7 pensieri riguardo “Sinfonia da camera – III

  1. Buongiorno, caro Claudio, grazie di aver condiviso questa deliziosa sinfonia da camera, davvero molto mistica 😊

    A proposito del compositore, viene ricordato come uno dei maggiori innovatori della cultura musicale russa del Novecento, cosa che lo portò a essere classificato come “persona non grata” dal regime sovietico.

    Figlio di un impiegato delle ferrovie, nacque nella città russa di Surazh ma, dopo le accuse di “ostilità al proletariato” e di “alienazione di classe”, fu costretto a modificare la sua biografia ufficiale. Fu così che cambiò il suo luogo di nascita, spostandolo nel remoto villaggio di Dushatin, ma anche il suo status sociale, da funzionario delle ferrovie zariste a contadino. Dopo tali “correzioni”, dettate dalla necessità di protezione sociale, nel 1924 apparve la versione ufficiale della sua biografia, pubblicata dalla rivista “Musica moderna”.

    Una parte dei musicologi sovietici diede per buone le falsità della biografia “ufficiale” del compositore, giustificandosi con il fatto che Roslavec avesse deliberatamente riscritto la sua biografia, arrivando persino a pubblicare le fotografie della chiesa nella quale il compositore avrebbe potuto essere stato battezzato se fosse nato a Dushatin. Anche in Occidente, ben presto, si diffusero le falsità sul conto del compositore e, tutt’oggi, queste sono ritenute autentiche da alcuni studiosi.

    Alla fine degli anni ’90 del XIX secolo, il compositore iniziò gli studi di violino, pianoforte, teoria musicale e armonia con Arkady Abaza mentre, dal 1902 al 1912, studiò al Conservatorio di Mosca, dove ebbe come insegnanti Ivan Grzhimali (violino), Sergei Vasilenko (composizione libera), Mikhail Ippolitov-Ivanov e Alexander Ilyinsky (contrappunto, fuga e forma musicale). La sua composizione di diploma – il mistero Cielo e Terra (1912), su testi di Byron – fu premiata con una medaglia d’argento e lui ricevette il titolo di “artista libero”.

    Riguardo la sua attività sociale, il 13 dicembre 1917 fu eletto primo presidente del Consiglio dei deputati degli operai, dei soldati e dei contadini di Elets mentre, negli anni post-rivoluzione, fu uno dei leader dell’Associazione di Musica Contemporanea, la quale sviluppò i principi del “modernismo” pre-rivoluzionario, promuovendo la migliore nuova musica e mantenendo i contatti con l’Occidente. Fu anche organizzatore dell’Unione Professionale dei Compositori e redattore esecutivo della rivista “Cultura Musicale”.

    Dal 1931 al 1933, invece, il compositore lavorò al Teatro musicale di Tashkent ma, una volta ritornato a Mosca, si ritrovò povero e disoccupato poiché, come musicista “epurato”, perse tutti i suoi incarichi e non gli furono più pagati i diritti d’autore per le sue composizioni. Nel 1939, Roslavec fu colpito da un grave ictus che gli causò la perdita temporanea della parola e una parziale paralisi e, poco dopo un secondo ictus, morì.

    La sua principale innovazione fu la creazione di “un nuovo sistema di organizzazione del suono”, ossia la tecnica dell'”accordo sintetico”, la quale combina la padronanza del cromatismo con regole simili ai principi della dodecafonia. Tale formulazione fu avanzata da Roslavec indipendentemente dalla scuola di Schoenberg e si differenzia dal sistema del compositore austriaco per la maggiore flessibilità e libertà. Il suo lavoro teorico gli valse la definizione di “Schoenberg russo”, una definizione oggi ritenuta superficiale, a ben guardare all’originalità dello stile del compositore.

    Per stessa ammissione di Roslavec, il suo stile fu dapprima molto influenzato dai principi compositivi del tardo Scriabin mentre, dopo il 1917, la sua attenzione si concentrò sul neoclassicismo. Negli anni Venti, invece, il compositore si dedicò alla “propaganda monumentale” in musica, scrivendo la cantata Ottobre (1927) e il poema sinfonico Komsomoliya (1928).

    Nel frattempo, continuò a lavorare al suo “nuovo sistema”, estendendone le idee al ritmo, alla forma e al contrappunto e creando un proprio metodo per l’insegnamento della composizione. Con lo sviluppo del suo sistema, enfatizzandone il carattere sintetico, Roslavec giunse alla scoperta della tecnica armonica mista, i cui principi saranno fondamentali per la musica dei primi anni Sessanta. Una delle massime manifestazioni del “nuovo sistema” nella sua fase più tarda fu la Sinfonia da camera (1934-1935), scritta per 18 strumenti.

    La sua Sinfonia da camera del 1926 è, in realtà, solo uno schizzo mai terminato da Roslavec. Esso non consente di ricostruire né il ciclo più ampio del quale faceva parte né le sue singole parti. Fu completata e modificata nel 1989 dal compositore russo Alexander Raskatov, ma la composizione di base da lui usata sembra dubbia, perché nella partitura mancano le marcature dell’arpa e del pianoforte, mentre i sei strumenti a percussione sono completamente estranei allo stile del compositore.

    Buona giornata e a domani!

    Piace a 1 persona

Scrivi una risposta a Pierfrancesco Di Vanni Cancella risposta