodici rintocchi della mezzanotte, analoga a quelle di molte musiche otto­cen­te­sche d’ambientazione notturna, all’inizio del XX secolo l’Adagio venne pubblicato come brano a sé stante, appunto con il titolo di Mezzanotte.

  1. Allegro assai vivace
  2. Allegretto scherzando [7:29]
  3. Adagio [13:07] – attacca:
  4. Molto allegro e vivace [18:27]