The woods so wild

John Dowland (1563 - 1626): Can she excuse my wrongs, ayre, dal First Booke of Songes or Ayres (1597). Emma Kirkby, soprano; Anthony Rooley, liuto.

Can she excuse my wrongs with Virtue’s cloak?
Shall I call her good when she proves unkind?
Are those clear fires which vanish into smoke?
Must I praise the leaves where no fruit I find?
 No, no; where shadows do for bodies stand,
 That may’st be abus’d if thy sight be dim.
 Cold love is like to words written on sand,
 Or to bubbles which on the water swim.
Wilt thou be thus abused still,
Seeing that she will right thee never?
If thou canst not o’ercome her will,
Thy love will be thus fruitless ever.

Was I so base, that I might not aspire
Unto those high joys which she holds from me?
As they are high, so high is my desire,
If she this deny, what can granted be?
 If she will yield to that which reason is,
 It is reason’s will that love should be just.
 Dear, make me happy still by granting this,
 Or cut off delays if that I die must.
Better a thousand times to die
Than for to live thus still tormented:
Dear, but remember it was I
Who for thy sake did die contented.

Il testo – adattato a un tema di gagliarda: in qualche fonte, la versione strumentale del brano (qui) reca il titolo The Earl of Essexhis ] Galliard – fa forse riferimento alle vicende di Robert Devereux, 2° conte di Essex (1566-1601), che potrebbe essere l’autore dei versi. È probabile che sia da collegarsi a Robert Devereux la citazione della melodia tradizionale The woods so wild, da Dowland inserita nel terzo periodo, affidata a una voce intermedia (tenore; testo: Wilt thou be thus abused still ecc.): farebbe riferimento al fatto che il conte di Essex soleva ritirarsi in una casa di sua proprietà, sita nei boschi a nord-est di Londra.
The woods so wild è un ballad assai diffuso in epoca Tudor: pare che fosse par­ti­co­lar­mente caro a Enrico VIII. Variazioni sulla melodia si devono a William Byrd (riportate dal Fitzwilliam Virginal Book e dal My Lady Nevell’s Book) e a Orlando Gibbons.


William Byrd (c1540 - 1623): The Woods so Wilde, variazioni. Michael Maxwell Steer, clavicembalo.


Orlando Gibbons (1583 - 1625): The Woods so Wild, variazioni. Michael Maxwell Steer, clavicembalo.


Un’altra interpretazione del brano di Dowland, ove la parte che comprende la citazione della melodia tradizionale è eseguita con un flauto dolce. Karin Gyllenhammar, soprano; Mirjam-Luise Münzel, flauto; David Leeuwarden, liuto; Alina Rotaru, clavicembalo.

Dowland - Can she

11 pensieri riguardo “The woods so wild

  1. Buongiorno, caro Claudio, grazie mille di questa deliziosa selezione elisabettiana, interpretazioni davvero fantastiche! 😊

    Come spesso accade nella musica di Dowland, gli autori dei testi sono spesso anonimi e la loro identità si perde nei meandri del tempo. Ciò porta a seri dubbi se sia nata prima la melodia oppure il testo: in questo caso, la melodia di Can She Excuse My Wrongs è stata inclusa nel Dowland Lutebook, completato almeno prima del 1594, prima di qualsiasi altra datazione conosciuta del testo.

    Secondo gli studiosi, tra l’altro, il testo non possiede una struttura metrica adatta alla musica e, talvolta, ciò porta il cantante a enfatizzare insolitamente le parole. In più, lo stile e il ritmo energici e in levare della musica cozzano con l’umore malinconico e leggermente depresso dei versi. Tutti questi motivi, in conclusione, fanno ritenere che il testo sia stato aggiunto separatamente.

    La possibile attribuzione del testo a Devereux non è supportata da alcuna documentazione e ciò rende impossibile stabilire la paternità certa dei versi al conte, tuttavia è un certo candidato, poiché sopravvivono altre sue poesie ed esiste un’altra canzone per liuto a lui associata, To plead my faith, musicata da Daniel Batcheler.

    In ogni caso, l’unico elemento di attribuzione del testo al conte è la dedica postuma della gagliarda di Dowland, pubblicata nella raccolta Lachrimae, or Seaven Teares (1604).

    La dedica fu postuma perché il conte, nel 1601, organizzò una rivolta contro Elisabetta I e, a causa di ciò, fu condannato a morte per decapitazione, portando all’estinzione il suo titolo. Tuttavia, la sua azione favorì l’ascesa al trono di Giacomo I, il quale fu comprensivo nei confronti dei rivoltosi e ripristinò il titolo tre anni più tardi per suo figlio Robert Devereux (1591-1646), III conte di Essex.

    Quest’eventualità permise al compositore di fare la dedica, poiché non sarebbe stato altamente rischioso come negli anni precedenti.

    La citazione della melodia della popolare ballata Will Yow Walke the Woods soe Wylde, un velato riferimento all’abitudine del conte di ritirarsi nella sua abitazione boschiva, è stata interpretata come la registrazione dei sentimenti di esilio e di alienazione del poeta, dopo la sua espulsione dalla corte verso la campagna, forse a causa della sua caduta in disgrazia nei confronti di Elisabetta I.

    Il testo completo della ballata non ci è giunto, ma si ritiene che contesse questo breve ritornello: “Shall I go walk the wood so wild, wandering, wandering, here and there” (“Dovrei andare a camminare per il bosco così selvaggio, vagando, vagando, qua e là”).

    In generale, questo tipo di ballata si caratterizzava per la descrizione, velata o meno, di scene di ritiro in campagna o, nelle tradizioni più antiche, di immagini boschive. Questi temi erano spesso utilizzati, uniti al senso di alienazione poetica, per fare commenti acuti e, spesso, satirici sugli intrighi di corte e sulle lotte intestine per la successione.

    Il grande apprezzamento per questa melodia da parte dei compositori dell’epoca sembra essere dovuto alla sua grande vivacità nel modo lidio o perché evocava sentimenti pastorali nella mente del pubblico del tempo.

    Sulla melodia, sono state costruite, come già accennato, due importanti serie di variazioni per tastiera, di grande valore artistico e risalenti alla tarda epoca Tudor, da parte dei compositori William Byrd e Orlando Gibbons.

    L’opera di Byrd, originariamente, era strutturata in 14 variazioni della melodia e iniziava con una presentazione rudimentale del tema, accompagnata da tamburi e concludendo con una variazione finale riccamente polifonica. La composizione, oltre a essere presente nel Fitzwilliam Virginal Book e nel My Ladye Nevells Booke, si è conservata anche in numerosi manoscritti minori del tempo.

    L’opera di Gibbons, invece, ha avuto un destino meno felice e si è conservata solo all’interno del Fitzwilliam Virginal Book. La composizione è strutturata in otto variazioni della melodia, alcune in stile altamente virtuosistico, altre in stile contrappuntistico, ispirate alla musica vocale di Gibbons dello stesso periodo.

    Il testo di Dowland presenta, tra l’altro, uno stereotipato amante petrarchesco e sembra essere una supplica personale alla sovrana “tradita”. Devereux fu noto per le diverse poesie indirizzate alla sovrana e la canzone fece la sua apparizione prima del grande fallimento del corte, ossia durante il suo periodo come Lord Luogotenente d’Irlanda che lo portò al suo sfortunato colpo di stato.

    Già prima, secondo le cronache inglesi, il conte aveva avuto dissapori con la regina ma, nonostante il tradimento, il conte-poeta si aspetta dalla sua “amante politica” (e non sessuale come si potrebbe pensare) vari favori (“Le alte gioie” citate nel testo).

    La “relazione” del conte con la regina durò ben 17 anni e, fin dalla sua prima apparizione a corte, la sua grande ambiziose e il suo temperamento focoso portarono fin da subito a numerosissimi litigi e conseguenti tentativi di riconciliazione con Elisabetta I.

    Quando aveva torto, il conte si imbronciava, ma anche minacciava, supplicava o lusingava la regina e, almeno una di queste volte, le dedicò adirittura un sonetto. Quando questo fu cantato davanti alla sovrana, questa finì per ignorare i rivali del conte e i loro sontuosi sfozi, per riprendere il conte a corte e ricambiargli il favore.

    In generale, come sovrana a capo di una società tradizionalista, cattolica e patriarcale, Elisabetta I era naturalmente al centro delle attenzioni letterarie dei poeti e degli scrittori inglesi e questa tendenza raggiunse il suo apice durante il tardo ‘500. Ciò porta a credere che la sovrana abbia incoraggiato questo “credo popolare” come mezzo per tenere in competizione pretendenti ambiziosi e preoccupati da piccole gelosie.

    Dowland scrisse il pezzo per diversi organici, come voce e liuto, consort di viole e, addirittura, come madrigale per coro SATB. Essendo uno dei migliori liutisti del tempo, Dowland diede maggiore importanza alla prima versione, presumibilmente suonando la parte liutistica, anche se non è da escludersi una sua possibile esibizione vocale.

    Nonostante Dowland fosse al servizio di mecenati nobili e aristocratici, il suo First Booke of Songes or Ayres si rivolgeva a un pubblico più ampio, includendo i ceti più umili, facendo pensare che non abbia composto Can She Excuse My Wrongs pensando a interpreti altamente qualificati.

    Questa scelta, probabilmente, fu fatta per favorire la diffusione e la vendita della raccolta la quale, secondo le previsioni del suo autore, riuscì a vendere superando ogni aspettativa e venendo ristampata più volte durante la vita del compositore.

    Accanto a Dowland, anche altri compositori arrangiarono il pezzo per vari strumenti, come Thomas Robinson, suo contemporaneo, il quale ne pubblicò una sua versione nel 1609. La popolarità del pezzo, tra l’altro, potrebbe aver ispirato diversi brani successivi, tra i quali l’anonimo Can Shee presente nel Fitzwilliam Virginal Book e Galliard Can she excuse, trascritto nel First Booke of Consort Lessons (1599) di Thomas Morley.

    Come gagliarda, il pezzo di Dowland oscilla ritmicamente tra 3/4 e 6/8 e questa antitesi viene riflettuta nei versi poetici, modellando la melodia in frasi parallele. La musica inizia nella tonalità di Re minore, con una serie di salti ascendenti, ma si sposta impercettibilmente verso accenni di tonalità maggiori in ogni ultima sezione. Il testo si conclude sull’amore infruttuoso, ma fedele, del poeta.

    Buona giornata e a domani!

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    1. I like to find connections between music and history. Alberto Basso, the musicologist with whom I collaborated for many years, always said that music helps a lot to understand the era in which it was composed.
      Good evening, Ashley

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