Cristóbal Halffter (24 marzo 1930 - 2021): Secondo Concerto per violoncello e orchestra, No queda más que el silencio, in memoria di Federico García Lorca (1985). Mstislav Rostropovič, violoncello; Orchestre national de France diretto dall’autore.
- El grito deja en el viento una sombra de ciprés
- Vine a este mundo con ojos y me voy sin ellos
- Si muero, dejad el balcón abierto

Buongiorno e buon inizio di settimana, caro Claudio, grazie mille di aver condiviso questo enigmatico concerto per violoncello e orchestra, un’interpretazione a dir poco magistrale! 😊
Halffter viene ricordato come uno dei maggiori compositori spagnoli del XX e del XXI secolo e, senza dubbio, uno dei più audaci della Penisola Iberica, a giudicare dalla sua rapida evoluzione stilistica. Si può anche ritenere che egli sia stato il principale compositore avanguardistico spagnolo della metà del XX secolo e, con tutta probabilità, uno dei più influenti, essendo stato legato al famoso gruppo della “Generazione del ’51” [1].
Nato a Madrid in una famiglia di musicisti, lui e la sua famiglia furono costretti a trasferirsi in terra tedesca, a causa dello scoppio della guerra civile spagnola nel 1936. Fu così che il giovane iniziò gli studi elementari in Baviera e, una volta terminato il conflitto tre anni più tardi, fece ritorno nella sua città natale.
Qui diede avvio anche alla sua formazione musicale, dedicandosi allo studio della composizione con Conrado del Campo presso il locale Real Conservatorio Superior de Música, ottenendo il diploma nel 1951. Al termine di questi primi studi, decise di perfezionarsi ulteriormente, studiando privatamente con Alexandre Tansman e André Jolivet.
Successivamente, Halffter iniziò a lavorare alla Racio Nacional de España e, in parallelo, si dedicò allo studio della direzione d’orchestra. In più, si impegnò in una fervente attività compositiva, dando alla luce i suoi primi lavori di successo, come l’Antifona Pascual (1952) e il Concerto per pianoforte (1953, insignito del Premio Nazionale di Musica).
Dal 1955 al 1963, invece, fu direttore d’orchestra dell’Orchestra “Manuel de Falla” e, da qui in avanti, iniziò una promettente carriera come compositore e come direttore d’orchestra, scrivendo pezzi che combinavano elementi musicali della tradizione spagnola e tecniche d’avanguardia.
Nel 1961, fu nominato professore di composizione e forme musicali presso il Real Conservatorio di Madrid, ma anche Consigliere Nazionale dell’Educazione e direttore del conservatorio (1964-1966). Nel 1967, invece, vinse alcune borse di studio per formarsi presso la Ford Foundation negli Stati Uniti e la DAAD [2] di Berlino.
Tra i suoi numerosi incarichi, si ricorda anche quello di lettore all’Università di Navarra (1970-1978) e agli Internationale Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt e di presidente della sezione spagnola dell’International Society for Contemporary Music (1976-1978). Fu, infine, direttore artistico presso lo Studio di Musica Elettronica della Fondazione “Heinrich Strobel” di Friburgo (dal 1977), nonché primo direttore ospite dell’Orchestra Nazionale di Madrid (dal 1989).
Come principale membro della “Generazione del ’51”, Halffter fu uno dei più importanti responsabili dell’introduzione delle tecniche musicali dell’avanguardia europea in Spagna.
Le sue prime composizioni sono scritte in uno stile nazionalistica ma, in breve tempo, egli si spinse verso uno stile più moderno, integrando le tendenze dell’epoca all’interno di un linguaggio molto personale, nel quale si mescolano atonalità, dodecafonia, serialismo, musica concreta ed elettronica, ma anche l’uso di forme di stampo classico.
All’interno della sua produzione, piuttosto variegata, si segnalano le Variazioni Dortmund II (1987, composte per la commemorazione della costruzione della città tedesca omonima), le opere Don Chisciotte (1996-1999) e Lazzaro (2008), l’Adagio in forma di rondò (2003) per orchestra, nonché la cantata Yes, speak out (1968, per commemorare il 20° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani).
Da segnalare anche il pezzo orchestrale Microformas (1959-1960), con il quale Halffter ha contribuito a inaugurare una nuova era della musica spagnola, scioccando il pubblico e la critica e stimolando i suoi colleghi a guardare al futuro.
Va ricordata, infine, la Fantasia para una sonoridad de G. F. Haendel (1981) per orchestra d’archi, con la quale il compositore rivolge uno sguardo al passato, ritornando a uno stile compositivo più calmo.
Note:
[1] Con la denominazione di “Generazione del ’51” si fa riferimento a un gruppo di compositori nati tra il 1924 e il 1938, responsabili della definizione di una linea modernista in campo musicale, dopo l’estetica nazionalista che dominò nei primi anni del XX secolo. Concentrato a Madrid e a Barcellona, questo movimento ebbe un certo legame con i principali sviluppi delle arti plastiche dell’epoca.
Questo perché i primi movimenti musicali spagnoli, quali il circolo Manuel de Falla o il movimento della “Juventudes Musicales” sorsero dalla voragine lasciata dalla creazione dei gruppi plastici. Più nello specifico, essi presero vita da alcuni gruppi pittorici sorti a partire dal 1948, come il Salones de los Once, l’Escuela de Altamira, l’Escuela de Vallecas, l’Escuela de Madrid ed El Paso.
I membri di questo movimento musicale, tutti appena ventenni, intendevano rendere visibile il nuovo ruolo della musica spagnola in sintonia con le avanguardie europee. Il gruppo iniziò ad attivarsi con entusiasmo a partire dagli anni ’50, ma si dovette aspettare circa una decade, precisamente il 1959, per incominciare a parlare di una presa di posizione avanguardistica, con l’uso del linguaggio seriale.
I primi movimenti musicali spagnoli si attivarono a Barcellona e a Madrid, attraverso formazioni come “Juventudes Musicales” (1952), “Nueva Música” (1958), “Música Abierta”, “Tiempo y Música”, “Alea” e molti altri.
L’aria di cambiamento nella capitale si incominciò a vedere nei discorsi del compositore cileno Pablo Garrido, responsabile dell’insegnamento delle teorie dodecafoniche ad alcuni giovani compositori. Poco dopo, sorse il movimento della “Juventudes Musicales”, diretto da Fernando Ember e, nel 1954, comparvero i primi articoli sull’attività di questo nuovo gruppo. Nonostante i nuovi entusiasmi, nulla di quello che si era fatto fino ad allora era considerabile “avanguardia” e bisognò aspettare il 1957 per poterne parlare, anno nel quale si ebbe la prima a Darmstadt dell’opera Ukanga di Juan Hidalgo.
Tralasciando questa avventura solitaria, il primo manifesto generazionale si deve al gruppo madrileno “Nueva Música”, fondato per iniziativa di Ramón Barce e annoverante come altri suoi membri Manuel Moreno-Buendía, Antón García Abril, Cristóbal Halffter, Manuel Blancafort, Manuel Carra, Luis de Pablo e Fernando Ember.
Poco dopo la fondazione del gruppo, si tenne il suo primo concerto, inquadrabile esteticamente nella corrente atonalista, con pezzi come gli Once preludios di Barce e la Sonatina Giocosa di De Pablo. Per l’occasione, fu anche letto l’anonimo manifesto, subito ripudiato dalla critica e dai media. Le ostilità portarono da lì a breve allo scioglimento del gruppo, il quale sfociò nell’Aula de Música.
Questa nuova formazione fu inaugurata nell’aprile 1958 con un concerto inaugurale tenutosi presso l’Università di Madrid, dando inizio alle attività dei membri del gruppo, nel quale rientravano diversi ex membri del gruppo “Nueva Música”. Anche questa nuova cerchia, come la precedente, non andò oltre l’atonalità.
Il gruppo rimase in vita fino al 1973 e, sotto la direzione di Fernando Ruiz Coca, l’Aula de Música divenne la sede di tutte le nuove tendenze artistiche che si andavano diffondendo, conservatrici o innovative che fossero. Non è sbagliato affermare che il rinnovamento musicale spagnolo partì da questa istituzione e sembra chiaro che i compositori della “Generazione del ’51” dovrebbero essere inclusi sotto la denominazione di “Generazione del ’58”, anno della fondazione del gruppo “Nueva Música” e delle prime cerchie musicali puramente avanguardiste.
Nel 7 giugno 1959, si svolse quello che può essere considerato come il primo concerto puramente avanguardistico, caratterizzato dall’esecuzione della Sonata di Barce, della Sonata per violino solo di Halffter e delle Cinco invenciones di De Pablo, tutte già definite in una chiara ottica seriale.
A seguito di questo concerto, il gruppo delimitò chiaramente la sua posizione e ciò portò al ritiro di alcuni suoi membri, mentre altri (come Abril e Moreno-Buendia) si accostarono a posizioni estetiche divergenti dai postulati avanguardisti del gruppo. Da questo momento in poi, tra l’altro, il gruppo accolse anche altri compositori, madrileni e non, come Carmelo Bernaola, Ángel Arteaga, Claudio Prieto, Agustín Gónzalez Acilu e Agustín Bertoméu.
Dopo aver interiorizzato la corrente costruttivista del serialismo, la nuova formazione integrò il resto delle nuove linee musicali europee, come l’oggettualismo, la musica aleatoria e l’indeterminazione. Quest’ultima, in particolare, diede iniziò in Spagna alla “musica aperta” e a una migliore definizione delle varianti della musica aleatoria (musica mobile, musica flessibile, musica aperta e grafismo).
Con questa ultima fase, il processo di sperimentazione ebbe fine e la Spagna si ritrovò perfettamente integrata nel panorama avanguardistico europeo.
[2] L’acronimo sta per Deutscher Akademischer Austauschdienst (letteralmente, “Servizio Tedesco per lo scambio accademico”). Si tratta della maggiore organizzazione mondiale di supporto in ambito di cooperazione accademica internazionale, volta a “promuovere lo scambio scientifico-accademico tra persone ed istituzioni con la Germania, informando gli interessati sul panorama accademico tedesco e le borse di studio del DAAD”.
Agenzia autonoma, il DAAD è finanziato a livello federale da vari ministeri (principalmente quello degli Esteri), dall’UE e da imprese, organizzazioni e governi stranieri. L’istituto non eroga formazione diretta, ma assegna borse di studio per merito da impiegare per studio e/o ricerca presso una delle istituzioni tedesche accreditate.
L’organizzazione, nata nel 1925 e chiusa vent’anni più tardi, è stata rifondata nuovamente nel 1950 e ha sede a Bonn. Vi è una sede anche in Italia, presso l’Università “La Sapienza” di Roma.
Buona giornata e alla prossima!
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Grazie, Pierfrancesco. Buona giornata anche a te 🙂
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