La maschera della Morte rossa

André Caplet (1878 - 22 aprile 1925): Étude symphonique «le Masque de la Mort Rouge» per arpa e orchestra (1909), ispirato dal racconto The Masque of the Red Death (1842) di Edgar A. Poe. Frédérique Cambreling, arpa; Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo, dir. Georges Prêtre.

8 pensieri riguardo “La maschera della Morte rossa

  1. Questa composizione è profondamente suggestiva e programmatica e traduce magistralmente l’atmosfera macabra, l’orrore psicologico e la tensione narrativa del racconto in musica.

    L’inizio stabilisce subito un clima misterioso e tensivo, con gli archi che entrano in pianissimissimo con sordina, creando un suono velato e distante. L’armonia è ambigua, ricca di dissonanze sottili e colori modali, tipici dell’impressionismo e carichi di presagio.

    Seguono sezioni più mosse e ritmicamente marcate, rappresentanti la festa del Principe Prospero. Gli archi disegnando figure talvolta danzanti, ma sempre inquiete e l’uso di vari effetti e rapide scale porta alla creazione di un’immagine sonora vivida, febbrile e quasi isterica.

    Un rallentamento del tempo e un cambio di atmosfera corrispondono ai rintocchi dell’orologio d’ebano. Il suono si fa più scuro, spesso con sonorità spettrali agli archi. L’accumulo di tensione porta al culime della tensione narrativa, raggiunta con l’apparizione della figura mascherata a mezzanotte.

    Dopo l’apparizione, la musica descrive il panico e la caduta dei cortigiani, con sezioni concitate ed effetti aggressivi degli archi. La fine è segnata da un progressivo accelerando e crescendo sfocianti in accordi violenti, rappresentando la vittoria della Morte. La conclusione evanescente suggerisce il silenzio seguente alla strage.

    Caplet impiega un linguaggio armonico post-impressionista, con accordi estesi, scale modali ed esatonali, cromatismi e dissonanze espressive. Momenti quasi-atonali o bitonali accrescono il senso di disagio e irrealtà.

    Le linee melodiche, spesso frammentate ed elusive, servono a evocare emozioni o immagini (il respiro affannoso, il fruscio, un frammento di danza). Sono anche presenti linee più liriche, ma sempre cariche di malinconia o ansia.

    La tessitura varia enormemente, passando da momenti quasi monodici e spettrali a dense sovrapposizioni polifoniche nelle sezioni più agitate, a momenti di inquietante omofonia. L’alternanza tra trasparenza e densità è utile a delineare i contrasti emotivo-narrativi.

    L’uso delle dinamiche è estremo (dal ppp quasi impercettibile al sff violento), con contrasti improvvisi (p subito, f subito) che contribuiscono allo shock e all’instabilità emotiva. L’agogica, con le sue numerose indicazioni di tempo e di carattere, è importante per guidare l’interprete nell’espressione del contenuto programmatico.

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  2. Grazie mille, nel mio piccolo cerco ogni giorno di fare sempre meglio per rendere giustizia alla buona musica 😊. Per me è davvero un piacere scrivere questi commenti che possano aiutare anche i meno esperti a capire meglio le tue proposte musicali, specialmente quelle meno accessibili 🙂

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