1968, anno di olimpiadi. Esce il 12° albo della serie Astérix le gaulois che s’intitola, indovina un po’, Astérix aux jeux olympiques 🙂 I gallici scoprono che i romani manderanno una delegazione a Olimpia affinché i loro migliori atleti si cimentino nei giochi, sicché Astérix e i suoi amici decidono di prendere parte all’impresa (allez Gaule!). Giunti in Grecia, sapendo che contro i gallici non c’è partita (soltanto dopo scopriranno che l’uso della pozione magica è vietato), i romani cessano di allenarsi e si abbandonano ai piaceri della vita, soprattutto a quelli enogastronomici. Nel refettorio riservato ai greci, gli atleti sono a tavola per consumare un semplice ma dietetico pranzo; uno di loro percepisce gli appetitosi aromi provenienti dagli alloggiamenti dei romani e subito dopo sbatte a terra, disgustato, la propria ciotola di bacche e radici: «Non voglio più mangiare queste porcherie!» Uno degli addetti subito lo redarguisce: «Ma come, porcherie? Tu sei uno spartiate, abituato da sempre a cibi come questo.» «A Sparta», ribatte l’altro, «non ho come vicini di casa dei crapuloni che s’ingozzano continuamente di manicaretti raffinatissimi!» «Ma non badare a quelli, sono romani, sono decadenti!» «Ah, sì? Allora voglio decadere anch’io!» Tutti gli altri atleti balzano in piedi e gridano in coro: «Sì! Decadiamo! Decadiamo!»
Ecco perché, dal 1968, le parole decadere decadenza decadentismo mi inducono al sorriso 🙂
Beh io attribuisco una valenza più triste legata al carattere malinconico e leggermente deprimente dello sfasciume in ogni ambito. Però la storia di Asterix mi ha riportato anche ai cartoni animati che seguivo ai tempi…
la decadenza in musica. interessante e bella esecuzione. Buondì 🙂
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Buon giorno a te 🙂
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1968, anno di olimpiadi. Esce il 12° albo della serie Astérix le gaulois che s’intitola, indovina un po’, Astérix aux jeux olympiques 🙂 I gallici scoprono che i romani manderanno una delegazione a Olimpia affinché i loro migliori atleti si cimentino nei giochi, sicché Astérix e i suoi amici decidono di prendere parte all’impresa (allez Gaule!). Giunti in Grecia, sapendo che contro i gallici non c’è partita (soltanto dopo scopriranno che l’uso della pozione magica è vietato), i romani cessano di allenarsi e si abbandonano ai piaceri della vita, soprattutto a quelli enogastronomici. Nel refettorio riservato ai greci, gli atleti sono a tavola per consumare un semplice ma dietetico pranzo; uno di loro percepisce gli appetitosi aromi provenienti dagli alloggiamenti dei romani e subito dopo sbatte a terra, disgustato, la propria ciotola di bacche e radici: «Non voglio più mangiare queste porcherie!» Uno degli addetti subito lo redarguisce: «Ma come, porcherie? Tu sei uno spartiate, abituato da sempre a cibi come questo.» «A Sparta», ribatte l’altro, «non ho come vicini di casa dei crapuloni che s’ingozzano continuamente di manicaretti raffinatissimi!» «Ma non badare a quelli, sono romani, sono decadenti!» «Ah, sì? Allora voglio decadere anch’io!» Tutti gli altri atleti balzano in piedi e gridano in coro: «Sì! Decadiamo! Decadiamo!»
Ecco perché, dal 1968, le parole decadere decadenza decadentismo mi inducono al sorriso 🙂
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Beh io attribuisco una valenza più triste legata al carattere malinconico e leggermente deprimente dello sfasciume in ogni ambito. Però la storia di Asterix mi ha riportato anche ai cartoni animati che seguivo ai tempi…
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Che bello!
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Il bello morente 😉
Buona giornata, cara Luisa.
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❤️
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Esecuzione davvero magistrale, complimenti alla pianista, al compositore e al nostro Claudio, il quale ogni giorno ci diletta con le sue proposte 😄
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P.S.: Sono Pierfrancesco, oggi WordPress è un po’ capriccioso…
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Succede spesso.
Grazie, Pierfrancesco 🙂
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