Rosamunde-Musik

Franz Schubert (1797-1828): Rosamunde, Fürstin von Zypern D 797, musiche di scena (selezione) per il dramma omonimo di Helmina von Chézy (1823). Koninklijk Concertgebouworkest, dir. George Szell (registrazione del 1957).

  1. Ouverture
  2. Ballettmusik n. 2: Andantino in sol maggiore [10:08]
  3. Entr’acte n. 3: Andantino in si bemolle maggiore [17:17]
  4. Entr’acte n. 1: Allegro molto moderato in si minore [23:58]

Franz Schubert: Impromptu in si bemolle maggiore op. posth. 142 (D 935) n. 3 (1827). Maria João Pires, pianoforte.


Franz Schubert: Quartetto per archi n. 13 in la minore op. 29, D 804, detto Rosamunde-Quartett (1824). Sini Simonen e Benjamin Bowman, violini; Steven Dann, viola; Richard Lester, violoncello.

  1. Allegro ma non troppo
  2. Andante [14:13]
  3. Menuetto: Allegretto [21:45]
  4. Finale: Allegretto moderato [29:02]

Helmina von Chézy Helmina von Chézy

La notte, ancora

 
Alphons Diepenbrock (2 settembre 1862 - 1921): Die Nacht, elegia per contralto e orchestra (1910-11) su testo di Friedrich Hölderlin. Janet Baker, mezzosoprano; Koninklijk Concertgebouworkest, dir. Bernard Haitink.

Rings um ruhet die Stadt; still wird die erleuchtete Gasse,
Und, mit Fackeln geschmückt, rauschen die Wagen hinweg.
Satt gehn heim von Freuden des Tags zu ruhen die Menschen,
Und Gewinn und Verlust wäget ein sinniges Haupt
Wohlzufrieden zu Haus; leer steht von Trauben und Blumen,
Und von Werken der Hand ruht der geschäftige Markt.
Aber das Saitenspiel tönt fern aus Gärten; vielleicht, daß
Dort ein Liebendes spielt oder ein einsamer Mann
Ferner Freunde gedenkt und der Jugendzeit; und die Brunnen
Immerquillend und frisch rauschen an duftendem Beet.
Still in dämmriger Luft ertönen geläutete Glocken,
Und der Stunden gedenk rufet ein Wächter die Zahl.
Jetzt auch kommet ein Wehn und regt die Gipfel des Hains auf,
Sieh! und das Schattenbild unserer Erde, der Mond,
Kommet geheim nun auch; die Schwärmerische, die Nacht, kommt,
Voll mit Sternen und wohl wenig bekümmert um uns,
Glänzt die Erstaunende dort, die Fremdlingin unter den Menschen,
Über Gebirgeshöhn traurig und prächtig herauf.
    (Friedrich Hölderlin, Brod und Wein I)

Riposa la città, il vicolo acceso azzittisce;
strepitano carrozze adorne di fiaccole,
la gente rincasa, sazia delle gioie del giorno,
un capo accorto calcola entrata e uscita
in pace e a casa, il mercato industrioso
spoglio di grappoli fiori e opere s’acquieta.
– Un violino lontano, da un giardino. Forse
qualcuno che ama o un solitario che pensa
gioie perdute, la sua giovinezza; perenni
fresche fontane scrosciano su aiuole odorose.
Erano nella penembra dell’aria rintocchi lenti,
qualcuno annuncia chiaro il conto delle ore.
Un soffio di vento muove le cime del bosco,
e il simulacro della terra, la luna,
viene in segreto: e la fantastica notte
che è ricca di stelle e di noi non si cura,
splende stupita, estraniata tra gli uomini
sopra le cime dei colli, triste e sfarzosa.
    (traduzione di Enzo Mandruzzato)

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Il paradiso

Peter Schat (5 giugno 1935 - 2003): De Hemel (Il paradiso), 12 variazioni sinfoniche op. 37 (1989-90). Koninklijk Concertgebouworkest, dir. Riccardo Chailly.

Ispirato da un viaggio in Nuova Zelanda, dove Schat rimase profondamente impressionato dallo spettacolo del tramonto sull’oceano, De Hemel intende raffigurare idealmente ventiquattr’ore della vita di un uomo sulla Terra, il paradiso terrestre che Schat chiamava «il mio Paradiso». Come tutte le opere di Schat successive al 1970, anche De Hemel si fonda sui principi compositivi fissati dal musicista olandese nella teoria del toonklok, ovvero «orologio dei suoni», per la quale tutte le triadi (accordi di tre suoni) possibili sono collocate, per stabilirne le interrelazioni, sul quadrante di un immaginario orologio, nel quale a ogni ora corrisponde un suono della scala cromatica.