Anonimo (Spagna, sec. XIV): Cuncti simus concanentes. New London Consort, dir. Philip Pickett.
Cuncti simus concanentes: Ave Maria.
Virgo sola existente
en affuit angelus,
Gabriel est appellatus
atque missus celitus.
Clara facieque dixit: Ave Maria.
Clara facieque dixit,
audite karissimi:
En concipies, Maria,
pariesque filium,
audite karissimi,
bocabis eum Jhesum.
Anonimo (Spagna, sec. XIV): Stella splendens, danza in tondo. New London Consort, dir. Philip Pickett.
Stella splendens in monte
ut solis radium
miraculis serrato
exaudi populum.
Concurrunt universi
gaudentes populi
divites et egeni
grandes et parvuli
ipsum ingrediuntur
ut cernunt oculi
et inde revertuntur
gratiis repleti.
Principes et magnates
ex stirpe regia
saeculi potestates
obtenta venia
peccaminum proclamant
tundentes pectora
poplite flexo clamant
hic: Ave Maria.
Prelati et barones
comites incliti
religiosi omnes
atque presbyteri
milites mercatores
cives marinari
burgenses piscatores
praemiantur ibi.
Rustici aratores
nec non notarii
advocati scultores
cuncti ligni fabri
sartores et sutores
nec non lanifici
artifices et omnes
gratulantur ibi.
Reginae comitissae
illustres dominae
potentes et ancillae
juvenes parvulae
virgines et antiquae
pariter viduae
conscendunt et hunc montem
et religiosae.
Coetus hic aggregantur
hic ut exhibeant
vota regratiantur
ut ipsa et reddant
aulam istam ditantes
hoc cuncti videant
jocalibus ornantes
soluti redeant.
Cuncti ergo precantes
sexus utriusque
mentes nostras mundantes
oremus devote
virginem gloriosam
matrem clementiae
in coelis gratiosam
sentiamus vere.
Il manoscritto noto come Llibre vermell – «libro vermiglio», dal colore del velluto che ne ricopre la rilegatura (ottocentesca) – è un codice del XIV secolo conservato nella biblioteca del monastero di Montserrat, presso Barcellona. Contiene dieci composizioni musicali di varia natura, la cui presenza nel volume è spiegata con queste parole: «Poiché i pellegrini di Montserrat gradiscono a volte cantare e ballare, sia durante le veglie notturne nella chiesa della Beata Vergine, sia di giorno nella piazza della chiesa – luoghi dove è lecito cantare solo canzoni decorose e devote – sono stati trascritti alcuni canti di natura confacente al fine di soddisfare le loro esigenze. Bisogna adoperarne con rispetto e moderazione, senza arrecare disturbo a coloro che desiderano pregare e meditare». Stella splendens in monte, in forma di virelai, è una delle cinque danze riportate nel Llibre vermell.
Anonimo del XII secolo: Crucifigat omnes, conductus a 3 voci. New London Consort, dir. Philip Pickett.
Si tratta di un vero e proprio canto di crociata. Il testo, composto a seguito della conquista di Gerusalemme da parte del Saladino (2 ottobre 1187), è riportato con o senza musica da più fonti diverse, fra le quali il manoscritto dei Carmina Burana : nell’ambito di questa raccolta è compreso fra i carmina moralia (canti morali) e gli è stato assegnato il numero 47.
Crucifigat omnes
Domini crux altera,
nova Christi vulnera!
Arbor salutifera
perditur, sepulchrum
gens evertit extera
violente, plena gente
sola sedet civitas,
agni fedus rapit hedus,
plorat dotes perditas
sponsa Sion, immolatur
Ananias, incurvatur
cornu David, flagellatur
mundus;
ab iniustis abdicatur
per quem iuste iudicatur
mundus.
O quam dignos luctus!
exulat rex omnium,
baculus fidelium
sustinet opprobrium
gentis infidelis;
cedit parti gentium
pars totalis; iam regalis
in luto et latere
elaborat tellus, plorat
Moysen fatiscere.
homo, Dei miserere!
fili, patris ius tuere!
in incerto certum quere,
ducis
ducum dona promerere
et lucrare lucem vere
lucis!
Quisquis es signatus
fidei charactere,
fidem factis assere,
rugientes contere
catulos leonum,
miserans intuere
corde tristi damnum Christi!
longus Cedar incola,
surge, vide, ne de fide
reproberis frivola!
suda martyr in agone
spe mercedis et corone!
Derelicta Babylone,
pugna
pro celesti regione,
et ad vitam te compone
pugna!
Crocifigga tutti
la seconda croce del Signore,
le nuove ferite di Cristo!
L’albero della salvezza
è perduto, il Sepolcro
è stato profanato da stranieri
con la violenza, piena di gente
la città resta sola,
l’ariete ha rotto il patto con l’agnello,
piange la dote perduta
la sposa di Sion, immolato
Anania, piegata
la potenza di Davide, flagellato
chi è puro;
dagli empi rinnegato
Colui che con giustizia giudica
il mondo.
Oh, come sono giusti i pianti!
Il Re del mondo è bandito,
il sostegno dei credenti
deve patire l’obbrobrio
di un popolo infedele;
cede a una parte dei gentili
la parte intera; già del Re
la terra tra fango e macerie
soffre, e lamenta
la rovina di Mosè.
Uomo, implora la pietà di Dio!
Figlio, difendi il diritto del Padre!
Nell’incerto cerca la certezza,
del Re
dei re merita il dono
e guadàgnati la luce della vera
luce!
Chiunque tu sia, segnato
con il marchio della fede,
testimoniala con i fatti,
schiaccia i ruggenti
cuccioli dei leoni,
osserva con pietà
e dolore la rovina di Cristo!
Lontano abitante di Kedar,
alzati e bada, che non ti si rimproveri
per la tua debole fede!
Suda, come un martire, nella mischia
sperando nel premio e nella corona!
Lasciata Babilonia,
lotta
per guadagnare un posto in cielo,
e preparati alla vita eterna
combattendo.
Il conductus è un tipo di composizione vocale su testo latino, monodica (a una voce) o polifonica (a più voci), la cui origine è da localizzarsi nella Francia meridionale (Aquitania) intorno al volgere del primo millennio; il nome è presumibilmente dovuto alla funzione che il conductus aveva in ambito liturgico, cioè quella di accompagnare durante la messa eventuali spostamenti del celebrante, di «condurre» processioni, e simili. Nel XII secolo il conductus divenne una delle forme predilette dagli esponenti della Scuola cosiddetta di Notre-Dame, che l’affrancarono dalla primitiva destinazione liturgica creando composizioni di argomento vario, talvolta anche non religioso: è il caso, per esempio, di Veris ad imperia, un conductus a 3 voci costruito sulla melodia di una canzone a ballo occitana abbastanza famosa, A l’entrada del tens clar (in questa pagina del blog potete ascoltare ambedue le composizioni). Mentre in altre forme della Scuola parigina prevale la scrittura melismatica (melisma: tante note per una sola sillaba), il conductus ha andamento perlopiù sillabico (una nota per ciascuna sillaba). La storia del conductus si conclude verso la fine del Duecento, con l’affermarsi di una forma nuova che avrà grandissima fortuna nei secoli a venire, il mottetto.
Pieter Bruegel il Vecchio (c1525 - 9 settembre 1569): Danza di contadini (c1568).
Mentre ammirate il famoso dipinto (cliccando sull’immagine la si ingrandisce) potete ascoltare la rinomata Bergerette «Sans Roch», tratta dal pregiatissimo Terzo libriccino di musica (1551) dell’esimio Tielman Susato, nella nota interpretazione del celebre New London Consort diretto dal famigerato Philip Pickett.
Presunto autoritratto di Pieter Bruegel il Vecchio
Anonimo (sec. XVII): As at noon Dulcina rested, ballad su testo attribuito erroneamente a sir Walter Raleigh (1554? - 1618). Ellen Hargis, soprano; Paul O’Dette, cittern; The King’s Noyse, dir. David Douglass.
As att noone Dulcina rested
In her sweete & shadie bower;
Came a sheppard, & requested
In her lap to sleepe an houre.
But from her looke
A wound hee tooke
Soe deepe, that for a farther boone
The Nimphe hee pray’d,
Whereto she say’d,
Forgoe mee nowe, come to mee soone.
But in vaine shee did conjure him
For to leave her presence soe,
Havinge a Thousand meanes t’alure him,
& but one to lett him goe.
Where lipps delighte,
& eyes invite,
& cheeks as fresh as rose in June,
Persuade to staie,
What boots to saye
Forgoe mee nowe, come to mee soone.
Hee demaunds what time or leisure
Can there be more fitt then nowe:
She saies, night gives love that pleasure,
Which the day cannot alowe.
The sunns clere light
Shyneth more bright
Quoth hee more fairer then the moone
For her to praise
Hee love, shee saies,
Forgoe mee nowe, come to mee soone.
With greife of heart this shepheard hasted
Up the mountaine to his flocks,
Then hee tooke a reed and piped
Th’echo sounded through the rocks,
Thus did hee plaie
& wishe the day
Were spent, & night were come ere noone,
For silent night
Is loves delight
Ile goe to faire Dulcina soone.
Beauties Darling faire Dulcina
Like to Venus for her love
Spent the day away in passion
Mourninge like the Turtle Dove,
Melodiouslie,
Notes lowe & highe
Shee farbled forth this dolefull tune,
O come againe,
Sweete sheppard swaine,
Thou canst not be with mee to soone.
When as Thetis in her pallace
Had receiv’d the prince of light
Came in Coridon the shepheard,
To his love and hearts delight.
The Pan did plaie
The wood Nimphes they
Did skip & daunce to heare the tune,
Hymen did saie
T’was holidaie,
Forgoe mee nowe, come to mee soone.
Sweete, hee say’d, as I did promise
I am nowe return’d againe,
Longe delaie you knowe breeds daunger
& to lov’rs breedeth paine.
The Nimph say’d then
Above all men
Still welcome shepheard morne & noone,
The shepheard praies,
Dulcina saies,
Shepheard, I doubt y’are come to soone.
Come you nowe to overthrowe mee,
Out alas I am betray’d,
Deare, is this the love you shewe mee
To betraie a silly maide.
Helpe, helpe, ay mee,
I dare not speake
I dare not crie, my heart will breake.
What, all alone?
Nay, then I finde
Men are to stronge for woemen kinde.
O sillie foole, whie doubt I tellinge
When I doubted not to truste.
If my bellie fall a swellinge
There’s noe helpe but out it must.
Ay mee, the greife,
Ay mee, the shame,
When I shall beare the common name.
Yet att the worst
Of my disgrace
I am not first, nor shal be laste.
La prima menzione di As at noon Dulcina rested risale al 1690, mentre la prima pubblicazione nota è del 1707 e si deve a Thomas D’Urfey, che l’inserì nella sua monumentale silloge intitolata Wit and Mirth, or Pills to Purge Melancholy (1698-1720). La musica è caratterizzata da un brusco cambio di ritmo e andamento al 5° verso della strofe: a una prima parte fluente, in ritmo binario, fa seguito una seconda parte saltellante, in ritmo ternario. Questo particolare induce a pensare che la musica fosse in origine destinata alla danza e che il brano con molta probabilità facesse parte di un masque, un genere di rappresentazione teatrale che andava molto in voga in Inghilterra ai tempi di Giacomo I.
Ebbe vita propria come composizione soltanto strumentale, mantenendo perlopiù il titolo di Dulcina derivatole dal testo dello pseudo-Raleigh. Purtuttavia, in precedenza William Brade (un inglese attivo a Amburgo: l’abbiamo già incontrato, per esempio qui) l’aveva rielaborato a cinque parti strumentali e pubblicato con il titolo di Turkische Intrada; qui è interpretato dai Musicians of the Globe diretti da Philip Pickett:
Renaissance Rip è il titolo dato da Philip Pickett a questa sua rielaborazione di due recercadas di Diego Ortiz (c1510 - c1570) contenute nel Trattado (sic!) de glosas (cioè sulle variazioni) del 1553.