Finché vivi, splendi

Epitaffio di Sicilo. Esegue l’Atrium Musicae de Madrid diretto da Gregório Paniagua.

Molto suggestivo: una delle più antiche composizioni musicali che ci siano pervenute complete, databile fra il II secolo a.C. e il I d.C.
È incisa su una stele funeraria rinvenuta nel 1883 a Aydın, presso Tralles, dal­l’ar­cheo­logo britannico sir William Mitchell Ramsay. Egli pubblicò il testo, ma non si accorse dei segni musicali che l’accompagnano: furono identificati e trascritti dall’illustre papirologo austriaco Carl Wessely nel 1891. La stele, portata nel Museo di Smirne, è ora conservata nel Museo nazionale danese.

Prima dei versi e della melodia, la stele reca incise queste parole:

Εἰκὼν ἡ λίθος εἰμί. Τίθησί με Σείκιλος ἔνθα μνήμης ἀθανάτου σῆμα πολυχρόνιον.

Io, pietra, sono un’immagine. Qui mi pose Sicilo come segno duraturo di memoria immortale.
 

Il testo dell’epitaffio:

Ὅσον ζῇς φαίνου.
μηδὲν ὅλως σὺ λυποῦ·
πρὸς ὀλίγον ἐστὶ τὸ ζῆν.
τὸ τέλος ὁ χρόνος ἀπαιτεῖ.

Finché vivi, splendi.
Non ti affliggere troppo per nessuna cosa:
la vita dura poco,
il tempo reclama la sua fine.
 


Bruno Maderna (pseudonimo di Bruno Grossato; 1920 - 1973): Composizione n. 2 per orchestra (1950). hr-Sinfonieorchester Frankfurt, dir. Arturo Tamayo.
Il lavoro di Maderna è costruito sulla melodia dell’Epitaffio di Sicilo.

Epitaffio di Sicilo

Escatofonia (Syl’vestrov 85)

Valentyn Syl’vestrov (30 settembre 1937): Terza Sinfonia, Эсхатофония (Escatofonia, 1966). Dir. Bruno Maderna, Darmstadt 1968.

Con il termine escatofonia l’autore intende far riferimento al desiderio di unire la musica all’escatologia, cioè la riflessione sul destino ultimo dell’essere umano e dell’universo.