A Symphony for fun

Don Gillis (17 giugno 1912 - 1978): Sinfonia n. 5½, A Symphony for fun (1945-46). Sinfonia Varsovia, dir. Ian Hobson.

  1. Perpetual Emotion : Quite Fast – in a gay manner
  2. Spiritual? : Slowly [4:00]
  3. Scherzofrenia : Briskly, in a gay manner [7:25]
  4. Conclusion : Quite Fast [11:05]


L’approfondimento
di Pierfrancesco Di Vanni

Don Gillis: il compositore di A Symphony for fun e la sua poliedrica carriera americana

Don Gillis viene ricordato come una figura poliedrica nel panorama culturale statunitense, distinguendosi come compositore, direttore d’orchestra, insegnante e produttore radiofonico. Nonostante la sua vasta produzione, l’opera che gli ha garantito maggiore notorietà è la Sinfonia n. 5½, il cui titolo, A Symphony for fun, ne incapsula lo spirito creativo.

Formazione e primi passi professionali
Nato nel Missouri, Gillis si trasferì in giovane età a Fort Worth, Texas. Qui intraprese gli studi musicali presso la Texas Christian University, dove non solo suonò il trombone ma ricoprì anche il ruolo di assistente direttore della banda universitaria. Diplomatosi nel 1935, proseguì la sua formazione accademica ottenendo una laurea magistrale dalla North Texas State University nel 1943, consolidando le proprie basi musicali e accademiche.

L’affermazione nel mondo della radio e la collaborazione con Toscanini
La carriera di Don Gillis ebbe una svolta significativa nel settore radiofonico. Iniziò come direttore di produzione per la stazione WBAP, per poi approdare alla prestigiosa NBC. Qui assunse il ruolo di produttore per la NBC Symphony Orchestra durante il leggendario periodo di direzione di Arturo Toscanini. Parallelamente, Gillis produsse diversi programmi radiofonici di successo per la NBC, tra cui Serenade to America e NBC Concert Hour. Un momento cruciale fu dopo il ritiro di Toscanini nel 1954: Gillis, nella veste di presidente della Symphony Foundation of America, fu determinante nella creazione della Symphony of the Air, un’orchestra formata da molti membri della disciolta NBC Symphony. Continuò a onorare la memoria del maestro italiano producendo il programma radiofonico Toscanini: The Man Behind the Legend, trasmesso per diversi anni dalla NBC dopo la morte del direttore.

L’impegno accademico e gli ultimi anni
Oltre al suo lavoro in radio e come direttore, Gillis dedicò parte significativa della sua carriera all’insegnamento, ricoprendo incarichi in diverse istituzioni accademiche negli Stati del Sud. Nel 1973 entrò a far parte della University of South Carolina. Qui diede un contributo fondamentale fondando e presiedendo l’Institute for Media Arts e fu strumentale nella creazione dell’Instructional Services Center. Ricoprì anche il ruolo di compositore residente dell’università fino alla sua scomparsa, avvenuta a Columbia, South Carolina, il 10 gennaio 1978. La sua eredità documentale e una vasta collezione di materiale registrato sono oggi conservate presso la University of North Texas a Denton.

La produzione musicale: prolificità e stile
Nonostante i suoi numerosi impegni amministrativi, Gillis fu un compositore straordinariamente prolifico. Il suo catalogo include 10 sinfonie, poemi sinfonici (come Portrait of a Frontier Town), concerti per pianoforte, rapsodie per arpa e orchestra e 6 quartetti d’archi, oltre a una vasta gamma di musica per banda. La sua composizione più celebre rimane la Sinfonia n. 5½, A Symphony for Fun, eseguita per la prima volta da Arturo Toscanini e la NBC Symphony Orchestra il 21 settembre 1947, durante un concerto trasmesso via radio che Gillis stesso produsse.

Filosofia musicale: l’anima americana tra jazz e accessibilità
L’obiettivo artistico di Gillis era quello di interpretare musicalmente la cultura americana contemporanea. La sua musica attingeva abbondantemente dal materiale popolare, con una particolare enfasi sul jazz, che considerava un elemento vitale e rivitalizzante per la musica americana. Gillis assimilò queste influenze popolari attraverso uno stile semplice e diretto, mirando a una comunicazione immediata con il suo pubblico. Questo si traduceva in una scrittura melodica chiara, accessibile e spesso permeata da un senso di divertimento e umorismo.

A Symphony for fun: analisi
Lungi dal voler sondare profondità filosofiche o drammi esistenziali, con questo lavoro Gillis offre all’ascoltatore un’esperienza musicale spumeggiante, intrisa di umorismo, vitalità e un inconfondibile sapore americano. Composta in un periodo post-bellico in cui si sentiva il bisogno di ottimismo e leggerezza, questa sinfonia è un brillante esempio della capacità di Gillis di fondere elementi della musica colta con inflessioni jazzistiche e popolari, creando un linguaggio accessibile e immediatamente godibile. L’orchestrazione è vivace e colorata, sfruttando appieno le risorse dell’orchestra sinfonica per dipingere quadri sonori pieni di energia e buonumore.
Il primo movimento, Perpetual Emotion, è una vera e propria dichiarazione d’intenti. L’attacco è immediato e travolgente, con fanfare brillanti degli ottoni e un ritmo propulsivo scandito dalle percussioni, in particolare dal rullante. Gli archi introducono temi agili e saltellanti, creando un’atmosfera di eccitazione continua. Il movimento è caratterizzato da una successione di idee melodiche orecchiabili, più che da un complesso sviluppo tematico tradizionale. Le melodie hanno spesso un carattere quasi da show tune o da musica per banda americana, con un’enfasi su ritmi sincopati e un andamento spigliato. L’energia è quasi inarrestabile, con sezioni che si susseguono rapidamente, mantenendo alta la tensione e l’interesse.
Gillis utilizza l’orchestra con grande maestria, mettendo in luce i vari timbri. I legni hanno passaggi virtuosistici e giocosi, spesso impegnati in dialoghi frizzanti. Gli ottoni forniscono squilli eroicomici e sottolineature ritmiche vigorose. Non mancano tocchi umoristici, come glissati quasi caricaturali e improvvisi cambi di dinamica che sorprendono l’ascoltatore. Le percussioni sono costantemente attive, contribuendo in modo determinante al drive ritmico. È palpabile l’influenza del jazz e della musica popolare americana, sia nelle armonie talvolta più bluesy o swinganti, sia nell’uso di ritmi e fraseggi tipici. Il movimento sembra quasi una colonna sonora di un cartone animato d’epoca, pieno di gag sonore e di un’esuberanza contagiosa. Il movimento si conclude in modo altrettanto energico e affermativo, senza perdere un briciolo della sua vitalità iniziale.
Il secondo movimento, intitolato Spiritual?, offre un netto contrasto. Introduce un’atmosfera lirica, introspettiva e a tratti malinconica. Il punto interrogativo nel titolo è significativo: non si tratta di una citazione diretta di uno spiritual, ma piuttosto di un’evocazione del suo carattere emotivo e della sua melodia cantabile, filtrata attraverso la sensibilità americana di Gillis.
Il tema principale è una melodia ampia e cantabile, affidata inizialmente agli archi e poi ripresa dai legni solisti (in particolare l’oboe e il flauto, con interventi toccanti). La melodia ha un sapore folk e una sfumatura blues che le conferisce un carattere profondamente americano e intensamente espressivo. Le armonie sono più ricche e dense rispetto al primo movimento, pur rimanendo fondamentalmente tonali e accessibili. L’orchestrazione è più intima e raccolta: gli archi dominano con calore, mentre i legni offrono colori delicati e poetici, mentre gli ottoni sono usati con parsimonia, spesso per creare un sostegno armonico profondo o per sottolineare i momenti di maggiore intensità emotiva. Il movimento si sviluppa attraverso un crescendo emotivo che porta a un culmine appassionato, per poi placarsi gradualmente e ritornare all’atmosfera iniziale, concludendosi in una sonorità serena e quasi sospesa. La sensazione è quella di un momento di riflessione o di nostalgia. Il punto interrogativo potrebbe suggerire una riflessione sulla natura della spiritualità americana, o forse un omaggio allo stile musicale dello spiritual senza la pretesa di replicarlo fedelmente, ma piuttosto reinventandolo con un linguaggio orchestrale moderno e personale.
Con il terzo movimento, Scherzofrenia, si ritorna all’energia e all’umorismo. Il titolo è un gioco di parole tra “scherzo” e “frenesia” (o schizofrenia), e la musica rispecchia pienamente questa dualità. Si tratta di uno scherzo virtuosistico, pieno di verve, agilità e un umorismo quasi sfrenato. Il ritmo è indiavolato, con rapidi cambi di metro e accenti imprevisti che creano un effetto di instabilità giocosa. Le idee melodiche sono brevi, frammentate, e si rincorrono tra le varie sezioni dell’orchestra in un turbinio di note. Ci sono chiare inflessioni jazzistiche, con licks e figure ritmiche che ricordano le big band. L’orchestrazione è brillante e richiede una notevole agilità da parte di tutti gli esecutori. I legni (specialmente clarinetti e flauti) hanno passaggi velocissimi e spiritosi, gli archi forniscono un tessuto sonoro leggero e danzante, mentre gli ottoni intervengono con accenti pungenti e talvolta grotteschi. Le percussioni sono di nuovo protagoniste, sottolineando il carattere frenetico e giocoso. L’umorismo è palpabile, quasi slapstick, con improvvisi stop-and-go, effetti sonori caricaturali e un generale senso di caos controllato. Nonostante la sua apparente frenesia, si può intravedere una sorta di struttura da scherzo con sezioni contrastanti (con un trio più lirico ma sempre irrequieto) che si alternano alla travolgente energia principale. Il movimento si conclude con una raffica di energia, lasciando l’ascoltatore quasi senza fiato ma divertito.
Il finale riassume l’energia e l’ottimismo dell’intera sinfonia. Si lancia subito in un’atmosfera festosa e celebrativa. Sembra riprendere parte dell’energia e dello spirito del primo movimento, portando l’intera sinfonia a una conclusione logica e appagante. Le melodie sono ampie, affermative e piene di slancio. Gillis non si risparmia nell’uso di temi orecchiabili e di facile presa. L’orchestra è impiegata in tutta la sua potenza, con frequenti sezioni di “tutti” che creano un suono pieno e risonante. Gli ottoni sono trionfanti, gli archi forniscono linee melodiche ampie e le percussioni scandiscono un ritmo incalzante e gioioso. Le dinamiche sono spesso forti, contribuendo al carattere estroverso del finale. L’atmosfera è quella di una grande parata, di una festa popolare o di una conclusione esuberante in stile hollywoodiano. C’è un senso di risoluzione positiva e di contagioso buonumore. La sinfonia si conclude con una cadenza forte e decisa, che sigilla l’opera con un’esplosione di gioia e vitalità, lasciando un’impressione di divertimento genuino e di abilità orchestrale.

Nel complesso, la composizione è un’opera deliziosa che non teme di essere divertente e accessibile. Gillis dimostra una profonda comprensione dell’orchestra e una capacità di scrivere melodie contagiose e ritmi trascinanti. L’influenza del jazz, del folk americano e persino della musica da film e da banda è evidente, ma sempre integrata in un linguaggio sinfonico coerente e personale. A Symphony for fun è un antidoto alla seriosità eccessiva, un invito a godere della musica per il puro piacere che sa offrire, e un brillante esempio del sound americano del XX secolo.

Allegro maestoso – II

Ferdinand Hérold (1791 - 19 gennaio 1833): Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 in la maggiore (1813). Jean-Frédéric Neuburger, pianoforte; Sinfonia Varsovia, dir. Hervé Niquet.

  1. Allegro maestoso
  2. Andante con violino obligato
  3. Rondò: Moderato