21 marzo, Giornata europea della musica antica

Georg Philipp Telemann (1681 - 1767): Concerto per flauto dolce, archi e basso continuo in do maggiore TWV 51:C1. Dorothee Oberlinger, flauto dolce; Bremer Barock­orchester.

  1. Allegretto
  2. Allegro [3:11]
  3. Andante [6:55]
  4. Tempo di Minue [10:46]

Dorothee Oberlinger è Early Music Day Ambassador per il 2024

Una salda fortezza – I

Ein feste Burg ist unser Gott, inno su testo di Martin Lutero (ispirato dal Salmo 46) con melodia di Joseph Klug (1529).

Ein feste Burg ist unser Gott,
Ein gute Wehr und Waffen.
Er hilft uns frei aus aller Not,
Die uns jetzt hat betroffen.
Der alt böse Feind,
Mit Ernst er’s jetzt meint.
Groß Macht und viel List
Sein grausam Rüstung ist.
Auf Erd ist nicht seinsgleichen.

Mit unsrer Macht ist nichts getan,
Wir sind gar bald verloren.
Es streit’t für uns der rechte Mann,
Den Gott hat selbst erkoren.
Fragst du, wer der ist?
Er heißt Jesus Christ,
Der Herr Zebaoth,
Und ist kein ander Gott.
Das Feld muß er behalten.

Und wenn die Welt voll Teufel wär
Und wollt uns gar verschlingen,
So fürchten wir uns nicht so sehr,
Es soll uns doch gelingen.
Der Fürst dieser Welt,
Wie saur er sich stellt,
Tut er uns doch nicht.
Das macht, er ist gericht’t.
Ein Wörtlein kann ihn fällen.

Das Wort sie sollen lassen stahn
Und kein’ Dank dazu haben.
Er ist bei uns wohl auf dem Plan
Mit seinem Geist und Gaben.
Nehmen sie den Leib,
Gut, Ehr, Kind und Weib,
Laß fahren dahin.
Sie haben’s kein Gewinn.
Das Reich muß uns doch bleiben.


Stephan Mahu (c1480/90-1541?): Ein feste Burg ist unser Gott. Paula Bär-Giese, soprano (interpreta il ruolo di Katharina von Bora, moglie di Lutero); Hein Hof (nei panni di Mahu) l’accompagna al virginale.


Samuel Scheidt (1587-1654): Ein feste Burg ist unser Gott. Coro Anonymus.


Una squillante versione del celebre corale luterano, eseguita alla tromba da Timothy Moke e all’organo da Georg Masanz.


Georg Philipp Telemann (1681-1767): Ein feste Burg ist unser Gott, mottetto-corale a 4 voci, con strumenti ad libitum, e basso continuo TVWV 8:7. Magdeburger Kammerchor e Magdeburger Barockorchester, dir. Lothar Hennig.

Il 31 ottobre 1517 Martin Lutero rese pubbliche (secondo la tradizione, affiggendole sul portale della Schlosskirche di Wittenberg) le proprie 95 tesi «sulla dichiarazione del potere delle indulgenze»; per convenzione storica, questo evento è considerato l’inizio della Riforma protestante.

Veduta di Wittenberg, 1536. Sulla sinistra, la Schlosskirche

Il Concerto dell’amore perduto

Georg Philipp Telemann (14 marzo 1681 - 1767): Concerto in re maggiore per tromba e archi (1714). Maurice André, tromba; Berliner Philharmoniker, dir. Herbert von Karajan.

  1. Adagio
  2. Allegro [2:35]
  3. Grave [4:42]
  4. Allegro [7:17]

Per l’Adagio iniziale nutrì una grande passione un celebre cantautore italiano 🙂

Dodici Marce eroiche

Georg Philipp Telemann (1681 - 25 giugno 1767): Helden-Music bestehend aus 12. Marchen / 12 Marches héroiques TWV 55:a1, versione per tromba e organo (l’originale è per due oboi e basso continuo). Ole Edvard Antonsen, tromba; Wayne Marshall, organo.

  1. Die Würde – La Majesté
  2. Die Anmut – La Grâce
  3. Die Tapferkeit – La Vaillance
  4. Die Ruhe – La Tranquilité
  5. Die Rüstung – L’Armement
  6. Die Liebe – L’Amour
  7. Die Wachsamkeit – La Vigilance
  8. Die Ausgelassenheit – La Gaillardise
  9. Die Sanftmut – La Douceur
  10. Die Großmut – La Générosité
  11. Die Hoffnung – L’Espérance
  12. Die Freude – La Réjouissance

La Canarie

Michael Praetorius (ovvero Schultheiß; 1571 - 15 febbraio 1621): La Canarie (da Terpsichore, Musarum Aoniarum, 1612, n. 31). Eduardo Antonello esegue tutte le parti.

Canaria o canario (anche canarie, canary) è una danza rinascimentale ispirata da una forma tradizionale propria delle isole Canarie, probabilmente quella nota come tajaraste. Era molto diffusa in Europa fra Cinque e Seicento, tanto che venne menzionata anche da Shakespeare (in Pene d’amor perdute, in Tutto è bene quel che finisce bene e nelle Allegre comari di Windsor). Di andamento rapido, in ritmo ternario o doppio ternario, soddisfaceva la tendenza esotizzante della società del tempo con la bizzarria dei suoi movimenti, che alternavano saltelli e passi martellati (tacco e punta).
Viene menzionata per la prima volta nel Libro de Música de vihuela (1552) di Diego Pisador, che però non la descrive come una danza bensì come un canto funebre (endecha de canario). I più antichi esempi musicali si trovano nei trattati di danza della fine del Cinquecento. Nel Ballarino (1588) Fabrizio Caroso la pone a conclusione della coppia gagliarda-saltarello (o rotta); ne dà inoltre una descrizione completa, come danza autonoma, articolata in sei mutanze (serie di figure). Tanto Thoinot Arbeau nell’Orchésographie (1588) quanto padre Marin Mersenne nell’Harmonie universelle (1636) ne sottolineano il carattere selvaggio. Compare anche nelle Nuove inventioni di balli (1604) di Cesare Negri.
Caduta in disuso, come danza, nella seconda metà del Seicento, entrò tuttavia a far parte della suite strumentale e fu accolta anche nell’opera: se ne possono trovare esempi in composizioni di Jacques Champion de Chambonnières e di François Couperin, nelle Pièces de clavessin op. II (1669) di Johann Caspar Ferdinand Fischer, nel Suavioris harmoniae instrumentalis hyporchematicae Florilegium (1a parte, 1695) di Georg Muffat e ancora in lavori di Jean-Baptiste Lully, Johann Kusser, Georg Philipp Telemann e Jan Dismas Zelenka, e inoltre nella semi-opera tragicomica in cinque atti di Henry Purcell The Prophetess, or The History of Dioclesian (1695).
Occasionalmente, il ritmo e l’andamento propri di questa danza si trovano in composizioni più recenti, come per esempio la suite Ballet de cour (1901-04) di Gabriel Pierné.
(Testo tratto dal Dizionario di musica della Utet [DEUMM], riveduto e ampliato.)


La Cantata del caffè

Questa sera vi propongo un breve ma efficace video divulgativo, pubblicato proprio oggi da Francesco Di Fortunato nel suo canale di YouTube Musica antica (for dummies) e dedicato alla genesi della Cantata del caffè (Schweigt stille, plaudert nicht BWV 211) di Johann Sebastian Bach, composta nel 1734 circa su testo di Picander, al secolo Christian Friedrich Henrici.

  1. scoperta e diffusione del caffè
  2. Bach a Lipsia [1:44]
  3. la Cantata del caffè [2:51]
  4. analisi musicale [3:38]
  5. i pregiudizi sul caffè [6:23]
  6. conclusione [8:12]

Dopodiché, ecco la Cantata del caffè in una pregevole interpretazione: Lucie Chartin, soprano (Liesgen); Jan-Willem Schaafsma, tenore; Mattijs van de Woerd, basso (Schlen­drian); membri della Nederlandse Bachvereniging, dir. e violino I Shunske Sato.

Mentre gli altri preparano la scena, ricostruendo (più o meno) il Cafè Zimmermann di Lipsia ove la cantata fu eseguita per la prima volta, gli strumentisti eseguono un brano di Telemann – così, giusto per scaldare i motori…

– Georg Philipp Telemann (1681 - 1767): Distrait, V movimento del Quartetto in mi minore per flauto traverso, violino, violoncello e basso continuo TWV43:e4 (1738).

  1. Schweigt stille (recitativo) [1:44]
  2. Hat man nicht (aria) [2:26]
  3. Du böses Kind (recitativo) [5:09]
  4. Ei! wie schmeckt (aria) [5:53]
  5. Wenn du mir nicht (recitativo) [10:33]
  6. Mädchen, die von harten (aria) [11:51]
  7. Nun folge (recitativo) [14:33]
  8. Heute noch (aria) [15:31]
  9. Nun geht (recitativo) [22:18]
  10. Die Katze läβt (terzetto) [23:09]

Testo

1. Rezitativ (Tenor)

Schweigt stille, plaudert nicht
Und höret, was itzund geschicht:
Da kömmt Herr Schlendrian
Mit seiner Tochter Liesgen her;
Er brummt ja, wie ein Zeidelbär;
Hört selber, was sie ihm getan!

1. Recitativo (Tenore)

Fate silenzio, non parlate,
e ascoltate che cosa succede:
ecco il signor Schlendrian
con sua figlia Liesgen;
brontola come un vecchio orso,
sentite da voi che cosa gli ha fatto!

2. Arie (Schlendrian)

Hat man nicht mit seinen Kindern
Hunderttausend Hudelei!
Was ich immer alle Tage
Meiner Tochter Liesgen sage,
Gehet ohen Frucht vorbei.

2. Aria (Schlendrian)

Non si hanno, con i figli,
che centomila grattacapi!
Ciò che sempre ogni giorno
ripeto a mia figlia Liesgen
se ne va via senza frutto.

3. Rezitativ (Schlendrian, Liesgen)

Du böses Kind, du loses Mädchen,
Ach! wenn erlang ich meinen Zweck:
Tu mir den Coffee weg!
Herr Vater, seid doch nicht so scharf!
Wenn ich des Tages nicht dreimal
Mein Schälchen Coffee trinken darf
So werd ich ja zu meiner Qual
Wie ein verdorrtes Ziegenbrätchen.

3. Recitativo (Schlendrian, Liesgen)

– Bambina cattiva, ragazzaccia,
ah!, quando vorrai obbedirmi,
fa’ sparire quel caffè!
– Signor padre, non siate così severo!
Se tre volte al giorno
non bevo la mia tazzina di caffè,
per mia disgrazia mi trasformo
in un arrosto di capra rinsecchito.

4. Arie (Liesgen)

Ei! wie schmeckt der Coffee süße,
Lieblicher als tausend Küsse,
Milder als Muskatenwein.
Coffee, Coffee muss ich haben,
Und wenn jemand mich will laben,
Ach, so schenkt mir Coffee ein!

4. Aria (Liesgen)

Oh, com’è dolce il caffè,
più soave di mille baci,
più amabile del moscato!
Caffè, caffè io devo avere;
e se qualcuno mi vuole compiacere,
ah!, mi versi del caffè!

5. Rezitativ (Schlendrian, Liesgen)

– Wenn du mir nicht den Coffee lässt,
So sollst du auf kein Hochzeitfest,
Auch nicht spazierengehn.
– Ach ja!
Nur lasset mir den Coffee da!
– Da hab ich nun den kleinen Affen!
Ich will dir keinen Fischbeinrock nach itzger Weite schaffen.
– Ich kann mich leicht darzu verstehn.
– Du sollst nicht an das Fenster treten
Und keinen sehn vorübergehn!
– Auch dieses; doch seid nur gebeten
Und lasset mir den Coffee stehn!
– Du sollst auch nicht von meiner Hand
Ein silbern oder goldnes Band
Auf deine Haube kriegen!
– Ja, ja! nur lasst mir mein Vergnügen!
– Du loses Liesgen du,
So gibst du mir denn alles zu?

5. Recitativo (Schlendrian, Liesgen)

– Se non smetti di bere il caffè
non andrai più a una festa di nozze
e nemmeno a passeggiare.
– Ah va bene!
Purché mi lasciate il caffè!
– Ora ti tengo, scimmietta!
Non avrai più nemmeno una crinolina,
fatta come moda comanda.
– Posso anche farne a meno.
– Non potrai più stare alla finestra
a guardare la gente che passa!
– Va bene anche questo. solo vi prego
di non toglierrmi il caffè!
– E da me non avrai più
nastri d’argento né d’oro
per il tuo cappello!
– Sì, sì! Ma lasciatemi il mio piacere!
– Discola d’una Liesgen,
accetterai dunque qualsiasi punizione?

6. Arie (Schlendrian)

Mädchen, die von harten Sinnen,
Sind nicht leichte zu gewinnen.
Doch trifft man den rechten Ort,
O! so kömmt man glücklich fort.

6. Aria (Schlendrian)

Le ragazze dalla testa dura
non son facili da domare.
Ma se si tocca il tasto giusto
Oh!, allora se ne viene a capo!

7. Rezitativ (Schlendrian, Liesgen)

– Nun folge, was dein Vater spricht!
– In allem, nur den Coffee nicht.
– Wohlan! so musst du dich bequemen,
Auch niemals einen Mann zu nehmen.
– Ach ja! Herr Vater, einen Mann!
– Ich schwöre, dass es nicht geschicht.
– Bis ich den Coffee lassen kann?
Nun! Coffee, bleib nur immer liegen!
Herr Vater, hört, ich trinke keinen nicht.
– So sollst du endlich einen kriegen!

5. Recitativo (Schlendrian, Liesgen)

– Obbedisci al volere di tuo padre!
– Farò ogni cosa, salvo che per il caffè.
– Molto bene! Allora ti dovrai rassegnare
a non prendere mai marito!
– Oh, sì! Signor padre, un marito!
– Ti giuro che non l’avrai.
– Se non smetto di bere caffè?
Allora, caffè, rimani dove sei!
Padre, ascoltate, non ne berrò più.
– E così alla fine potrai avere un marito!

8. Arie (Liesgen)

Heute noch,
Lieber Vater, tut es doch!
Ach, ein Mann!
Wahrlich, dieser steht mir an!
Wenn es sich doch balde fügte,
Dass ich endlich vor Coffee,
Eh ich noch zu Bette geh,
Einen wackern Liebsten kriegte!

8. Aria (Liesgen)

Oggi stesso,
caro padre, fatelo!
Ah, un marito!
Davvero fa per me!
Oh, accadesse presto
che finalmente, invece del caffè,
prima di andare a letto
trovassi un fiero amore!

9. Rezitativ (Tenor)

Nun geht und sucht der alte Schlendrian,
Wie er vor seine Tochter Liesgen
Bald einen Mann verschaffen kann;
Doch, Liesgen streuet heimlich aus:
Kein Freier komm mir in das Haus,
Er hab es mir denn selbst versprochen
Und rück es auch der Ehestiftung ein,
Dass mir erlaubet möge sein,
Den Coffee, wenn ich will, zu kochen.

9. Recitativo (Tenore)

Ora il vecchio Schlendrian va e cerca,
come ha promesso a sua figlia Liesgen,
un uomo che possa farle da marito;
ma Liesgen di nascosto fa saper questo:
che nessuno spasimante venga da me
se prima non mi prometterà,
scrivendolo nel contratto di nozze,
che mi sarà concesso di farmi un caffè
ogni volta che ne avrò voglia.

10. Chor (Terzett)

Die Katze lässt das Mausen nicht,
Die Jungfern bleiben Coffeeschwestern.
Die Mutter liebt den Coffeebrauch,
Die Großmama trank solchen auch,
Wer will nun auf die Töchter lästern?

10. Terzetto

Come il gatto non lascia il topo,
così le ragazze non rinunciano al caffè.
Le loro madri amano farne uso,
e anche le nonne lo bevevano:
Chi dunque vorrà imprecare contro le figlie?