Il re di Thule

Carl Friedrich Zelter (11 dicembre 1758 - 1832): Es war ein König in Thule, Lied (1812) su testo di Wolfgang Goethe. Bettina Pahn, soprano; Tini Mathot, Hammerklavier.

Es war ein König in Thule,
Gar treu bis an das Grab,
Dem sterbend seine Buhle
einen gold’nen Becher gab.

Es ging ihm nichts darüber,
Er leert’ ihn jeden Schmaus;
Die Augen gingen ihm über,
So oft er trank daraus.

Und als er kam zu sterben,
Zählt’ er seine Städt’ im Reich,
Ließ alles seinem Erben,
Den Becher nicht zugleich.

Er saß bei’m Königsmahle,
Die Ritter um ihn her,
In hoher Väter Saale,
Dort auf dem Schloß am Meer.

Dort stand der alte Zecher,
Trank letzte Lebensgluth,
Und warf den heil’gen Becher
Hinunter in die Flut.

Er sah ihn stürzen, trinken
Und sinken tief in das Meer,
die Augen täten ihm sinken,
Trank nie einen Tropfen mehr.

C’era un re, a Thule, fedele fino alla tomba; la sua bella, morendo, gli diede una coppa d’oro.
Niente gli era più caro: ne beveva in ogni banchetto, e alzava gli occhi quando beveva.
E quando fu sul punto di morire contò le città del regno: agli eredi lasciò ogni cosa, ma non la coppa.
Sedeva al banchetto regale, i cavalieri intorno a lui, nella sala degli avi, nel castello sul mare.
Là stava il vecchio bevitore: bevve l’ultimo ardore di vita e poi gettò la sacra coppa tra i flutti.
La vide cadere, riempirsi e affondare nel mare profondo. I suoi occhi si spensero, mai più bevve un sorso.