Thomas Tomkins (1572 - 9 giugno 1656): When David heard, anthem a 5 voci (pubblicato in Songs of 3-6 parts, 1622, n. 19). The Gesualdo Six.
When David heard that Absalom was slain
He went up into his chamber over the gate and wept,
and thus he said: my son, my son, O Absalom my son, would God I had died for thee!
L’approfondimento
di Pierfrancesco Di Vanni
Thomas Tomkins: l’ultimo virginalista tra splendori e tumulti dell’Inghilterra stuartiana
Tomkins viene ricordato come eminente compositore gallese attivo nel periodo di transizione tra l’epoca Tudor e l’inizio del periodo Stuart. Considerato una figura di spicco della scuola madrigalistica inglese, egli si distinse anche come abile compositore di musica per tastiera e per consort, e fu l’ultimo rappresentante della rinomata scuola virginalistica inglese.
Primi anni e formazione musicale
Nato a St David’s, Pembrokeshire, nella famiglia del vicario corale e organista omonimo, Tomkins crebbe in una famiglia di musicisti. Anche i suoi tre fratellastri – John, Giles e Robert – divennero musicisti di rilievo, sebbene nessuno raggiunse la sua fama. Entro il 1594, la famiglia si trasferì a Gloucester, dove il padre ottenne un impiego come canonico minore presso la cattedrale. È quasi certo che Thomas studiò sotto la guida del celebre William Byrd, come suggerito da una dedica in una delle sue canzoni («Al mio antico e molto riverito Maestro, William Byrd») e dalla vicinanza geografica di Byrd a Gloucester in quel periodo. Sebbene manchino prove documentali definitive, è plausibile che Byrd abbia contribuito a far ammettere il giovane Tomkins come corista nella prestigiosa Chapel Royal. Conformemente alla prassi per gli ex coristi reali, Tomkins conseguì il titolo di bachelor of music (1607), come membro del Magdalen College di Oxford.
Carriera brillante tra Worcester e la corte reale
Già nel 1596 Tomkins aveva ottenuto l’importante incarico di organista presso la Cattedrale di Worcester. L’anno seguente, sposò Alice Patrick, vedova del suo predecessore Nathaniel Patrick. Da questo matrimonio nacque nel 1599 il suo unico figlio, Nathaniel, che seguì le orme paterne diventando un musicista stimato. Tomkins coltivò relazioni con altri musicisti di spicco, come Thomas Morley (anch’egli allievo di Byrd), il cui trattato Plaine and Easie Introduction to Practicall Musicke (1597) Tomkins possedeva e annotò. Nel 1601, Morley incluse un madrigale di Tomkins nella fondamentale raccolta The Triumphs of Oriana. Nel 1612 Tomkins supervisionò la costruzione di un magnifico nuovo organo nella Cattedrale di Worcester, opera di Thomas Dallam. Continuò a comporre anthem e nel 1622 pubblicò la sua raccolta di 28 madrigali, Songs of 3, 4, 5 and 6 parts, con una poesia dedicatoria del fratellastro John Tomkins, allora organista al King’s College di Cambridge.
Parallelamente, la sua carriera alla Chapel Royal progredì: intorno al 1603 fu nominato gentleman extraordinary (un titolo onorifico) e nel 1621 divenne gentleman ordinary e organista, lavorando a fianco dell’amico Orlando Gibbons. Questo doppio impegno lo costrinse a frequenti viaggi tra Worcester e Londra fino al 1639 circa. Eventi significativi segnarono questo periodo: nel 1625, Tomkins fu coinvolto nella preparazione delle musiche per il funerale di Giacomo I e l’incoronazione di Carlo I. La morte improvvisa di Gibbons durante questi preparativi accrebbe ulteriormente le sue responsabilità. Fortunatamente, un’epidemia di peste posticipò l’incoronazione al febbraio 1626, dando a Tomkins il tempo di comporre gran parte degli otto anthem eseguiti durante la cerimonia. Nel 1628, Tomkins raggiunse l’apice della sua carriera con la nomina a "compositore della musica del re in ordinario", succedendo ad Alfonso Ferrabosco il giovane. Tuttavia, questo prestigioso incarico gli fu revocato poco dopo, con la motivazione che era stato promesso al figlio di Ferrabosco. Questo trattamento ingiusto fu solo il primo di una serie di sventure.
Gli anni difficili della guerra civile e gli ultimi tempi
Gli ultimi quattordici anni della vita del compositore furono segnati da profonde difficoltà personali e dai tumulti della guerra civile inglese. Nel 1642, anno dello scoppio del conflitto, sua moglie Alice morì. Worcester, città fedele al re, fu una delle prime a subire le conseguenze della guerra: la cattedrale fu profanata e l’organo di Tomkins gravemente danneggiato dalle forze parlamentari. L’anno seguente, la sua casa vicino alla cattedrale fu colpita da una cannonata, distruggendo gran parte dei suoi beni e probabilmente alcuni manoscritti musicali. In questo periodo, Tomkins si risposò con Martha Browne. Ulteriori conflitti e l’assedio di Worcester nel 1646 portarono ulteriore distruzione. Con il coro sciolto e la cattedrale chiusa, Tomkins riversò il suo genio nella composizione di alcune delle sue più belle musiche per tastiera e per consort. Nel 1647, scrisse composizioni in memoria di Thomas Wentworth, conte di Strafford, e di William Laud, arcivescovo di Canterbury, entrambi giustiziati alcuni anni prima e ammirati da Tomkins. L’esecuzione di Carlo I nel 1649 ispirò al compositore, fervente realista, la superba Sad Paven for these Distracted Tymes. La morte della seconda moglie Martha, intorno al 1653, e la perdita del suo sostentamento a causa degli eventi bellici lo lasciarono, all’età di 81 anni, in gravi difficoltà finanziarie. Nel 1654, suo figlio Nathaniel sposò Isabella Folliott, una ricca vedova, e Thomas andò a vivere con loro a Martin Hussingtree, vicino Worcester. In segno di gratitudine, compose la Galliard, The Lady Folliot’s in onore della nuora. Thomas Tomkins morì due anni dopo, il 9 giugno 1656, e fu sepolto nel cimitero della chiesa di St Michael and All Angels a Martin Hussingtree.
Opere e stile compositivo: un ponte tra rinascimento e barocco nascente
Tomkins fu un compositore prolifico. La sua produzione include madrigali, tra cui il celebre The Fauns and Satyrs Tripping (incluso nella raccolta The Triumphs of Oriana di Morley) e la sua personale collezione Songs of 3,4,5 and 6 parts (1622). Compose inoltre circa 76 brani per strumenti a tastiera (organo, virginale, clavicembalo), musica per consort, numerosi anthem e musica liturgica. Dal punto di vista stilistico, si dimostrò estremamente conservatore, quasi anacronistico per il suo tempo. Sembra aver ignorato quasi completamente le nascenti pratiche barocche e gli idiomi di ispirazione italiana che si stavano diffondendo, evitando anche forme popolari come l’ayre. Il suo linguaggio polifonico, anche negli anni ’30 del XVII secolo, rimase saldamente ancorato alla tradizione rinascimentale. Nonostante questo conservatorismo, alcuni dei suoi madrigali sono notevolmente espressivi, caratterizzati da madrigalismi e da cromatismi degni dei grandi autori italiani come Marenzio e Luzzaschi. Fu uno dei più fecondi compositori di anthem del XVII secolo in Inghilterra. La sopravvivenza di gran parte della sua musica sacra è dovuta alla monumentale pubblicazione postuma, curata dal figlio Nathaniel: Musica Deo Sacra et Ecclesiae Anglicanae; or Music dedicated to the Honor and Service of God, and to the Use of Cathedral and other Churches of England (1668). Quest’opera, pubblicata in cinque volumi, comprende 5 services, melodie per salmi, preces, salmi responsoriali e 94 anthem, assicurando così la trasmissione del suo prezioso lascito musicale.
When David heard<: analisi
L’anthem When David Heard è un capolavoro di espressività emotiva del tardo Rinascimento inglese. Il testo, incentrato sul dolore lancinante del re Davide alla notizia della morte del figlio Assalonne, offre a Tomkins un terreno fertile per dispiegare tutta la propria maestria nella composizione e in particolare nell’uso dell’armonia per veicolare un pathos profondo.
Il brano s’inizia in un’atmosfera sommessa e contemplativa. Le cinque voci entrano in maniera prevalentemente omoritmica o con una lieve imitazione, garantendo una chiara declamazione del testo. L’armonia è relativamente diatonica, ma la parola slain è sottolineata da un leggero indugio e da una tessitura armonica che preannuncia il dolore imminente. La purezza vocale e l’intonazione impeccabile del gruppo sono evidenti fin dalle prime note, con i controtenori che aggiungono una qualità eterea.
La musica acquista un leggero movimento. He went up è suggerito da linee melodiche ascendenti nelle singole voci, sebbene qui l’effetto sia più sottile, concentrandosi sulla progressione armonica. La parola cruciale wept segna un cambiamento tangibile, segnato da Tomkins con dissonanze più marcate, in particolare attraverso l’uso di ritardi struggenti; il passo è caratterizzato da una palpabile tristezza, con le voci che si intrecciano in un lamento polifonico. L’atmosfera si fa più greve e carica di dolore.
La frase and thus he said funge da ponte: una cadenza prepara l’esplosione emotiva successiva, la più estesa e musicalmente più intensa. La ripetizione ossessiva delle parole my son è il fulcro del dolore di Davide. Tomkins sfrutta questa ripetizione attraverso entrate imitative, con ciascuna voce che riprende il motivo lamentoso. L’armonia diventa cromatica e carica di dissonanze espressive. I ritardi si fanno più frequenti e strazianti, creando un senso di angoscia profonda. Ogni iterazione è trattata con sfumature diverse e, spesso, una o più voci salgono a note acute sulla parola son, quasi a mimare un grido di dolore trattenuto, per poi discendere. O Absalom, invece, è il culmine emotivo di ogni frase e Tomkins vi concentra le armonie più audaci e dolorose. La polifonia è fitta ma trasparente, permettendo di distinguere le singole linee vocali che si intrecciano come fili di un arazzo di dolore.
La frase finale would God I had died for thee! porta il lamento alla sua conclusione più disperata. La musica qui può assumere un carattere di supplica estrema e Tomkins utilizza armonie che esprimono un desiderio struggente e un amore paterno immenso. Would God I had died è carico di un pathos immenso, con le voci che si spingono verso l’alto per poi ricadere, mentre for thee porta a una cadenza finale. La risoluzione è tipicamente su un accordo maggiore che qui non suggerisce felicità, ma piuttosto una sorta di rassegnazione dolente o la sublimazione del dolore nell’amore sacrificale.
Nel complesso, When David Heard si rivela un’esperienza musicale ed emotiva di rara intensità. La capacità del compositore di tradurre in musica il dolore più profondo, unita alla sensibilità, alla perizia tecnica e alla purezza vocale dell’ensemble, crea un momento di bellezza straziante che rimane impresso nell’ascoltatore. È una testimonianza della potenza duratura della polifonia rinascimentale inglese e della sua capacità di toccare le corde più intime dell’animo umano.

