La sua musica non durerà

Claude Debussy (1862 - 1918): Quartetto in sol minore per archi op. 10 (1893). Juilliard Quartet.

  1. Animé et très décidé
  2. Assez vif et bien rythmé
  3. Andantino, doucement expressif
  4. Très modéré

 « Con queste giornate primaverili mentre siamo indolenti e insonnoliti come dei bevitori di birra è passato il concerto commemorativo di Claudio Debussy sul nostro assopimento, come una lenta ombra luttuosa.
« Noi l’abbiamo veduto pochi anni fa: la sua pallidissima fronte gonfia e quasi ondeggiante sotto gli urti di un fermento interno in levitazione, il suo sguardo sofferente e profondo di bizantino, e le sue povere mani fredde, passive, emaciate e gialle come due vecchi guanti ci impressionarono come se in quell’uomo ancora tanto vivo e celebre l’istinto fosse spento e incenerito per sempre.
« Lo si considera come un genio del nostro secolo, a noi apparve sempre come un modista della musica. Ricercatore di espressioni originali egli non trovava che qualche fortunata eleganza. Egli si rifiutava di toccare la terra con i piedi ed aveva dei brividi di repulsione al suono di musica altrui, e disse che Beethoven era volgare.
« Mal sostenuto da un temperamento che non era né ricco né generativo egli oltrepassò il segno dell’arte per naufragare in un intellettualismo disperato. Aveva in fondo più confidenza nella pittura e nella poesia che nella musica a sé. Procedendo criticamente per esclusione egli giunse a farsi un genere limitato, indeterminabile, e quasi scientifico. Egli eccelle dal punto di vista istrumentale pianistico.
« Maeterlinck è stato il suo ispiratore. Le principesse incorporee che non vedono il giorno e agonizzano contro le pareti dei bui sotterranei ostruiti; la vita senza occhi e senza orecchi; tutte le vaghe apprensioni dell’inintelligibile fanno parte del suo programma di perdizione musicale e ci costringono a far quarantena sulle minacciose latitudini dell’Inconcludente.
« Pure spesso, sotto i veli, traspare nelle sue pagine quel genere d’album indispensabile nel salotto francese, che Egli deforma orribilmente per repulsione e per necessità, ma il sentimento poco originale rimane.
« Nondimeno, se accostiamo bene l’orecchio a qualche fenditura ci accadrà di sorprendere, a traverso questo cumulo di pregiudiziali, il passaggio fortuito di certe squisitezze sincere, sonore, rare ed effimere.
« Non vogliamo intendercene troppo, ma probabilmente il programma di ieri non fu composto con quel senso di carità e di onoranza che la triste e solenne occasione richiedeva.
« Gli esecutori erano tutti valorosissimi artisti e ci parve di capire che alcuni d’essi non fossero preparati alla morte prematura del decantato riformatore francese.
« Il programma comprendeva: la Sonata per violino e pianoforte, le Trois Chansons de Bilitis, due liriche dalle Ariettes oubliées e il Noël des enfants qui n’ont plus de maisons, che la signora Montjovet cantò con profondo sentimento; i Reflets dans l’eau, l’Hommage à Rameau e il Children’s Corner per pianoforte solo, eseguiti egregiamente da Alfredo Casella. Per ultimo il Quartetto per archi, esecutori Mario Costa, Giacinto Spada, Gustavo Gatti e Tito Rosati.
« Il pubblico numerosissimo fece, qua e là, il respiro grosso, ma applaudi alla fine di ogni pezzo e acclamò la signora Montjovet che dovette bissare il Noël des enfants…
« Noi rimaniamo tutt’ora persuasi che Claudio Debussy oltre che un creatore di musiche che non dureranno molto nel tempo a venire, era, per certe sue attitudini teoriche, il propulsore di un movimento disastroso e in Italia ne conosciamo assai bene le conseguenze.
« Alfredo Casella che fu magna pars del concerto, Malipiero e tutti i fratellini minori erano presenti ieri alla commemorazione. Se piangiamo la morte di Claudio Debussy dovremmo strapparci le chiome al vedere la numerosa famiglia che Egli ha abbandonato sul lastrico di S. Cecilia.»

 Bruno Barilli 
 («Il Tempo», 6 aprile 1918) 
 

 Bruno Barilli 

Allegro mosso

Alfredo Casella (25 luglio 1883 - 1947): Sinfonia n. 3 op. 63 (1939-40). Orchestra sinfonica di Roma, dir. Francesco La Vecchia.

  1. Allegro mosso
  2. Andante molto moderato, quasi adagio [11:25]
  3. Scherzo: Allegro alquanto pesante e sempre molto ritmico [23:50]
  4. Rondò finale: Allegro molto vivace ed animato [31:35]

Casella

Pagine di guerra

Alfredo Casella (1883 - 1947): Pagine di guerra op. 25, «quattro films musicali per pianoforte a 4 mani» (1915). Sandro Ivo Bartoli e Marcello Guerrini.

  1. Nel Belgio: sfilata di artiglieria pesante tedesca. Allegro maestoso e pesante [0:58]
  2. In Francia: davanti alle rovine della Cattedrale di Reims. Lento, grave [3:14]
  3. In Russia: carica di cavalleria cosacca. Allegro molto vivace [5:39]
  4. In Alsazia: croci di legno… Tempo di berceuse (Andante molto moderato) [7:28]

Casella: Pagine di guerra op. 25b, versione per orchestra con l’aggiunta di un quinto brano (1917). Orchestra Sinfonica di Roma, dir. Francesco La Vecchia.

  1. Nel Belgio: sfilata di artiglieria pesante tedesca. Allegro maestoso e pesante
  2. In Francia: davanti alle rovine della Cattedrale di Reims. Lento, grave [1:58]
  3. In Russia: carica di cavalleria cosacca. Allegro molto vivace [4:22]
  4. In Alsazia: croci di legno… Tempo di berceuse (Andante molto moderato) [5:38]
  5. Nell’Adriatico: corazzate italiane in crociera. Allegro molto maestoso [8:29]

Corriere della sera, 24 maggio 1915