In un tono che invita al dormire


Due diversissime interpretazioni della canzonetta a 4 voci Fa’ una canzone di Orazio Vecchi (6 dicembre 1550 - 1605). Ensemble Arduo d’Amore e duo Munia Cabal – Rómulo Vega-González.

Fa’ una canzone senza note nere,
Se mai bramasti la mia grazia havere,
 Falla d’un tuono ch’invita al dormire,
 Dolcemente, dolcemente facendola finire.

Per entro non vi spargere durezze
Ché le mie orecchie non vi sono avezze.

Né vi far cifra o segno contra segno:
Sopra ogni cosa quest’è ‘l mio disegno.

Con questo stile il fortunato Orfeo
Proserpina la giù placar poteo.

Questo è lo stile che quetar già feo
Con dolcezza a Saul lo spirto reo.

7 pensieri riguardo “In un tono che invita al dormire

    1. Fa’ una canzone senza note nere : nella notazione antica come in quella moderna, le note nere (semiminima, croma eccetera) sono più rapide di quelle bianche (breve, semibreve, minima). Nel testo v’è dunque l’invito a usare solo note bianche, e dunque a fare in modo che l’andamento della canzone sia lento, cullante, e inoltre «senza durezze» (dissonanze), privo di artifici polifonici («segno contra segno», cioè contrappunto) e «facendola finire dolcemente».

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