George Enescu (19 agosto 1881 - 1955): Sinfonia n. 2 in la maggiore op. 17 (1914). Tampere Filharmonia, dir. Hannu Lintu.
- Vivace, ma non troppo
- Andante giusto [20:10]
- Un poco lento, marziale [34:37]
- Allegro vivace, marziale [38:38]

George Enescu (19 agosto 1881 - 1955): Sinfonia n. 2 in la maggiore op. 17 (1914). Tampere Filharmonia, dir. Hannu Lintu.

Buongiorno e buon lunedì, caro Claudio, grazie per aver condiviso questa “giusta” sinfonia, davvero l’ideale per iniziare splendidamente la settimana 😊
Parlando della stessa, si può dire che ha conosciuto una vita un po’… travagliata: Enescu la iniziò a scrivere alla fine del 1912, completandola due anni più tardi, precisamente il 18 novembre 1914. La prima assoluta si ebbe l’anno successivo (15 marzo 1915), da parte dell’Orchestra del Ministero dell’Istruzione Pubblica all’Athenaeum di Bucarest. Non soddisfatto del risultato, il compositore mise da parte il manoscritto, fino a quando il direttore d’orchestra Iosif Conta non eseguì nuovamente la sinfonia nel 1961, sei anni dopo la morte di Enescu.
Nell’estate del 1917, al culmine della Prima guerra mondiale, il governo rumeno inviò le sue riserve aurifere in treno a Mosca, insieme a vari manoscritti del compositore rumeno, tra i quali l’unica copia della Sinfonia n° 2 e tutti gli schizzi dell’opera Edipo. Una volta arrivata a destinazione, la cassa contenente i manoscritti scomparve subito e fu recuperata solo nel 1924, grazie all’intervento del direttore d’orchestra Bruno Walter, il quale la restituì al legittimo proprietario a Parigi.
Enescu programmò immediatamente un’estesa revisione del suo lavoro ma, a causa dei numerosi impegni, questa non ebbe mai luogo. La partitura fu pubblicata per la prima volta nel 1965 dall’editore Salabert a Parigi e, sebbene la stesa non rechi alcuna dedica, si suppone che il compositore rumeno l’abbia dedicata alla memoria del direttore d’orchestra francese Édouard Colonne.
Al contrario di quello che si potrebbe immaginare, questa sinfonia non fu il secondo tentativo del compositore nel genere, ma il sesto poiché, durante gli anni adolescenziali, Enescu scrisse quattro “sinfonie di studio” le quali, indubbiamente, contribuirono a plasmare la sua comprensione del genere sinfonico. Questa composizione segnò una grande svolta nella vita artistica del compositore rumeno, in quanto le varie e numerose influenze che lo hanno segnato durante la sua vita furono sintetizzate in un unico lavoro.
In primo luogo, la sinfonia deve molto alla musica di Richard Strauss per le sue armonie cromatiche estremamente mutevoli, le quali ricordano l’ammirazione espressa da Enescu nel 1912 e nel 1915 per le opere Elettra e Salomè del compositore austriaco.
Il primo movimento è in forma sonata, nonostante la presenza di cinque motivi ausiliari indipendenti all’interno del primo gruppo tematico, non derivabili dal lungo tema principale stesso, il quale viene fatto iniziare senza alcuna introduzione. Il secondo gruppo tematico, sebbene introduca una nuova atmosfera, è in realta derivato dai motivi del primo gruppo ed è seguito da una sezione di collegamento che, oltre a elaborare quattro motivi dei temi principali, ne introduce uno nuovo, il quale diventerà importante per tutto il prosieguo della sinfonia. Dopodiché, segue un breve sviluppo e la ripresa che, accanto al materiale iniziale, espone il tema della sezione di collegamento.
Il secondo movimento, dal carattere di un Lied esteso, segue sempre una forma sonata ma, a differenza del movimento precedente, esso presenta uno sviluppo molto esteso e una ripresa più breve dell’esposizione, concludendosi con una coda evanescente.
Il terzo movimento, infine, si caratterizza per l’intreccio di sfumature e gradazioni di colore strumentali che cambiano, si sovrappongono e si dissolvono continuamente. Inizia con una lunga introduzione in tempo lento, caratterizzata da un tema che anticipa lo stile di Hindemith. Lo sviluppo, come i precedenti, è in forma sonata, mentre la conclusione è affidata una coda notevolmente estesa, quasi tre volte più lunga della ripresa.
Nonostante le grandi capacità di Enescu, riconosciute anche dal famoso violoncellista Pablo Casals che non esitò a definirlo come “il più grande fenomeno musicale dopo Mozart”, il compositore e la sua musica furono scarsamente noti al di fuori della Romania e, tutt’oggi, le sue composizioni sono scarsamente eseguite. Ciò sembra dovuto ai cambiamenti geopolitici che coinvolsero l’Europa al termine della Prima guerra mondiale, alla modestia del compositore e al suo conseguente disinteresse a promuoversi e, infine, alla grande difficoltà di comprensione delle sue opere tarde da parte degli esecutori.
Buona giornata e a domani! 🙂
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Molto bene, Pierfrancesco.
Buona serata, appuntamento a domani 🙂
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