7 pensieri riguardo “Charakterskizzen

  1. Buongiorno e buona domenica, caro Claudio, grazie mille di aver portato questi deliziosi pezzi di carattere, davvero un’ottima interpretazione! 😊

    Hofmann nacque a Podgórze, un distretto di Cracovia, nella famiglia del compositore, direttore di orchestra e pianista Kazimierz Hofmann e della cantante Matylda Pindelska. Fin dai suoi primi anni di vita, mostrò un grande talento musicale, tale da venire considerato un bambino prodigio.

    Già all’età di cinque anni, il piccolo tenne un recital di debutto a Varsavia, nonché una serie di concerti in tutta Europa e anche negli Stati Uniti. Per garantirgli un’ottima educazione musicale, nel 1886 tutta la famiglia si trasferì a Berlino, all’epoca considerato il maggiore centro musicale europeo.

    Nella capitale tedesca, Hoffmann studiò con i migliori insegnanti dell’epoca, come Heinrich Urban (composizione), Moritz Moszkowski e Anton Rubinstein (pianoforte).

    Quest’ultimo, tra l’altro, organizzò anche il debutto del giovane ad Amburgo nel 1894 e, a partire da questo momento, Hoffmann avviò una promettente carriera concertistica, diventando uno dei pianisti più celebri del tempo.

    Accanto all’attività esecutiva, il giovane sviluppò un’eccellente attività compositiva, scrivendo e dando alle stampe più di 100 composizioni, molte delle quali sotto lo pseudonimo di Michel Dvorsky, tra le quali due concerti per pianoforte e varia musica per balletto.

    Durante la Prima Guerra Mondiale, Hoffmann emigrò negli Stati Uniti e, nel 1924, divenne il primo direttore del dipartimento di pianoforte del neonato Curtis Institute of Music di Philadelphia. Fu anche nominato direttore dell’istituto nel 1927, mantenendo quest’incarico per undici anni.

    Costretto a lasciare l’istituto a causa di controversie amministrativo-finanziarie, Hoffmann subisce un calo della sua fama artistica tra il 1939 e il 1946, in parte a causa di problemi familiari e dell’alcolismo. Nel 1946, tenne il suo ultimo recital alla Carnegie Hall e, due anni più tardi, scompare dalla scena.

    L’ultimo decennio della sua vita lo trascorse in relatività oscurità a Los Angeles, lavorando a diverse invenzioni e mantenendo costanti contatti con i suoi collaboratori.

    Come inventore, Hoffmann ottenne più di 70 brevetti, tra i quali quelli relativi agli ammortizzatori pneumatici per automobili e aeroplani, un tergicristallo, una fornace a petrolio, una casa che ruotava con il sole e un dispositivo per registrare la dinamica nella riproduzione di rulli per pianoforte, da lui perfezionato nel momento storico in cui le maggiori aziende del settore fallirono. Fu, infine, anche autore di miglioramenti al movimento del pianoforte, successivamente adottati dalla Steinway.

    Morì nel 1957 in una casa di cura di Los Angeles, a causa di una polmonite.

    Le sue idee sulla tecnica pianistica furono esposte in una serie di articoli nel “Ladies’ Home Journal”, successivamente raggruppati nei tre libri Piano Playing: A Little Book of Simple Suggestions (1907), Piano Questions Answered (1909) e Piano Playing: With Piano Question Answered (1920, una sintesi dei precedenti due libri).

    Ancora oggi, la critica è concorde nel ritenere Hoffmann il più grande pianista del secolo scorso, definendolo addirittura il “re dei pianisti” e il “più grande pianista del nostro tempo”.

    I suoi 4 Charakterskizzen furono dedicati al compositore e pianista Leopold Godowsky, come si può dedurre dalla dedica apposta sull’opera, la quale recita “Meinem Freunde Leopold Godowsky in Verehung zugeeignet” (Al mio amico Leopold Godowsky, con profonda venerazione).

    Probabilmente, nessun altro fu così vicino a Godowsky come Hoffmann e la loro amicizia, durata tutta la vita, iniziò a Berlino nei primi del Novecento. Maurice Aronson, amico e assistente di Godowsky, ha ricordato come Hoffmann “era solito entrare nello studio di Godowsky per ascoltare, a bocca aperta, mentre Godowsky stava elaborando la Metamorfosi sinfonica su Die Fledermaus“.

    Hoffmann imparò questo pezzo a orecchio e, una settimana più tardi, lo ripropose al suo amico in maniera impeccabile, senza nemmeno aver visto la musica, in quanto Godowsky non lo aveva ancora scritto.

    Il compositore ammise sempre l’influenza che Godowsky aveva avuto su di lui e, in un’intervista del 1915 a Vanity Fair, affermo che “Dubito che oggi ci siano molti pianisti che non abbiano imparato qualcosa sa lui; io so di averlo fatto e gliene sono grato”.

    In Vision sono presenti diverse figurazioni a mani alternate e brillanti passaggi della mano destra su un basso melodico, un espediente utilizzato anche in molte altre composizioni di Hoffmann. Jadis, invece, significa “molto tempo fa” o “in tempi passati” e inizia come un minuetto antico prima di allontanarsi del tutto da questo genere.

    Nenien, un avverbio significante “verso il nulla”, costituisce il movimento lento della raccolta, nella tonalità di Fa minore e con una sezione centrale in metro di 5/4. Kaleidoscop, infine, è una brillante evocazione, con frammenti tematici che si scambiano in continuazione come i disegni di vetro colorato dell’omonimo giocattolo infantile.

    Tra l’altro, Moszkowski, ex insegnante di pianoforte di Hoffmann, scrisse un’omonima suite ispirata al giocattolo, consistente in sette brevi duetti per pianoforte pubblicati nel 1905, tre anni prima della raccolta di Hoffmann.

    Buona giornata e alla prossima!

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