Scherzo allucinante

Alberto Ginastera (11 aprile 1916 - 1983): Concerti per pianoforte e orchestra n. 1 op. 28 (1961) e n. 2 op. 39 (1972). Dora de Marinis, pianoforte; Orchestra sinfonica della Radio slovacca di Bratislava, dir. Julio Malaval.

    Concerto n. 1:

  1. Cadenza e varianti
  2. Scherzo allucinante
  3. Adagissimo
  4. Toccata concertata
    Concerto n. 2:

  1. 32 variazioni sopra un accordo di Beethoven
  2. Scherzo per la mano sinistra
  3. Quasi una fantasia
  4. Cadenza
  5. Finale prestissimo

Fra gli ammiratori di Ginastera si annoverava Keith Emerson (1944 - 2016), che nel 1973 volle far visita al maestro argentino nella sua casa di Ginevra e gli fece ascoltare una propria riela­bo­ra­zione del IV movimento del Primo Concerto per pianoforte: Ginastera ne fu favorevolmente impressionato. La rielaborazione, con il titolo di Toccata, fu poi inserita nell’album Brain Salad Surgery, inciso da Emerson insieme con Greg Lake e Carl Palmer in quello stesso 1973.

9 pensieri riguardo “Scherzo allucinante

  1. emerson, lake & palmer in “toccata” la conosco bene, da vecchia rocchettara-!! sapevo un po’ la storia, e ho ascoltato sul web soltanto akcuni pezzi di Alberto Ginastera! molto interessante e particolare il secondo! ottimo ascolto””

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    1. Non ascoltavo pop e rock, non per mia iniziativa almeno, ma un mio compagno di scuola provvedeva a tenermi informato quasi di tutto. Il suo impianto stereo era di scarsa qualità, sicché ogni tanto si precipitava a casa mia portando un lp appena acquistato o ricevuto in regalo e mi chiedeva di poterlo ascoltare sul mio.
      Fu così, fra l’altro, che scoprii i “furti” di Fabrizio De André, in particolare il Concerto per tromba e archi di Telemann trasformato nella Canzone dell’amore perduto — povero Georg Philipp, banalizzato con quell’insopportabile accompagnamento “terzinato” che andava tanto di moda a quei tempi 🙂
      A proposito di De André, una cosa che non tutti sanno è che una volta stava per essere trascinato in tribunale da Enzo Jannacci: aveva adattato al testo di Via del Campo una melodia cinquecentesca, usando però (consapevolmente, secondo Jannacci) l’arrangiamento che ne aveva fatto poco tempo prima il cantautore milanese. I due poi si accordarono senza ricorrere al parere di un giudice.

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    1. D’altra parte ricordo almeno un’occasione in cui ammise pubblicamente di non essere bravo a comporre, ringraziando i collaboratori che si ingegnavano a “dare un senso ai miei balbettamenti musicali”.
      Però avrebbe almeno potuto indicare i nomi dei veri autori quando depositava i brani in Siae.

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