È un sogno la vita

Anonimo (erroneamente attribuita a Stefano Landi, 1587-1639): Homo fugit velut umbra – Passacalli della vita a 3 voci (pubblicata nella raccolta Canzonette spirituali e morali, che si cantano nell’Oratorio di Chiavenna, 1657). Marco Beasley, voce; ensemble L’Arpeggiata, dir. Christina Pluhar.

Oh, come t’inganni
se pensi che gli anni
non han da finire:
bisogna morire.

È un sogno la vita
che par sì gradita,
è breve gioire,
bisogna morire.
Non val medicina,
non giova la china,
non si può guarire,
bisogna morire.

Non vaglion sberate,
minarie, bravate
che caglia l’ardire,
bisogna morire.
Dottrina che giova,
parola non trova
che plachi l’ardire,
bisogna morire.

Non si trova modo
di scioglier ‘sto nodo,
non vale fuggire,
bisogna morire.
Commun’è statuto,
non vale l’astuto
‘sto colpo schermire,
bisogna morire.

La morte crudele
a tutti è infedele,
ogn’uno svergogna,
morire bisogna.
È pur o pazzia
o gran frenesia,
par dirsi menzogna,
morire bisogna.

Si more cantando,
si more sonando
la cetra, o sampogna,
morire bisogna.
Si muore danzando,
bevendo, mangiando;
con quella carogna
morire bisogna.

I giovani, i putti
e gl’huomini tutti
s’hann’a incenerire,
bisogna morire.
I sani, gl’infermi,
i bravi, gl’inermi
tutt’hann’a finire,
bisogna morire.

E quando che meno
ti pensi, nel seno
ti vien a finire,
bisogna morire.
Se tu non vi pensi
hai persi li sensi,
sei morto e puoi dire:
bisogna morire.

24 pensieri riguardo “È un sogno la vita

  1. meraviglioso! scomponendo il brano si ha una poesia sublime sul resoconto della vita, la musica è dolcezza che edulcora quel “bisogna morire” ripetuto. E l’interpretazione di Beasley è straordinaria, teatrale oserei dire. E il luogo è il tocco scenografico che impreziosisce ulteriormente.
    Buongiorno Claudio. grazie per questa chicca 🙂

    Piace a 1 persona

commenti