Twill by Twilight

Tōru Takemitsu (1930 - 1996): Twill by Twilight (In memory of Morton Feldman) per orchestra (1988). Tōkyō Metropolitan Symphony Orchestra, dir. Ryusuke Numajiri.

« In Twill by Twilight, the twill weave of the music takes effect by means of an extremely limited musical unit or what we might better call the musical principle which exists prior to the forming of the melody or the taking shape of the rhythm. Subtle variations in pastel colors express the moment just after sunset when twilight turns toward darkness. The work was commissioned by the Yomiuri Nippon Symphony Orchestra on the occasion of its 25th anniversary. It was composed as a fond reminiscence of a man who was both my friend and a unique composer, Morton Feldman, who died in 1987 » (Tōru Takemitsu).

8 pensieri riguardo “Twill by Twilight

  1. Buongiorno e buona domenica, caro Claudio, grazie mille per aver portato questo delizioso pezzo di Takemitsu, davvero un’ottima interpretazione 😊

    L’opera sembra riflettere la personalità musicale del suo dedicatario, il compositore statunitense Morton Feldman, il quale spesso scriveva composizioni estremamente lunghe, ma basate su mezzi semplici. Egli non poté apprezzare il regalo di Takemitsu, poiché morì poco tempo prima del completamento della composizione.

    Sebbene le strade dei due amici si siano incontrate solo di rado, la loro amicizia si riflette nella precisa affinità coloristica che condivideva la loro musica. L’opera, infatti, risuona con il senso di un attento puntilismo e dei gesti graziosi ed essenziali di Feldman.

    Il puntilismo (o musica puntuale) fu uno stile compositivo diffuso in Europa tra il 1949 e il 1955 e consiste nella realizzazione prevalente di strutture musicali da tono a tono, senza impiegare alcuna concezione formale sovraordinata.

    Più in particolare, la musica viene strutturata come particelle separate, di varia complessità, ottenuta assegnando a ogni nota valori tratti da scale di altezza, durata, dinamica e attacchi, in modo da individuare più facilmente i singoli suoni.

    Ciò fa si che vengano mantenuti valori discreti in tutti i parametri musicali: per esempio, la dinamica “puntuale” prevede che tutti i gradi dinamici siano fissi e ogni punto sarà collegato direttamente a un altro della scala dinamica scelta, senza utilizzare alcuna transizione o gesto intermedio, a differenza della dinamica “tradizionale”.

    La concezione musicale del puntilismo è simile a quella pittorica: anche in questo caso, si prevede il deposito sulla tela di tanti piccoli “punti” (in forma di puntini veri e propri o di minute pennellate) di colore puro i quali, visti da lontano, si fondono e danno l’effetto di un colore diverso e di una maggiore luminosità, formando un unico elemento.

    Questo stile pittorico, però, è di concezione ben più antica della controparte musicale, in quanto si sviluppò a partire dalla fine del XIX secolo, ispirandosi alle teorie impressionistiche sul colore. I suoi maggiori rappresentanti, nonché fondatori, sono i pittori francesi Georges Seurat e Paul Signac.

    In ambito musicale, già a partire dal 1922, il termine “pointillisme” fu applicato con un significato diverso, nel senso opposto di “metodo di costruzione a mosaico, accumulo infinito di piccoli e insignificanti dettagli inorganici”, in riferimento alle opere di Schoenberg e di Webern.

    Quest’ultimo compositore venne spesso citato da Feldman per illustrare la differenza tra il puntilismo e le tecniche delle proprie composizioni, le quali giungevano a esiti apparentemente analoghi. Sue queste parole: “Non si tratta del puntilismo musicale, come in Webern, ma della mente che riposa su un’immagine”.

    A differenza di quanto comunemente ritenuto, infatti, Feldman non si identificò mai tra le fila dei musicisti puntuali e rifiutò sempre con fermezza quest’etichetta.

    Nonostante l’avvertimento di un senso puntilista all’interno della composizione, Takemitsu non ebbe inizialmente in mente Feldman quando concepì Twill by Twilight. L’opera, infatti, era destinata a una commissione della Yomimuri Nippon Symphony Orchestra, per la celebrazione del 25° anniversario della formazione.

    Durante questo periodo, il compositore giapponese intrattenne lunghe conversazioni telefoniche con il suo amico, supportandolo con parole di profonda amicizia nella lotta contro il suo cancro al pancreas, il quale lo stava debilitando sempre di più e che lo avrebbe ucciso qualche tempo dopo. Saputo della morte del suo caro amico, Takemitsu decise di dedicargli il pezzo.

    Nonostante il legame postumo con il suo dedicatario, l’opera riprende apparentemente alcuni tratti dello stile feldmaniano e impiega gli struggenti “giri di parole” che costituiscono il “guscio esterno” della composizione per creare un senso di isolamento e sospensione sonora.

    A differenza di Feldman che, spesso, lascia gran parte della sua tela sonora vuota (uno dei suoi appellativi era, infatti, “il compositore del silenzio”), dando vita a coinvolgenti momenti di assoluto e intenso silenzio, Takemitsu impiega un “colore dalle tonalità pastello” fatto di toni di pedale, di ostinati costretti e graduali e di campi armonici statici.

    Come molti lavori del compositore giapponese, anche in questo gli strati di tessitura dell’opera rimangono piuttosto fluidi, con linee melodiche che emergono senza soluzione di continuità dal substrato sonoro, mentre altre vengono lentamente sommerse nell’accompagamento.

    I contorni sonori del pezzo sono, invece, costituiti in gran parte da toni e tritoni, i quali contribuiscono a creare melodie altamente tensive, allo stesso modo nel quale l’allungamento e la trazione producono il tessuto a partire da fili informi.

    Secondo le parole di Takemitsu, infatti, le linee della trama musicale si intrecciano come i fili di un tessuto, il quale viene reso con tonalità pastellate, “esprimendo il momento appena dopo il tramonto, quando il crepuscolo volge verso l’oscurità”, una metafora per descrivere il momento nel quale un caro amico si libra nel crepuscolo, appena al di là del velo che separa questa vita dall’altra.

    Tra l’altro, la floridità della musica di questa composizione sembra ricordare quella delle opere del compositore francese Claude Debussy, una personalità musicale molto affascinata dai sapori musicali dell’Estremo Oriente.

    Buona giornata e a presto!

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