Non mangio carne di maiale

Claudin de Sermisy (c1490 - 1562): Je ne menge point de porc, chanson a 4 voci (1538). Molto bravo Simone Lo Castro, il quale canta tutte e quattro le parti.
Sermisy non mangia carne di maiale e ci spiega perché:

Je ne menge point de porc,
telle que je vois dire:
s’il a mengé cent estrons,
il ne s’en fera que rire.
Il les tourne, il les vire,
il leur rit et puis les mort.
Je ne menge point de porc.

Le porc s’en alloit jouant
tout au long d’une rivière;
il veit ung estron nouant,
il luy print a faire chere
disant en ceste maniere:
« Estron nouant en riviere,
rend toy ou tu es mort. »
Je ne menge point de porc.

estrons

7 pensieri riguardo “Non mangio carne di maiale

  1. Buongiorno, caro Claudio, mi leggerai domani 🙂. Come sempre, ti ringrazio per tutta la bella musica che ci porti quotidianamente… a riguardo del pezzo di Sermisy, l’ho trovato davvero molto divertente e anch’io, come lui, non mangio carne di maiale, in quanto sono vegetariano😊

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    1. Ciao, Pierfrancesco. Lieto che questo brano ti sia piaciuto. Sermisy è uno dei principali compositori francesi del ‘500 ed è menzionato, insieme con diversi colleghi, da Rabelais nel 4° libro di Gargantua et Pantagruel.

      Il repertorio della chanson cinquecentesca, detta anche chanson parigina per distinguerla da quella del periodo precedente (chanson franco-fiamminga o fiammingo-borgognona), è ricco di gioielli finemente cesellati, che possiamo apprezzare in tutta la loro bellezza grazie a interpreti i cui nomi ricorrono frequentemente in questo blog (e nella discoteca online), come l’Ensemble «Clément Janequin», Doulce Mémoire e Le Poème Harmonique.

      Diversi anni fa, con i miei amici e compagni di escursioni avevamo convenuto che, quando ci si trova in montagna e si è costretti in casa dal cattivo tempo, il modo ideale di trascorrere i pomeriggi insieme consiste nel “lavorare” di concerto a un puzzle (ovvero jigsaw puzzle, possibilmente con un’immagine alpestre o un dipinto fiammingo) sorseggiando tè o cioccolata calda e ascoltando chanson parigine: il buonumore è assicurato 🙂

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    1. Amo la montagna, dove mi è capitato spesso di camminare sotto la pioggia: l’aria è più limpida e si sprigionano tutti i profumi del bosco. Ma a volte mettere il naso fuori casa è impossibile, e allora puoi trascorrere il tempo leggendo o, se sei in compagnia, dedicandoti ai giochi di società. Mia madre e le sue amiche facevano lunghe partite di canasta, ma i miei amici e io non amiamo molto i giochi di carte.

      Oltre alle chanson del ‘500, durante i nostri pomeriggi di cattivo tempo ascoltavamo spesso questo disco, che mi era stato regalato appunto da un’amica al ritorno da un viaggio in Inghilterra:

      In effetti la musica inglese del periodo compreso fra l’epoca Tudor e la fine del ‘600 è un altro dei miei “pallini” 🙂

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  2. Anche a me piace molto la montagna e, da piccolo, ho avuto la fortuna di viverla, grazie ai miei nonni materni che vivevano a Tortorici, un piccolo paesino di montagna in provincia di Messina. Lì, d’inverno, c’era neve in abbondanza e quindi pupazzi di neve a volontà 🙂. Quel disco è già disponibile nella discoteca online?

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    1. Quel disco è un lp del 1969 e purtroppo non risulta che sia stato riversato in cd; ma nella discoteca ci saranno presto composizioni dei virginalisti in gran numero, interpretate da specialisti di questo specifico repertorio, quali (in ordine alfabetico) Pierre Hantaï, Christopher Hogwood, Zuzana Růžičková e Sophie Yates.

      Sappi comunque che il disco di Lionel Rogg — al quale, come potrai immaginare, sono particolarmente affezionato — è disponibile, riprodotto per intero, in una clip di YouTube che prossimamente troverai nel blog 🙂

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