Benedetto Ferrari (1597 - 22 ottobre 1681): Amanti, io vi so dire, aria per voce e basso continuo (pubblicata in Musiche e poesie varie à voce solo, Libro Terzo, 1641). Peggy Bélanger, soprano; Michel Angers, chitarrone.
Amanti, io vi so dire
ch’è meglio assai fuggire
bella Donna vezzosa
ò sia cruda ò pietosa
ad ogni modo e via
il morir per amor è una pazzia.
Non accade pensare
di gioir in amare,
amoroso contento
dedicato è al momento
e bella Donna al fine
rose non dona mai senza le spine.
La speme del gioire
fondata è su ’l martire,
bellezza e cortesia
non stanno in compagnia,
sò ben dir con mio danno
che la morte ed amor insieme vanno.
Vi vuol pianti a diluvi
per spegner i vesuvi
d’un cor innamorato,
d’un spirito infiammato;
pria che si giunga in porto,
quante volte si dice:
ohimè son morto.
Credete à costui che per prova può dir
io vidi io fui. Se creder no ’l volete
lasciate star che poco importa à me.
Seguitate ad amar ad ogni modo,
chi dè rompersi il collo.
Non accade che schivi.
Od erta ò fondo
che per proverbio senti sempre dire
dal destino non si può fuggire.
Donna, so chi tu sei,
amor so i fatti miei.
Non tresco più con voi,
alla larga ambi doi.
S’ognun fosse com’io
saria un balordo Amor e non un Dio.

💙💙💙
Buon martedì, Claudio!
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Altrettanto a te, Luisa 🙂
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Excellent music, the vocalist is really good, her interpretation is amazing and she wears the costume which fits this music era.!!
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Yes, here is a very fine aria, beautifully interpreted. Hi, Jean 🙂
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Buongiorno, caro Claudio, grazie di aver portato questa deliziosa aria, un’esecuzione davvero ottima ed espressiva 😊
Compositore romagnolo, nacque a Reggio Emilia in data imprecisata tra la fine del secolo XVI e l’inizio del XVII secolo. Fu soprannominato “della Tiorba” per la sua notevole abilità nel suonare questo strumento.
Per alcuni, la sua data di nascita è il 1597, dato che nei libri camerali modenesi la sua morte risulta essere avvenuta nel 1681, “in età di 84 anni” mentre, secondo altri, in base a un ritratto presente nella raccolta Poesie drammatiche (1644) appare l’iscrizione “Benedictus Ferrarius aetatis ann. XXXX”, la quale assegna la data di nascita del compositore al 1604, anno confermato anche da un altro ritratto nella prima edizione del libretto La maga fulminata (1638), nel quale si legge “Benedictus Ferraris aetatis ann. XXXIII”.
Tra il 1617 e il 1618, Ferrari fu a Roma presso il Collegio Germanico mentre, dal 1619 al 1623, fu musico presso la corte dei Farnese a Parma, lavorando anche nella cappella musicale della cattedrale di Reggio Emilia.
Da una lettera del 1623 scritta ad Alfonso d’Este, si deduce che offrì al duca le sue composizioni a 2 e a 5 voci, oggi perdute. Dieci anni più tardi, invece, dedicò al duca Francesco I d’Este il suo primo di Musiche varie per voce e basso continuo.
La prima rappresentazione dell’Andromeda, su libretto di Ferrari e musiche di Francesco Manelli, avvenuta nel 1637 a Venezia in occasione dell’apertura del Teatro S. Cassiano, fu la prima volta nella quale in cui il pubblico dell’epoca partecipava a uno spettacolo operistico a pagamento, mentre prima le rappresentazioni avvenivano esclusivamente in ambiti privati.
Non solo il compositore scrisse il libretto dell’opera, ma partecipò alla rappresentazione anche come strumentista, “colla sua miracolosa Tiorba”, come si legge nel libretto.
Nello stesso anno, Ferrari pubblicò il secondo libro delle Musiche varie, con dedica all’ambasciatore inglese a Venezia Basilio Feilding.
Negli anni successivi, invece, collaborò all’allestimento di varie opere sempre al S. Cassiano, fra le quali si ricordano La maga fulminata (1638), L’Armida (1639), il Ritorno di Ulisse in patria (1641) e la Delia (1641). Allo stesso periodo, risalgono anche il suo Il pastor Fido – del quale scrisse sia il libretto che la musica – e il Pator regio (1640), rappresentato al S. Moisè di Venezia.
Nel 1641, Ferrari pubblicò il suo terzo libro delle Musiche e poesie varie, dedicate all’imperatore Ferdinando III, continuando a scrivere varie opere per i teatri veneziani e per committenti privati.
Nel triennio 1651-1653, invece, Ferrari fu strumentista della cappella musicale della corte viennese, dopodiché fu nominato maestro di cappella alla corte modenese, incarico mantenuto fino al 1662, anno nel quale fu licenziato a causa di riforme economiche della corte.
La sua produzione annovera varie opere (delle quali sono rimasti solo i libretti), l’oratorio Il Sansone, il balletto Vittoria d’Himeneo (1648) e una raccolta di Poesie (1651).
I suoi libretti rappresentano uno dei maggiori punti di incontro tra la tradizione romana e il melodramma veneziano e sono caratterizzati da alcuni elementi tipici dell’epoca, come l’ambientazione mitologica, i riferimenti al mondo magico-cavalleresco e la ricchezza della scenografia.
Ne La maga fulminata, viene introdotto per la prima volta un personaggio comico, Scarabea, il quale fungerà da prototipo per molti altri personaggi dell’opera veneziana.
Nelle Musiche varie, infine, viene superata la contrapposizione tra stile madrigalistico e stile arioso, arrivando a una nuova concezione della vocalità. Nel primo libro, voce e basso stanno in rapporto tra loro tramite imitazione contrappuntistica, mentre negli altri due libri assume preminenza il basso ostinato.
Oltre alle attività di musicista e compositore, Ferrari si dedicò all’attività di impresario e di organizzatore teatrale, in un’epoca nella quale il teatro d’opera stava assumendo sempre più connotazioni economico-imprenditoriali.
Buona giornata e alla prossima!
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Grazie, Pierfrancesco. A presto 🙂
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Wonderful and what a performance! 💓🙋♂️
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Hi, Ashley. Have a sweet evening 🙂
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