Un grande quamquam

Sembra che la parola cancan (o can-can) abbia origini coltissime: sarebbe nata nell’ambito di un’accesa discussione fra ac­ca­de­mici francesi sull’esatta pronuncia del vocabolo latino quamquam 🙂
Comunque sia, quello che oggi, in un contesto musicale, tutti chiamano cancan è in realtà un galop, ossia una danza veloce in tempo binario che originariamente faceva parte della quadriglia, costituendone la sezione conclusiva.
Così cantano in coro, entusiasti, gli dèi dell’Olimpo, al culmine di una festa organizzata da Plutone sulle rive dello Stige, nell’ultimo atto di Orphée aux enfers:

Ce bal
Est original,
D’un galop infernal
Donnons tous le signal.
Vive le galop infernal!
Donnons le signal
D’un galop infernal!
Amis, vive le bal!

Offenbach nacque il 20 giugno 1819 (ma credeva di essere venuto al mondo due anni dopo): era un genio, uno di quelli che sanno come rendere la vita, se non migliore, almeno più allegra – molto più allegra 😀

23 pensieri riguardo “Un grande quamquam

  1. del buontempone di Offenbach ne ha parlato anche Augias in una delle puntate del suo programma ora terminato, L’etimologia è interessante, riguardo la coreografia sono più tradizionalista e mi piace pensare al classico ballo del Mpulin Rouge al tempo della belle epoque, quando tra i tavoli o dietro le quinte si aggirava il grande Toulouse Lautrec

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    1. Augias senza volerlo (spero) ha creato un bel po’ di confusione: per collocare il cancan nell’ambito storico della Belle Époque (e, beninteso, è vero che quel ballo divenne uno dei suoi simboli) ha finito per far credere che il Galop infernal fosse, diciamo così, un figlio di quel tempo. Ma non è così: per Belle Époque convenzionalmente si intende il quarantennio abbondante durante il quale in Europa regnò la pace, dalla fine del conflitto franco-prussiano (1870-71) fino allo scoppio della Grande guerra (1914). L’operetta Orphée aux enfers e il nostro galop, che vi ricorre due volte nell’ultimo atto, sono del 1858, e sono un simbolo a tutto tondo del secondo impero.

      La coreografia che vedi nel secondo clip è tratta da un bellissimo allestimento di Orphée all’Opéra de Lyon, diretto da Marc Minkowski, con la superfavolosa Natalie Dessay, soprano, nel ruolo di Euridice e il prestante baritono Laurent Naouri (marito di Dessay) nei panni Giove.
      Il ballo è… proprio come dice il testo: ce bal est original. C’era il problema di mettere in scena una danza indiavolata e di farla eseguire da cantanti e coristi che, per la gran parte, fanno… abbastanza fatica a muoversi, figuriamoci a ballare. Così il coreografo ha prescritto a costoro di eseguire una serie di movimenti semplici e per nulla faticosi, mentre i ballerini professionisti sono stati incaricati di attirare l’attenzione del pubblico con buffi esercizi ginnici. Mi pare che la trovata abbia avuto successo 🙂

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