6 pensieri riguardo “Parabole

  1. Buonasera, caro Claudio, grazie di aver condiviso questo splendido pezzo orchestrale di Martinů, davvero molto interessante 😊.

    A proposito di esso, si può dire che, insieme a Gli affreschi di Piero della Francesca, rappresenta il culmine della tarda produzione orchestrale neo-impressionistica del compositore ceco, la quale si caratterizza per il suo stile fantastico e dalle mille sfaccettature. In quest’opera, Martinů trasforma le sue ispirazioni di natura extramusicale, sia visive che letterarie, nei principi delle forme musicali, le quali si prestano una volta ad ambientare gli stati d’animo dell’essere umano e una volta le indagini filosofiche sull’essenza dell’esistenza umana. Proprio per questi motivi, entrambe le opere possono benissimo qualificarsi come poemi sinfonici.

    Le Parabole non fu scritto tutto d’un fiato, ma per gradi, poiché i primi due movimenti risalgono al luglio del 1957, quando il compositore si trovava in Italia e, di conseguenza, si caratterizzano per quello spirito di rigogliosità e per quegli echi di arie antiche tipici del Bel Paese. Il terzo movimento fu, infine, completato nel febbraio 1958, al ritorno in patria. La prima esecuzione dell’opera avvenne a Boston il 13 febbraio 1959 da parte della Boston Symphony Orchestra, diretta all’epoca da Charles Munch.

    I temi dei primi due movimenti si ispirano al racconto La saggezza delle sabbie, tratto dalla raccolta Citadelle (1948) di Antoine de Saint-Exupéry, l'”opera della vita” dello scrittore francese, pubblicata postuma, volta a svolgere una lunga meditazione sui temi centrali di un’altra opera famosa di Exupéry, il romanzo Il piccolo Principe. Il terzo movimento della composizione, invece, si ispira liberamente al dramma Il viaggio di Teseo del poeta e commediografo francese Georges Neveux, il quale è stato di grande ispirazione per il compositore ceco, fornendogli nel seguito il soggetto per l’opera Arianna (1958). Nonostante la musica di Martinů si colleghi solo in maniera astratta o, nel caso del terzo movimento, in maniera un po’ accidentale, i testi sopra menzionati sono comunque parte integrante de Le Parabole.

    Il primo movimento, La parabola di una scultura (Andante pastorale), introdotto dai corni e dai fagotti, non porta subito a pensare allo stile di Martinů, ma l’arrivo delle percussioni e degli archi non lascia dubbi sull’autore della composizione.

    L’energia e l’esultanza di Martinů, evidenti nella scrittura delle percusioni e dell’arpa, si intravedono particolarmente nel secondo movimento dell’opera, La parabola di un giardino (Poco moderato), dove la maestosità delle arie antiche italiane emerge dal fragrante gorgheggio dei fiati, riportando la mente al poema sinfonico Italia di Ottorino Respighi.

    Le melodie antiche, a tratti un po’ etniche, ritornano trionfalmente nel movimento finale, La parabola di un naviro (Poco allegro). Una di esse, davvero molto affascinante, è introdotta dal fagotto, accompagnato dall’arpa.

    Buon proseguimento di serata e a domani!

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