Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840 - 1893): Времена года / Les Saisons op. 37a (1875-76), 3. Март: Песнь жаворонка / Mars: Chant de l’alouette. Versione originale: Valentyna Lysycja, pianoforte. Trascrizione per orchestra di Aleksandr Gauk (1893 - 1963): Orchestra da camera di Mosca, dir. Constantine Orbelian.
Questo brano fu originariamente pubblicato nel marzo 1876 sul periodico sanpietroburghese «Нувеллист» (Nuvellist), associato a una quartina di Apollon Nikolaevič Majkov:
Поле зыблется цветами, В небе льются света волны. Вешних жаворонков пенья Голубые бездны полны. |
Il campo risplende di fiori, nel cielo si frangono onde luminose. Il canto dell’allodola riempie l’abisso blu. |
Da ignorante con brevetto, devo confessare che Čajkovskij non è fra i compositori che preferisco, ma devo dire che lo ascolto sempre volentieri perché a volte mi sembra di sentirci qualcosa di Mozart (perdonami!!)
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Hai dato prova, ancora una volta, di grande sensibilità, e la cosa non mi sorprende 🙂 In effetti Čajkovskij aveva una vera e propria venerazione per Mozart, in un’epoca in cui Amadé non andava di moda.
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Mi hai rassicurato sulla mia sanità mentale !!😊😋perché mia figlia mi dice che sono affetta da Mozartmania grave!!
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ma a Mozart mancava la sensibilità estrema e la dolce e struggente malinconia di Čajkovskij
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Sì, penso di capire che cosa intendi. Forse proprio una sensibilità snervata ha consentito a Čajkovskij di percepire pienamente l’anima di Mozart.
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Come concordo!!
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Sì, hai ragione; quella sensibilità esacerbata gli ha permesso di riconoscere lo spirito eletto di Mozart, la sua bravura nel dominare ed esprimere con la musica qualsiasi sentimento umano e, permettimi, anche sovrumano.
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Assolutamente d’accordo con te.
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Struggente, meraviglia.
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