9 pensieri riguardo “La dolcezza

  1. I admit, I have never heard of Henri Herz before today and listen to what I’ve been missing! Thank you again Claudio for this introduction not only to Herz but to the wonderful playing of Gamma1734. Happy Sunday 🙏

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  2. Buongiorno e buona domenica, caro Claudio, grazie mille di aver portato questo splendido notturno 😊.

    Figura minore del romanticismo francese, Herz nacque a Vienna da una famiglia di origini ebraiche, ma chiese al critico musicale e compositore francese François-Joseph Fétis di non menzionare tale aspetto nella sua enciclopedia, per paura del clima antisemita dilagante nei circoli culturali francesi del tempo.

    La sua formazione musicale ebbe inizio già in tenera età, sotto la tutela del padre, proseguendo successivamente a Coblenza con l’organista Daniel Hünten. Nel 1816, invece, il giovane entrò al Conservatorio di Parigi, dove ebbe come insegnanti Louis-Barthélémy Pradher (pianoforte), Victor Dourlen (armonia) e Antonín Reicha (composizione).

    Durante i suoi anni presso l’istituto, Herz vinse un primo premio in pianoforte (1818) e, inoltre, iniziò a comporre. Tra l’altro, consolidò anche il suo stile esecutivo il quale, per sua stessa ammissione, fu fortemente influenzato dal compositore e pianista ceco Ignaz Isaac Moscheles.

    Nel 1825, il giovane divenne socio del laboratorio di pianoforti Henri Klepfer & Co ma, con il passare degli anni, la collaborazione iniziò a rivelarsi fallimentare e, di conseguenza, Herz decise di fondare quattrordici anni più tardi una propria fabbrica di pianoforti, la quale divenne una delle maggiori di Francia, insieme a quelle di Erard e di Pleyel.

    Una delle maggiori innovazioni apportate dal compositore come costruttore di pianoforte fu il passaggio, tra il 1820 e il 1830, da un martello monostrato a uno multistrato, costituito internamente da due strati di pelle, da diversi strati di tessuto e da pelliccia di coniglio, mentre all’esterno era ricoperto da nove strati di feltro di lana, di durezza crescente.

    Questa innovazione ebbe però vita breve e fu definitivamente soppiantata dai nuovi contributi della Steinway & Sons, provenienti dagli Stati Uniti. Ciò che portò alla scomparsa dei martelli herziani fu la loro scarsa pressione, la quale impediva di suonare i pianoforti con lo stesso volume.

    Come fabbricante di pianoforti, tra l’altro, Herz realizzò una versione semplificata del meccanismo per lo “scappamento doppio” del costruttore francese Sébastien Érard, il quale permetteva alle note di venire ripetute più facilmente, rispetto al meccanismo dello “scappamento singolo”. Attraverso l’introduzione della cosiddetta “molla di Herz” (Repetierfeder), la meccanica dello strumento assunse la sua forma moderna.

    Parallelamente alla sua attività di compositore e di costruttore di pianoforti, Herz intraprese anche una carriera concertistica, esibendosi in vari paesi europei, tra i quali Germania (1831) e Inghilterra (1834), riscuotendo unanimemente grandi consensi.

    Nel 1838, invece, Herz e il fratello Jacques Simon costruirono la Salle des Concert Herz, con 668 posti a sedere, famosa per aver ospitato varie esecuzioni di opere di Berlioz e Offenbach. Tra l’altro, la sala fu la sede della famosa École Spéciale de Piano de Paris, fondata dai due fratelli per favorire l’insegnamento dello strumento e diffonderne ulteriormente il gusto nella capitale.

    Nel 1849, l’Accademia di San Juan de Letrán lanciò un concorso per la realizzazione di un inno che rappresentasse il popolo messicano, soprattutto all’estero. Furono scelte due composizioni, tra le tre ricevute, ossia quella del compositore americano Andrew Davis Bradburn e quella del poeta messicano Félix María Escalante, musicata da Herz. Quest’ultima, tuttavia, non riuscì a conquistare il favore del popolo, il quale gli preferì nettamente il primo.

    Con la crescita della fama di Herz, tra il 1846 e il 1850 aumentarono anche le sue tournée in giro per il mondo, arrivando in Russia, Messico, Sud America e Stati Uniti. Queste esperienze furono raccontate dal compositore nel suo libro Mes voyages en Amérique (1866).

    A partire dal 1842, il compositore iniziò a lavorare come insegnante di pianoforte al Conservatorio di Parigi, incarico mantenuto fino al 1874. Come prodotto della sua attività didattica, rimane il Méthode complète de piano (1839), in uso ancora oggi.

    Come compositore, invece, fu autore di una discreta produzione musicale, costituita da un concerto per pianoforte, da una sonata per pianoforte, nonché da rondò, notturni, valzer, marce, fantasie e varie serie di variazioni, per un totale di 224 pezzi.

    Tra queste opere, si ricorda la quarta variazione sulla cabaletta Suoni la tromba, e intrepido dei Puritani di Vincenzo Bellini, scritta nell’ambito del pezzo da concerto Hexaméron (1837), un insieme di variazioni commissionate a sei compositori (Liszt, Thalberg, Pixis, Czerny, Chopin e Herz).

    L’opera, commissionata da principessa italiana Cristina Trivulzio di Belgiojoso, patriota sostenitrice degli italiani esuli in Francia, nonché mecenate e amici di vari artisti e musicisti, fu concepita come omaggio al celebre compositore catanese.

    Altri suoi pezzi celebri includono le Variazioni su Ma Franchette est charmante op. 10 (1823) e le Variazioni su La Violette op. 48 (1829), una delle prime opere best-seller dell’editoria musicale francese dell’epoca.

    Riguardo il suo stile, vi sono pareri contrastanti: per esempio, molti critici trovarono il suo stile pianistico vistoso e superficiale, tra i quali Robert Schumann. Tra i pochi, invece, che amarono il suo modo di comporre vi è la moglie di Schumann, Clara, la quale intravide in esso la lodevole qualità di poter sfidare l’interpretazione del compositore.

    Herz fu anche l’inventore di un dispositivo meccanico denominato “dactylion”, progettato per allentare e rafforzare le dita del pianista. All’epoca, il “dactylion” ebbe un grande successo, tanto che Herz decise di brevettarlo nel 1835.

    Il dispositivo era costituito da due barre di legno parallele, con quella inferiore fissabile sotto una tastiera per fissare lo strumento in posizione. La barra superiore, invece, aveva dieci anelli appesi a corde per le singole dita per fornire una certa resistenza mentre si suonava il pianoforte.

    La raccolta Trois Nocturnes caractéristiques op. 45 è stata concepita per pianisti dilettanti, come si presume dalla dedica a Mademoiselle Eudoxie Cordel, allieva del compositore.

    La copertina dell’opera descrive Herz come “Pianiste de S. M. Le Roi de France” e offre una nota di incoraggiamento in testa alla partitura per tutti coloro che si approcciassero per la prima volta a questi pezzi: “Per suonare questi Notturni nel modo voluto dal compositore, bisogna sforzarsi di far cantare il pianoforte e di trarne un suono dolce e melodioso”.

    Il primo pezzo della raccolta, La dolcezza, ha il sapore di un’aria belliniana ed è nella tonalità di La bemolle maggiore, modulando in Si maggiore nella sezione centrale.

    Buona giornata e a domani!

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