6 pensieri riguardo “Notturno – XVII

  1. Buongiorno, caro Claudio, grazie mille di aver condiviso questo delizioso notturno, davvero un’ottima interpretazione! 😊

    Kalomiris viene ricordato come il fondatore della Scuola Nazionale Greca di Musica, contribuendo a delineare l’idioma musicale della Grecia moderna. Il suo notevole contributo, sebbene debba molto alla musica del Gruppo dei Cinque russo e al dramma musicale wagneriano, si rivela una creazione molto originale, principalmente basata sulla musica popolare greca.

    Nato a Smirne (Turchia) nella famiglia del filologo e farmacista greco Giannis Kalomiris, il giovane iniziò la sua formazione ad Atene, dove frequentò il ginnasio e dove intraprese studi sistematici di pianoforte. Completò gli studi ginnasiali a Costantinopoli nel 1899.

    Dopo un conflitto con la sua famiglia, desiderosa per lui di un destino da medico, Kalomiris si recò a Vienna, dove continuò a perfezionarsi in pianoforte e, in più, ad approfondire le già ottime basi di teoria musicale. Al termine degli studi, il giovane si recò a Charkiv (all’epoca in Russia, oggi parte dell’Ucraina), dove lavorò come insegnante per quattro anni (1906-1910).

    Ritornato definitivamente in patria, Kalomiris continuò la sua attività didattica, venendo nominato professore di pianoforte e teoria musicale avanzata al Conservatorio di Atene.

    Durante questi anni, egli si impegnò nella creazione di una scuola musicale nazionale sul modello di movimenti simili in altri paesi europei, la quale combinasse il romanticismo tedesco ed elementi della musica popolare greca. Allontanatosi dalla Scuola Ionica (accusata di “italianismo” e della mancata adozione di temi greci nella sua produzione musicale), si rivolse alla poetica popolare neoellenica, principalmente alle opere di Kostis Palamas.

    Accanto alla sua attività compositiva, Kalomiris si impegnò in una notevole attività didattica, non solo fondando il Conservatorio Ellenico (1919, diretto fino al 1926) e il Conservatorio Nazionale (1926, da lui diretto fino al 1948), ma anche sviluppando un’enorme produzione pedagogica e lavorando come ispettore generale e direttore musicale di tutte le bande militari della capitale.

    Fu anche titolare di vari incarichi amministrativi in diverse istituzioni musicali e accademiche del suo paese, come l’Unione dei Compositori Greci (presidente), il Consiglio Superiore Amministrativo della Musica del Ministero della Pubblica Istruzione (vicepresidente) e il Consiglio Consultivo Musicale (consigliere di amministrazione).

    Come importante figura del primo Novecento greco, fu eletto membro dell’Accademia di Atene e fu onorato con il Premio Nazionale delle Lettere e delle Arti (1919), a dimostrazione dei suoi notevoli contribuiti alla fisionomia culturale del suo paese.

    La sua produzione musicale è piuttosto vasta e annovera 5 opere liriche, 3 sinfonie, un concerto per pianoforte, diversi cicli di canzoni per voce e orchestra e per voce e pianoforte, vari pezzi pianistici, numerosa musica da camera, diversi pezzi corali e vari pezzi infantili.

    Come insegnante, fu anche autore di vari libri didattici, come Teoria Elementare (1924), Armonia (1933 e 1935, in due volumi), Morfologia Musicale (1939 e 1957, nei due volumi Polifonia-Contrappunto e Le Forme nella Musica Classica e Moderna), Esercizi melodici (in quattro volumi), Esercizi melodici a due voci, Temi di Armonia (1934).

    Da segnalare, infine, la sua autobiografia La mia Vita & La mia Arte (1987), dove espone in maniera dettagliata la sua filosofia musicale.

    Il suo Notturno in Fa diesis minore appartiene alla fase compositiva giovanile di Kalomiris, successiva ai suoi studi viennesi e durante il suo soggiorno russo, prima del suo ritorno in Grecia e della piena fioritura della sua scuola nazionale.

    Durante questo periodo, egli fu fortemente influenzato dalla musica del tardo romanticismo europeo. Si può percepire l’influenza di Chopin – uno dei maggiori contributori al genere del notturno, subito dopo il suo inventore John Field – nella scelta del genere, nella scrittura pianistica e, più in generale, nell’atmosfera lirica ed espressiva.

    Si possono anche percepire echi della musica di compositori russi come Rachmaninoff e Scriabin, in particolare nella ricchezza armonica, nella densità della scrittura pianistica e nella “passionalità” di alcuni passaggi. La notevole intensità espressiva e l’uso del cromatismo, invece, rivelano una certa influenza wagneriana.

    Nella prima sezione, viene introdotto il tema principale, lirico e malinconico, con una melodia assai cantabile ed espressiva alla mano destra, accompagnata da semplici accordi e da alcuni arpeggi. i quali creano un tappeto armonico fluttuante, fornendo una certa base ritmica. L’armonia si muove attorno alla tonalità di impianto (Fa# minore) e si avvale di un moderato uso di cromatismi e di accordi alterati, tipici del linguaggio tardo-romantico.

    La seconda sezione, di contrasto, è nella tonalità di Fa# maggiore (la parallela maggiore) e questo contribuisce a creare un’atmosfera più agitata e passionale. La scrittura del pianoforte diventa più densa, con diversi accordi in ottava e arpeggi. Nel complesso, l’armonia è volta a creare maggiore instabilità armonica, anche avvalendosi di varie modulazioni.

    La terza sezione porta a un ritorno della tonalità iniziale, con la melodia che ritorna alla semplicità iniziale (a eccezione di una lunga figurazione di veloci semibiscrome e biscrome), sostenuta da un accompagnamento in gran parte costituito da figurazioni in biscrome e, in misura minore, da vari accordi (arpeggiati e non).

    Nel complesso, in questa opera si può osservare come Kalomiris usi una scrittura idiomatica per lo strumeno, sfruttandone le capacità timbrico-espressive.

    Buona giornata e a domani!

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