Notturno – XVIII

Gabriel Fauré (12 maggio 1845 - 1924): Notturno per pianoforte n. 6 in re bemolle maggiore op. 63 (1894). Samson François.



L’approfondimento
di Pierfrancesco Di Vanni

Lirismo, turbamento e trasfigurazione: analisi del Notturno n. 6 op. 63 di Fauré

Il Notturno n. 6 in re bemolle maggiore, dedicato a Monsieur Eugène d’Eichthal, rappresenta un magnifico esempio della maturità stilistica di Fauré. Quest’opera si allontana dalla semplice struttura tripartita ABA’ tipica di molti notturni precedenti, per abbracciare una forma più complessa e rapsodica, ricca di contrasti emotivi e raffinatezze armoniche.

Il brano si apre con l’indicazione “Adagio e dolce”, stabilendo immediatamente un’atmosfera intima e cantabile. La tonalità principale di re bemolle maggiore è chiaramente definita. La mano destra presenta la melodia principale, un tema lungo e sinuoso, caratterizzato da un lirismo intenso e da un andamento prevalentemente congiunto, ma con slanci espressivi. L’accompagnamento della mano sinistra consiste in ampi arpeggi spezzati che creano un tappeto armonico fluido e risonante, tipico dello stile di Fauré. L’armonia è ricca e sottile, impiegando accordi di settima e nona, e modulazioni passeggere che colorano la tonalità d’impianto senza destabilizzarla completamente in questa fase iniziale. La dinamica predominante è il piano, ma con micro-sfumature e un graduale crescendo che porta a un picco espressivo (f molto espressivo) verso la fine della sezione. Questa prima parte, pur mantenendo un carattere sognante, contiene già i semi dell’inquietudine che si svilupperà in seguito. La sezione si conclude con un rallentando e una cadenza perfetta in re bemolle maggiore, segnata pp, che porta a un cambio di tempo e carattere.

Un cambiamento radicale avviene con l’indicazione “Allegretto molto moderato”. La tonalità si sposta enarmonicamente a do diesis minore, sottolineata dal cambio di armatura in chiave. Il lirismo iniziale lascia spazio a un’atmosfera più inquieta e ritmicamente marcata. La mano destra introduce un nuovo motivo, più frammentato e sincopato rispetto al tema iniziale, mentre la sinistra fornisce un accompagnamento più accordale e pulsante. La scrittura diventa più densa e armonicamente più instabile, con frequenti cromatismi e progressioni che creano tensione. La dinamica si fa più energica, partendo da mf e sviluppandosi attraverso crescendo fino a raggiungere il ff. Verso la fine, dopo un culmine sonoro (ff sempre), la tensione si dissolve attraverso una transizione (pp) caratterizzata da arpeggi eterei nella tonalità di re bemolle maggiore che prepara il ritorno, o meglio, una nuova fase del brano.

Inaspettatamente, Fauré non ritorna subito al tema iniziale. Introduce invece una nuova sezione, “Allegro moderato” in la maggiore. Questa parte è caratterizzata da una scrittura virtuosistica basata su rapidi arpeggi ascendenti e discendenti, principalmente nella mano destra, creando una tessitura leggiero e scintillante. S’inizia in pp e sempre, suggerendo un’agitazione trattenuta, quasi un fremito interiore. Questa sezione ha una funzione di sviluppo, elaborando materiale motivico forse derivato indirettamente dalle sezioni precedenti ma presentandolo sotto una luce completamente nuova. L’armonia continua a esplorare regioni cromatiche, e la dinamica costruisce gradualmente un lungo crescendo che porta a un nuovo climax (f espressivo e poi ff). Segue una sezione di transizione (più moderato) che sembra rielaborare elementi ritmici e accordali della sezione precedente, ma in modo più frammentato e interrogativo, prima di condurre alla ripresa.

L’indicazione Tempo I segna il ritorno all’Adagio iniziale e al tema principale. Tuttavia, non si tratta di una ripresa letterale. Il tema riappare in pp, ma l’atmosfera è cambiata, quasi filtrata dalle esperienze delle sezioni precedenti. Ben presto, la ripresa viene interrotta da un’elaborazione più intensa (cresc.), incorporando elementi cromatici e raggiungendo un culmine drammatico (ff), quasi una catarsi finale del materiale tematico principale. Questa intensità si placa gradualmente (diminuendo).
La coda inizia con un ritorno all’indicazione dolce e pp, riprendendo frammenti del tema iniziale in un’atmosfera di serena contemplazione. L’armonia si fa nuovamente rarefatta e sognante, con accordi sospesi e colori delicati (meno p, uso di accordi alterati). Brevi impennate (espressivo) ricordano le tensioni passate, ma il movimento generale è verso la quiete. Le ultime battute sono segnate dolcissimo, con il ritorno del motivo iniziale su accordi tenuti di re bemolle maggiore, che si estinguono nel silenzio (pp implicito), lasciando un senso di pace trasfigurata e risoluzione interiore.

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