4 pensieri riguardo “Daphne of the Dunes

  1. Buongiorno, caro Claudio, grazie per aver condiviso questo “rumoroso”, ma interessante pezzo di musica contemporanea 😊

    A proposito del compositore, viene ricordato come uno dei primi in Occidente a lavorare sistematicamente con scale microtonali, costruendo propri strumenti con queste accordature per suonare le sue composizioni. Egli, in particolare, componeva avvalendosi di scale che dividevano l’ottava in 43 toni diseguali, derivati dalla serie armonica naturale.

    Giovane prodigio, iniziò i suoi studi musicali con la madre, acquisendo i rudimenti della teoria musicale e imparando a suonare il mandolino, il violino, il pianoforte, l’organo e la cornetta. Durante gli anni delle scuole superiori, si perfezionò nel pianoforte e, nel frattempo, lavorò come tastierista per i film muti. Si dedicò altresì alla composizione, sviluppando un interesse precoce per la scrittura di musica per situazioni drammatiche e citando la sua composizione perduta Death and the Desert (1916) come un primo esempio.

    Diplomatosi nel 1919, l’anno successivo si iscrisse alla Scuola di Musica della University of Southern California ma, insoddisfatto dei suoi insegnanti, lasciò l’istituto dopo due anni. Decise di proseguire la sua formazione da autodidatta, continuando a comporre.

    A partire dal 1923, Partch smise di utilizzare il temperamento equabile standard a 12 toni, tipico della musica occidentale e, dopo aver scoperto il libro Sensations of Tone del fisico tedesco Hermann von Helmholtz, si indirizzò verso l’intonazione giusta come base acustica per i suoi lavori. Qualche anno dopo, il compositore mise in pratica la sua teoria sviluppando rivestimenti di carta per violino e viola con diteggiature in intonazione giusta e scrisse un quartetto d’archi usando tali accordature.

    Perfezionate le sue teorie, ne scrisse un libro, Exposition of Monophony (1928) e, due anni più tardi, ruppe definitivamente con la tradizione europea, bruciando tutti i suoi primi lavori in una stufa panciuta.

    Partch si fece costruire da un liutaio di New Orleans una viola con la tastiera di un violoncello, da lui denominata “Adapted Viola” e, avvalendosi di una scala con 29 toni all’ottava, scrisse i suoi primi lavori sopravvissuti, ossia composizioni basate su versi biblici e shakespeariani, nonché l’opera Seventeen Lyrics of Li Po, su testi del poeta cinese Li Bai.

    Negli anni successivi, si dedicò ad alcuni viaggi in Europa e alla costruzione di un nuovo strumento, l’organo cromatico, il quale usava una scala di 43 toni all’ottava. Si interessò anche alla teoria musicale greca antica, continuando a comporre, a costruire strumenti e a compiere varie sperimentazioni teoriche. In questo periodo, concepì una Kithara greca modificata, di dimensioni doppie rispetto a quella standard, nonché un altro organo a 43 canne, ribattezzato Chromelodeon.

    Dal 1944 al 1947, invece, lavorò presso l’Università del Wisconsin, dedicandosi all’insegnamento, all’esecuzione di musica e spettacoli e al completamento del suo libro di teorie, ora intitolato Genesis of a Music (1947).

    Non riuscendo a diventare docente permanente, lasciò l’istituto e si mise in proprio, dapprima in uno studio ricavato dalla fucina del ranch del pianista Gunnar Johansen a Blue Monds e poi in un proprio studio, il Gate 5, ricavato all’interno di un cantiere abbandonato a Sausalito, in California.

    In questi anni scrisse, tra gli altri, l’opera The Bewitched (1955), la musica per il film Windsong di Madeline Tourtelot (1957)) e le opere Revelation in the Courthouse Park[c] (1961) e Water Water! (1962). Sebbene queste ultime due fossero basate sulla mitologia greca, come la precedente Re Edipo (1952), esse modernizzavano le ambientazioni e incorporavano elementi di musica popolare.

    Dopo aver fondato un terzo studio a Petaluma, in California, in un ex incubatoio di pulcini, si dedicò alla scrittura dell’opera And on the Seventh Day, Petals Fell in Petaluma (1962), seguito dal suo ultimo lavoro, Delusion of the Fury (1969).

    Nel suo libro teorico, Partch offre una panoramica della storia della musica occidentale, sostenendo che la stessa cominciò a soffrire a partire dall’epoca di Bach, con l’adozione del temperamento equabile a 12 toni, il quale diede un importanza eccessiva alla musica astratta e strumentale. Il compositore cercò di restituire dignità alla musica vocale, adottando accordature e scale più consone al canto, come avveniva nell’antica Grecia.

    Egli utilizzò i termini “Otonalità” e “Utonalità” per indicare gli accordi le cui altezze sono le armoniche (toni superiori) o le subarmoniche (toni inferiori) di un determinato tono fisso.

    In ambito teatrale, Partch sosteneva che il teatro della sua epoca aveva separato musica e dramma e lui si sforzava di creare opere complete e integrate, dove ogni interprete cantasse, danzasse, suonasse strumenti e assumesse parti parlate. Egli definiva le sue opere come “rituali” e “corporee” e i musicisti e i loro strumenti non stavano nascosti in una buca d’orchestra o fuori dal palcoscenico, ma erano visibili al pubblico.

    Nella registrazione della colonna sonora di Windsong, il compositore usò la registrazione multitraccia, la quale gli permise di suonare tutti gli strumenti da solo. Sebbene avesse accesso a computer e sintetizzatori, non ne fece mai uso. Nonostante la sua apparente complessità ritmico-sonora, questo lavoro rimane uno dei più accessibili del compositore.

    Concepito due anni più tardi della prima di The Bewtiched, egli partì dall’ambizioso progetto di trasformare la sua opera principale mai eseguita, U.S. Highball, in un film-montaggio.

    L’11 agosto 1957 si rivolse alla regista Madelaine Tourtelot per sondare un suo eventuale interesse. Visionò alcuni filmati in bianco e nero che la regista aveva girato nelle Indiana Dunes, sulle rive del lago Michigan, dove lei e un amico si erano filmati a vicenda per divertimento, come riferimento all’etica sessuale dei Puritani negli Stati Uniti.

    Le scene suggerirono a Partch il mito di Dafne e Apollo e, subito, egli si mise al lavoro, iniziando a scrivere la partitura nello studio che Tourtelot gli aveva trovato a Chicago. Sebbene la partitura sia per dieci strumenti, non più di quattro suonano in contemporanea.

    La colonna sonora fu completata e registrata il 2 marzo 1958 e il film, fu trasmesso in anteprima su WTTW-Tv il 19 marzo, accompagnato da un’intervista con il regista e il compositore. Tourtelot realizzò anche un documentario su Partch e la sua musica, riprendendo mentre suonava le parti strumentali.

    Nel mito greco, il dio Apollo insegue la ninfa Dafne ed è sul punto di conquistarla, quando il padre della ragazza la trasforma in un albero di alloro. Nel film, Tourtelot e la sua amica mimano la leggenda, intervallati da splendide fotografie naturalistiche di spiagge, acque, serpenti e gabbiani. Sebbene le riprese siano avvenute in un’area relativamente piovosa, le immagini suggeriscono un vasto deserto.

    Musicalmente, Partch simboleggia Apollo con le percussioni, nella tonalità di 16/9 (Fa maggiore) e Dafne con gli strumenti a corda, nella tonalità di 3/2 (Re maggiore). Secondo il compositore, queste tonalità (in rapporto 32/27) erano inconciliabili, proprio come i due protagonisti del mito.

    La musica segue una struttura cinematografica, con sezioni sovrapponentesi l’una all’altra senza transizioni, con la musica di Dafne per viola adattata (o violoncello, nella versione rivista) di una spettacolare liricità.

    Buona giornata e a domani!

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