9 pensieri riguardo “Rapsodia svedese

  1. Buongiorno, caro Claudio, grazie mille di aver condiviso questa splendida rapsodia 😊

    Hallén nacque nella famiglia del sacerdote e contadino Mårten Hallén e di sua moglie Hedvig Amalia. Il giovane dimostrò subito un precoce talento musicale e iniziò la sua formazione musicale informale tramite lezioni al pianoforte domestico.

    Già all’età di 14 anni, il giovane si offrì per suonare l’organo nella cappella dell’ospizio di Göteborg e, presto, gli furono impartite lezioni di tecnica organistica e di armonia dall’organista della cattedrale cittadina, Henric Johan Frithiof Seldener.

    Nel frattempo, Hallén frequentò la Scuola Elementare Superiore di Göteborg e, in questo periodo, fondò una società musicale, la quale diede un concerto assai applaudito sotto la sua direzione e questo trionfo lo convinse a dedicarsi alla musica.

    Grazie al sostegno di alcuni parenti benestanti, il giovane poté studiare al Conservatorio di Lipsia, dove ebbe come insegnanti Louis Plaidy e Ignaz Moscheles (pianoforte), Moritz Hauptmann e Carl Reinecke (teoria musicale e composizione). Dopo aver ottenuto il diploma, Hallén proseguì i suoi studi musicali a Monaco, studiando composizione e direzione d’orchestra con Joseph Rheinberger.

    Nell’autunno del 1869, il giovane ritornò in patria,debuttando come compositore eseguendo il suo Trio per pianoforte e il suo Quartetto per pianoforte op. 3 a un incontro della Kungliga Musikaliska Akademien (l’Accademia Reale Svedese di Musica), tenutosi il 22 ottobre. Le stesse composizioni furono eseguite in un concerto pubblico a Göteborg poche settimane più tardi.

    L’anno successivo, Hallén si recò a Dresda per perfezionarsi nella composizione con Julius Rietz per un bienno e, dopo essere ritornato in Svezia, fu nominato direttore d’orchestra della neocostituita orchestra della Göteborgs Musikförenings (la Società Musicale di Göteborg). Rimase in questo ruolo fino al 1878, anno nel quale la formazione fu sciolta a causa di un drastico taglio delle entrate dei donatori.

    Durante questo periodo, il compositore fu anche direttore della Harmoniska Sällskapet (la Società Armonica) e, sotto la sua direzione, questa istituzione vide l’introduzione della musica di Wagner all’interno dei suoi programmi musicali. Oltre alla musica wagneriana, la società eseguì anche vari pezzi di Hallén, soprattutto orchestrali, come il poema sinfonico Fritjof och Ingeborg, l’ouverture da concerto I vårbrytningen e la Romanza per violino e orchestra.

    Nell’autunno del 1878, Hallén si recò a Berlino, dove conobbe lo scrittore Hans Herrig, autore del libretto della futura opera del compositore Harald der Wiking (1880), rappresentata l’anno dopo presso l’Opera di Lipsia, ricevendo un accoglienza calorosa dalla critica wagneriana, ma venendo stroncata dalla stampa anti-wagneriana.

    Deluso da questo, Hallén ritornò a Göteborg, dove fece rappresentare l’opera quattro anni dopo, presso il Kungliga Operan (l’Opera Reale) di Stoccolma. Qui, nell’autunno dello stesso anno, il compositore procedette a formare un coro, la Filharmoniska Sällskapet (la Società Filarmonica), diretta personalmente dal 1885 al 1895.

    In questo periodo, il compositore eseguì molti pezzi corali contemporanei ed estratti del Parsifal wagneriano, facendo anche sforzi pioneristici per introdurre la musica antica nella capitale svedese. Nel 1890, infatti, diresse la prima svedese della Passione secondo Matteo di Bach mentre, l’anno seguente, fu il turno dell’oratorio Le sette parole di Gesù Cristo sulla croce di Schütz.

    Tra il 1892 e il 1897, invece, Hallén fu secondo direttore della Kungliga Operan e, nel frattempo, si dedicò alla composizione operistica, scrivendo Hexfällan (1896) e Waldermarsskatten (1899). Questa, in particolare, fu un particolare successo, venendo rappresentata 65 volte e qualificandosi come la quarta opera svedese più eseguita alla Kungliga Operan. La revisione completa di Hexfällan, intitolata Valborgsmässa (1902), fu ritirata dopo sole due rappresentazioni.

    Nel 1902, il compositore si trasferì a Malmö, dove fondò e diresse la Sydsvenska Filharmoniska Sällskapet (la Società Filarmonica della Svezia Meridionale) per cinque anni, tenendo numerosi concerti in tutto il paese. Fu, infatti, durante questi anni che Hallén scrisse Ett juloratorium (1904), ricordato tra i suoi pezzi corali migliori.

    Cinque anni più tardi, il compositore fece ritorno a Stoccolma, dove iniziò a lavorare come critico musicale del “Nya Dagligt Allehanda” e come insegnante di composizione al Musikkonservatoriet (Conservatorio Reale di Musica), rimanendo qui dal 1909 al 1919.

    La figura di Hallén rimane fondamentale per la storia della musica, in quanto fu l’autore della prima opera svedese interamente concepita secondo i principi wagneriani.

    Nonostante l’appellativo di “Wagner svedese”, Hallén non fu così devoto al suo beniamino, come dimostrano varie lettere a Herrig contenenti diversi commenti sprezzanti su L’anello e il Tristano.

    Oltre all’opera, il compositore rivolse la sua attenzione alla scrittura orchestrale, componendo circa 15 pezzi nel genere, la maggior parte in un solo movimento. Decise di evitare i generi tradizionali, come la sinfonia.

    Imitando Liszt, invece, scrisse quattro poemi sinfonici, i primi in assoluto di un compositore svedese, evitando però di concentrarsi eccessivamente sulla scrittura di musica programmatica.

    Accanto alla produzione orchestrale, Hallén compose oltre 20 pezzi corali, per coro e orchestra, per coro e altri strumenti e per coro a cappella. La sua prima opera in assoluto nel genere, Vom Pagen und der Königstochter (1872), per la concezione armonico-strumentale, vede una notevole influenza della musica della Nuova Scuola Tedesca. Le opere successive, invece, mostrano un linguaggio più personale, unendo influenze wagneriane a reminescenze della musica antica.

    Come importante compositore, direttore d’orchestra e critico musicale, il compositore fu un grande pionere del suo paese della Nuova Scuola Tedesca promossa da Wagner e da Liszt. Molto celebre all’epoca, agli inizi del ‘900 fu gradualmente dimenticato, in favore della generazione di compositori modernisti successivi.

    Buona giornata e alla prossima!

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