Sing all a green willow – I
Gioachino Rossini (1792 - 1868): «Assisa a pie’ d’un salice – Deh calma, o ciel, nel sonno», Canzone del salice e Preghiera dall’atto III di Otello, ossia Il moro di Venezia, dramma tragico in 3 atti su libretto di Francesco Berio di Salsa (1816). Montserrat Caballé, soprano (Desdemona); Corinna Vozza, mezzosoprano (Emilia); Orchestra della RCA Italiana, dir. Carlo Felice Cillario.
DESDEMONA:
Assisa a pie’ d’un salice,
immersa nel dolore,
gemea trafitta Isaura
dal più crudele amore:
l’aura tra i rami flebile
ne ripeteva il suon.
I ruscelletti limpidi
a’ caldi suoi sospiri,
il mormorio mesceano
de’ lor diversi giri:
l’aura fra i rami flebile
ne ripeteva il suon.
Salce, d’amor delizia!
Ombra pietosa appresta,
(di mie sciagure immemore)
all’urna mia funesta;
né più ripeta l’aura
de’ miei lamenti il suon.
Che dissi!… Ah m’ingannai!… Non è del canto
questo il lugubre fine. M’ascolta… Oh dio!
(un colpo di vento spezza alcuni vetri della finestra.)
EMILIA:
Non paventar; rimira:
impetuoso vento è quel che spira.
DESDEMONA:
Io credeva che alcuno… Oh come il cielo
s’unisce a’ miei lamenti!…
Ascolta il fin de’ dolorosi accenti.
Ma stanca alfin di spargere
mesti sospiri, e pianto,
morì l’afflitta vergine
ahi! di quel salce accanto.
Morì… che duol! l’ingrato…
Poté… ma il pianto oh Dio!
proseguir non mi fa. Parti, ricevi
da’ labbri dell’amica il bacio estremo.
EMILIA:
Oh che dici!… Ubbidisco… oh come io tremo!
DESDEMONA:
Deh calma, o ciel, nel sonno
per poco le mie pene,
fa, che l’amato bene
mi venga a consolar.
Se poi son vani i prieghi,
di mia breve urna in seno
venga di pianto almeno
il cenere a bagnar.
(ella cala la tendina e si getta sul letto.)
Adoro Rossini 🎵🎶🙏
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