Concerto fantasia

Edgar Bainton (1880 - 8 dicembre 1956): Concerto fantasia per pianoforte e orchestra (1917-20). Margaret Fingerhut, pianoforte; BBC Philharmonic Orchestra, dir. Paul Daniel.

  1. Quasi cadenza – Adagio, molto espressivo
  2. Scherzo: Molto vivace
  3. Improvisation: Quasi cadenza – Lento
  4. Finale: Allegro, molto ritmico e risoluto – Epilogue: Adagio, molto espressivo

EB

10 pensieri riguardo “Concerto fantasia

  1. Forse i limiti sono quelli posti da youtube. Non è previsto scaricare il file, ma solo inserirlo in una playlist. Alcuni browser riescono ad aggirare il problema attraverso estensioni.

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      1. Ci sono diversi programmi, anche gratuiti, per scaricare i video da Internet. Il problema è che la qualità dei file audio che se ne possono ricavare è assai scarsa, molto inferiore a quella di un cd: infatti il formato standard è ancora l’mp3. In anni recenti sono stati messi a punto sistemi di archiviazione dei file audio che consentono di ridurre le dimensioni delle tracce di un cd senza alterarne la qualità. Il formato più usato attualmente credo che sia il flac (Free Lossless Audio Codec).

        Alcuni dei miei cd hanno più di quarant’anni: ce n’è qualcuno (non necessariamente i più vecchi) che ha incominciato a deteriorarsi, perciò ho deciso di salvare l’intera discoteca ricavandone file.flac che memorizzo su due robusti hard disk, studiati appositamente per durare molto, molto a lungo. I due dischi fanno parte di un unico sistema e sono controllati da un software che ne verifica costantemente l’integrità, stoccando inoltre nel secondo il backup del primo. Ai primi cenni di cedimento sarò avvertito immediatamente e potrò procedere subito alla sostituzione senza perdere alcunché.
        Sempre che, quando succederà, io sia ancora in vita 😉

        La parte più complessa del… salvataggio è costituita dall’inserimento di metadati in ciascun file audio. Si tratta di informazioni diverse: il nome del compositore, il titolo completo del brano, l’interprete principale sono essenziali, soprattutto nel caso di interpretazioni differenti di una stessa composizione, o di composizioni diverse che hanno identico titolo; ma ce ne sono molte altre. Queste info vengono visualizzate dal software di riproduzione. Nel nomefile metto invece pochissimi dati, utili per una identificazione “a vista” del contenuto, mentre i primi 9 caratteri di ciascun nomefile servono all’identificazione del cd di origine.

        L’idea che sta alla base di tutto questo lavoro, oltre a quella di preservare la mia discoteca (non gigantesca: sono circa 3000 cd), è di lasciare qualcosa di concreto ai miei nipotini: uno compirà sei anni a gennaio, l’altro nascerà a inizio primavera 🙂

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