Carl Maria von Weber (18 novembre 1786 – 1826): Quintetto in si bemolle maggiore per clarinetto e archi op. 34 (J 182). Venancio Rius, clarinet; Enrique Palomares e Albert Skuratov, violini; Santiago Cantó, viola; David Barona, violoncello.
- Allegro
- Fantasia: Adagio ma non troppo [11:42]
- Menuetto: Capriccio presto [18:02]
- Rondò: Allegro giocoso [23:38]

Bello!!!
Buon inizio di settimana ❣️
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molto bello… e buon pomeriggio!
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Buon pomeriggio e buon inizio di settimana, caro Claudio, grazie per aver condiviso questo meraviglioso quintetto 😊
Figura centrale del Romanticismo tedesco, Weber è più conosciuto per la sua produzione operistica che per le sue creazioni strumentali, rivelandosi fondamentale per lo sviluppo dell’opera romantica tedesca. La sua opera Der Freischütz – il suo più grande capolavoro – è l’emblema di questo repertorio, in quanto esprime lo spirito e le aspirazioni di questo particolare periodo storico.
Il compositore, altresì, fu la quintessenza dell’artista romantico, rivolgendosi alla poesia, alla storia, al folklore e ai miti popolari come fonti di ispirazione per le sue opere, tentando di creare una sintesi soddisfacente di letteratura fantastica e musica.
Avendo imparato a cantare e a suonare il pianoforte ancor prima di imparare a camminare, Weber ricevette una formazione musicale di prim’ordine, studiando dapprima a Hildburghausen con Johann Peter Heuschkel (oboe) e proseguendo poi i suoi studi a Salisburgo con Michael Haydn (composizione) – fratello minore del famoso Joseph Haydn – il quale gli impartì lezioni gratuite.
Il periodo salisburghese fu sconvolto dalla morte della madre Genoveffa e della sorella Antonietta a causa della tubercolosi e, di conseguenza, il giovane fu affidato alle cure della zia paterna Adelaide.
Dopo un infruttoso tentativo di ottenere lezioni avanzate di composizione a Vienna con Joseph Haydn. Weber si trasferì a Monaco per completare la sua formazione, studiando con Johann Evangelist Wallishauser (canto) e con Johann Nepomuk Hummel (composizione).
Quest’ultimo supervisionò le prime opere del compositore, tra le quali l’opera Die Macht der Liebe und des Weins (“La forza dell’amore e del vino”) – andata perduta – e sei fughe per pianoforte.
Le sue conoscenze musicali furono poi integrate dall’apprendimento dell’arte della litografia, imparata nell’autunno del 1799 nei laboratori di Alois Senefelder (l’inventore della tecnica) e di Franz Gleißner. Ciò gli permise di stampare da sé le sue composizioni e la prima a vederne la luce furono le sue Variazioni per pianoforte e orchestra.
Nel 1800, Weber si trasferì a Freiberg, dove iniziò a lavorare come compositore operistico e come critico musicale: a questo periodo, risalgono la sua opera Das stumme Waldmädchen (“La fanciulla silenziosa della foresta”) e diversi articoli scritti per la rivista “Leipziger Neue Zeitung”.
L’anno successivo, il giovane ritornò a Salisburgo per riprendere i suoi studi con Michael Haydn e, nello stesso anno, pubblicò la sua terza opera, Peter Schmoll und seine Nachbarn (“Peter Schmoll e i suoi vicini”) e compì la sua prima tournée concertistica.
Nel 1803, invece, Weber si trasferì a Vienna per studiare con l’Abbé Vogler e, durante questo periodo, conobbe un altro allievo di Vogler, Jakob Meyer Beer (successivamente noto come Giacomo Meyerbeer, futuro operista), il quale divenne un suo amico intimo, come è possibile dedurre dalle lettere che si scrivevano reciprocamente, nelle quali si definivano “fratelli”.
L’anno successivo, Weber divenne direttore dell’Opera di Breslau e, sotto la sua direzione, l’istituzione conobbe un periodo di grande splendore musicale: egli mandò in pensione i cantanti più anziani in favore di nuove leve, ampliò le forze orchestrali e fece eseguire un repertorio maggiormente impegnativo. A causa di questo notevole impegno, il compositore non poté scrivere nuovi lavori e, di conseguenza, decise di rinunciare all’incarico.
Dopo una breve esperienza come musicista alla corte del duca Eugenio di Württemberg, Weber lavorò tre anni – dal 1807 al 1810 – al servizio del duca Ludwig come segretario privato.
Durante questo periodo, il compositore sprofondò nei debiti e fu coinvolto nelle speculazioni del suo datore di lavoro, venendo arrestato e accusato di appropriazione indebita e di corruzione. Riuscito a scampare al suo destino, Weber accettò di pagare una multa e fu bandito per sempre dalla regione tedesca.
Negli anni successivi, il compositore si dedicò alla composizione di numerosi lavori liturgici, soprattutto per la messa cattolica, ma ciò gli valse l’ostilità dei compositori più tradizionalisti che volevano ripristinare il canto liturgico tradizionale. Fu così che Weber decise di dedicarsi alla scrittura di varie canzoni per chitarra, fra le quali Liebeszauber, Er an Sie (1808) e Was ziehy zu deinem Zauberkreise (1809).
A partire dal 1811, invece, si dedicò alla scrittura di vari lavori per clarinetto, alcuni dei quali – come il Concertino in Mi bemolle maggiore, op. 26 e due Concerti, scritti tra il 1811 e il 1812 – furono dedicati al clarinettista virtuoso Heinrich Baermann, conosciuto durante un viaggio a Monaco.
Dopo una tournée con questi, Weber ritornò a Monaco, dove iniziò a lavorare a una rappresentazione dell’opera Silvana, eseguita poco tempo dopo a Berlino con grande successo.
Negli anni successivi, invece, lavorò come direttore dell’Opera di Praga (1813-1816), di Berlino (1816-1817) e di Dresda (dal 1817), impegnandosi molto nel realizzare un’opera tedesca, in contrapposizione all’egemone opera italiana che dominava le scene fin dal XVIII secolo.
Per agevolarsi nell’impresa, attinse a piene mani agli ideali del movimento artistico dello Sturm and Drang e alla raccolta di canti popolari tedeschi Des Knaben Wunderhorn degli scrittori Achim von Arnim e Clemens Brentano.
Accanto a ciò, continuò a comporre, dando alle stampe il Duetto per chitarra e pianoforte op. 38 (1816) – forse ispirato da opere simili dei compositori austriaci Hummel e Diabelli – e il famoso pezzo Invito al ballo (1819) per pianoforte.
Il 18 giugno 1821, invece, il successo della prima di Der Freischütz a Berlino gli fece guadagnare fama in tutta Europa e, la mattina stessa della prima, riuscì anche a terminare il suo Konzertstück in Fa minore per pianoforte e orchestra, eseguito in prima assoluta il 25 giugno.
Due anni più tardi, Weber scrisse la sua prima e unica opera basata sui leitmotiv (motivi conduttori), anticipando le prime opere romantiche wagneriane. L’anno successivo ancora, il compositore scrisse la sua ultima opera Oberon – eseguita in prima assoluta sotto la sua direzione a Londra – la quale conobbe un così grande successo da essere rappresentata altre dodici volte, sempre sotto la direzione del suo autore.
Nonostante fosse già affetto da tubercolosi e nonostante il rapido peggioramento delle sue condizioni di salute, Weber continuò a dirigere e a tenere concerti, fin quando non morì la notte del 5 giugno 1826, all’età di soli 39 anni, nella casa del suo amico Sir George Smart, uno dei maggiori musicisti inglesi dell’epoca.
La sua migliore produzione operistica – la triade Der Freischütz, Euryanthe e Oberon – è ricordata per le profonde innovazioni apportate al repertorio dell’opera romantica tedesca: la prima è considerata la prima opera tedesca, la seconda ha sviluppato la tecnica dei leitmotiv a un livello senza precedenti, mentre l’ultima ha influenzato Mendelssohn nella scrittura de Sogno di una notte di mezza estate e, nello stesso tempo, ha rivelato l’interesse weberiano per la musica extraeuropea.
Tale interesse fu evidente, per la prima volta, nella scrittura della musica di scena per la Turandot di Gozzi, su libretto di Schiller, per la quale impiegò una melodia cinese, diventando il primo compositore occidentale a usare una melodia asiatica che non fosse pseudo-turca, come quelle rese popolari da Mozart e da altri compositori.
Il suo repertorio clarinettistico è ancora oggi molto eseguito e include, oltre alle opere sopra menzionate, un quintetto, un duetto concertante e le variazioni su un tema dell’opera Silvana.
Anche altre composizioni sono piuttosto eseguite, fra le quali il Concertino per corno e orchestra – nel quale, l’esecutore deve produrre simultaneamente due note canticchiando mentre suona, una tecnica oggi conosciuta come “multifonica” – il Concerto per fagotto e l’Andante e Rondò Ungherese (sempre per fagotto, una rielaborazione di un precedente lavoro per viola e orchestra).
Notevoli anche i suoi contributi al repertorio vocale e corale, fra i quali il ciclo di canzoni Die Temperamente beim Verluste der Geliebten (“[Quattro] Temperamenti sulla perdita di un amante”), uno dei primi conosciuti in Germania.
Viene anche ricordato per essere stato uno dei primi direttori orchestrali a dirigere senza avvalersi di un pianoforte o di un violino, nonché per le sue eccellenti abilità di orchestratore, lodate ed emulate dai compositori successivi come Debussy e Berlioz (quest’ultimo, addirittura, lo ha citato più volte nel suo Trattato sulla strumentazione).
Anche le sue opere hanno influenzato i lavori dei compositori successivi, soprattutto tedeschi, come Marschner, Meyerbeer e Wagner, nonché compositori russi come Glinka e Stravinsky.
Mahler, addirittura, completò la sua opera comica Die drei Pintos e revisionò Euryanthe e Oberon, mentre Hindemith scrisse le sue Metamorfosi sinfoniche su temi di Weber, basate sulle opere per tastiera meno conosciute del compositore e sulla musica di scena di Turandot.
Il suo Konzertstück in fa minore, infine, ispirò compositori come Chopin, Liszt e Mendelssohn, fornendo un nuovo modello per il concerto in un solo movimento con sezioni contrastanti e venendo riconosciuto da Stravinsky come fonte di ispirazione per il suo Capriccio per pianoforte e orchestra.
Il suo Quintetto in Si bemolle maggiore per clarinetto e archi op. 34 fa parte del ciclo di composizioni scritte per il clarinettista virtuoso Heinrich Baermann, elogiato nel 1818 per la sua notevole bravura dalla “Allgemeine Musikalische Zeitung” di Lipsia, con una menzione particolare per il suo gusto musicale e per il suo timbro “caldo” – il quale “non presenta la minima tensione o stridore, entrambi così comuni tra i clarinettisti”.
Nel suo diario, in una nota scritta il 24 settembre 1811, Weber annotò che “ho iniziato a comporre il quintetto per Bär” e, nei giorni successivi, presero vita parti del “Minuetto” e dell'”Allegro” iniziale, il quale fu terminato solo nell’aprile del 1813.
L’opera priva del “Rondò” finale fu presentata al dedicatario per il suo compleanno il 13 aprile e fu eseguita nelle stanze del compositore Louis Spohr il 3 maggio. Solo il 25 agosto 1815 l’opera vide la sua terminazione.
Poco prima dell’incontro con Weber, Baermann acquistò un clarinetto a dieci chiavi di Griessling und Schlott che apriva nuove possibilità tecniche e, di conseguenza, la musica fu adattata al nuovo strumento e alla personalità del dedicatario.
Dopo i primi accordi degli archi, l’Allegro si sviluppa in forma-sonata con una frase ascendente in pianissimo, la quale si spiega da un Si bemolle acuto, un effetto reso maggiormente accessibile dal nuovo strumento. Le note acute e il loro collegamento fluido con quelle più gravi sono grandemente innovative, così come le altamente accessibili scale cromatiche. La melodia si concentra principalmente sul clarinetto, trattato in modo idiomatico.
Il successivo movimento lento, Fantasia, vede lo spiegarsi del clarinetto su una lunga scala cromatica in fortissimo, ripetuta in pianissimo prima di riprendere la melodia precedente. L’intero movimento offre al clarinetto la possibilità di mettere in mostra la mellifluità dei toni e la sua agilità melodica.
Il vivace Minuetto (sottotitolato Capriccio) è, invece, protagonista di diteggiature difficili che sfruttano l’intera gamma dello strumento, mentre il Rondò finale si caratterizza non solo per la presenza di parti virtuosistiche, ma anche per un breve momento romantico, anticipatorio della musica di Der Freischütz.
Buona serata e a presto!
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Molto divertente, questo pezzo, nei suoi tre andamenti rapidi. Sognante l’Adagio.
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