Danske billeder

Johan Peter Emilius Hartmann (1805 - 10 marzo 1900): Sinfonia n. 1 in sol minore op. 17 (1835). Danmarks Radio SymfoniOrkestret, dir. Thomas Dausgaard.

  1. Introduktion: Moderato – Allegro assai, con passione
  2. Andante [9:26]
  3. Menuetto [15:92]
  4. Finale: Allegro molto assai [20:51]

Brendekilde
Hans Andersen Brendekilde (1857-1942)
Sentiero alberato in autunno (1902)

6 pensieri riguardo “Danske billeder

  1. Buongiorno e buon inizio di settimana, caro Claudio, grazie mille di aver portato questa splendida sinfonia 😊

    Hartmann viene ricordato come uno dei più importanti compositori danesi della sua generazione, nonché per essere stato il padre di due esimie personalità della Danimarca, ossia lo scultore Carl Hartmann e il compositore Emil Hartmann.

    Nato nella famiglia dell’organista, violinista e compositore August Wilhelm Hartmann e di Christiane Wittendorf, il giovane fu indirizzato verso gli studi classici presso la scuola Borgerdyd di Copenhagen, dove ebbe come insegnanti, tra gli altri, il futuro vescovo Peter Christian Kierkegaard.

    Come unico figlio della famiglia, però, gli furono impartite anche lezioni di violino da uno dei colleghi del padre, a scopo di divertimento e di svago. Ebbe anche l’opportunità di imparare il pianoforte in casa e di approcciarsi al canto nell’ambito delle esecuzioni domestiche serali. Il giovane seguì, inoltre, il padre fino all’organo della Chiesa di Garrison, attratto dal grande e possente strumento.

    Dopo il diploma, Hartmann iniziò a lavorare come funzionario pubblico, però la sua vera vocazione rimase la musica. Insieme al padre, continuò a perfezionarsi nell’organo e, notato dal compositore Christoph Ernst Friedrich Weyse, fu spinto da questi a intraprendere una formazione musicale più formale, studiando privatamente con il noto compositore il violino.

    Nel 1824, a soli 19 anni, il giovane ricevette il suo primo incarico come organista permanente presso la Chiesa di Garrison e, l’anno successivo, fece il suo debutto come compositore, con la cantata Il prezzo dell’organo, eseguita in un concerto presso la Chiesa della Guarnigione.

    Hartmann, anche se già aveva un lavoro in ambito musicale, non trascurò mai la sua educazione e, dopo la laurea, iniziò pure a lavorare come segretario della Commissione di Iscrizione Civica e come insegnante di pianoforte e armonia presso il locale Conservatorio di Musica.

    A partire dal 1836, Hartmann intraprese una serie di tournée in Europa e, durante questo periodo, fece pubblicare diverse sue composizioni in terra tedesca, ottenendo consensi generali favorevoli.

    L’opinione comune secondo la quale la sua musica si affermò solo in Danimarca è, quindi, falsa, in quanto Hartmann lottò a lungo per farsi conoscere in Germania, anche con composizioni “minori”, come varie canzoni tedesche, diversi pezzi pianistici (tra i quali i Capricci, dedicati a Marschner e a Mendelssohn), una Sonata per violino e pianoforte e la Prissonate.

    Nel 1848, a causa dello scoppio della prima guerra dello Schleswig, le relazioni tra Danimarca e Germania si interruppero e, di conseguenza, le esecuzioni della musica di Hartmann all’estero dimunirono drasticamente.

    A partire dagli anni ’30, però, la vita musicale di Copenhagen iniziò a intensificarsi, grazie anche alla fondazione della Musikforeningen, della quale il compositore fu presidente dal 1839 al 1892. Fece anche parte della Studentersangforeningen e, nel 1843, succedette a Weyse come organista alla Vor Frue Kirke.

    Nel 1867, invece, Hartmann contribuì alla fondazione del Conservatorio di Musica di Copenhagen, insieme ai compositori Niels Wilhelm Gade e Holger Simon Paulli. Già nel 1849, deteneva il titolo di professore e, venticinque anni più tardi, fu anche nominato dottore “honoris causa” dall’Università di Copenhagen, in occasione del suo 50° anniversario organistico.

    Personalità fresca e prolifica, mantenne una lucidità mentale anche in tarda età, continuando a essere produttivo come compositore e nell’adempimento dei suoi numerosi incarichi musicali, godendo di grande stima e onori, come pochi altri. Morì alla veneranda età di 95 anni.

    Nel corso della sua vita, Hartmann sperimentò un grande cambiamento stilistico, passando dallo stile classico viennese dei primi lavori allo stile tardo-romantico nelle composizioni della maturità. Tuttavia, la gran parte della sua produzione si caratterizza per la presenza di un certo sapore nordico.

    Le sue prime composizioni superstiti risalgono ai suoi primi anni come organista, quando aveva circa 20 anni. Come musicista e compositore, egli fu fondamentalmente autodidatta, a partire dall’infanzia quando imparò a suonare l’organo e il pianoforte, fino ad arrivare alla prima età adulta, quando si approcciò all’armonia e alla composizione.

    Accanto alla sua formazione da autodidatta, il compositore ricevette alcune lezioni principalmente da Weyse, ma anche dal compositore tedesco-danese Friedrich Kuhlau e dall’organista cieco Niels Peter Jensen.

    Nel complesso, la sua produzione musicale supera il centinaio di lavori, suddivisibili in quattro gruppi principali, ossia la parte “europea”, la parte “nordica”, la parte “hartmanniana” e le composizioni per le occasioni. Curiosamente, non vi è distinzione né cronologica né stilistica tra queste categorie, tanto che è impossibile stabilire quando finisce una e inizia l’altra.

    In linea di massima, si può affermare come le opere “europee” siano caratteristiche del primo periodo compositivo di Hartmann, mentre quelle “nordiche” hanno rilevanza successiva.

    Il primo gruppo annovera diverse opere scritte tra il 1830 e il 1840, fra le quali risaltano Il corvo (1832) e I corsari (1835), la musica per il dramma Undine (1842) di Carl Borgaard, le Prissonaten, varie canzoni e diversi pezzi pianistici. Da segnalare anche un quartetto per pianoforte, due violini e violoncello e le due sinfonie.

    Il secondo gruppo, invece, è suddivisible a sua volta in due sottogruppi, ossia “il nordico comune” e “il danese”.

    Il primo – il più vasto, significativo e antico – annovera l’opera I corni d’oro (1832), la musica per Olaf il Santo (1838), La battaglia di Stiklestad e Bjarkemaal, l’ouverture di Hakon Jarl (1844), la musica di intermezzo (1857), i balletti La valchiria (1861), Thrymskviden (1868), Völva’s Spaadom (1872) e Arkona (1875) e la musica per Yrsa (1883) di Adam Gottlob Oehlenschläger. Il gruppo si caratterizza per la grande varietà stilistico-musicale e per la sua grande innovatività e originalità.

    Il secondo – meno ardito e dai colori più tenui, ma sempre fantasiosi – ricomprende la musica per il Syvsoverdag (1840) di Johan Ludvig Heiberg, la musica per Et Folkesagn (1854), l’ouverture Axel og Valborg (1856), l’opera Liden Kirsten (1846), l’idillio En Sommerdag (1854, una rinascita della canzone popolare danese come pezzo da concerto) e la Foraarssang (1871).

    Nel terzo gruppo, anch’esso assai variegato, rientrano i Canti di Salomone e Sulamith (1850), la Sonata per organo in Sol minore (1855), due fantasie e il Mattino di Pasqua del Venerdì Santo per organo, il grande pezzo corale Le nozze della driade (1858), l’ouverture Correggio (1858), il pezzo corale In Provenza (1869), il Salmo di Davide n° 115 (1871), il pezzo corale drammatico Foran Syddens Kloster (1872), i pezzi corali Luther paa Wartburg (1884) e Heilig tre Kongers Kvad (1894) e vari cori a cappella.

    L’ultimo gruppo, infine, comprende cantate di lutto per i soprani Frederik VI, Christian VIII e Frederik VII, una cantata nuziale per Christian VIII e una marcia funebre per la morte di questi, accanto a marce e nenie funebri per personaggi illustri come Thorvaldsen, Oehlenschläger e Weyse. Si ricordano anche varie cantate celebrative di giubilei ed eventi memorabili, nonché circa 100 inni e vari canti spirituali.

    Come organista, Hartmann scrisse pochi pezzi significativi per questo strumento. Era un notevole improvvisatore, ma non scriveva queste parti. In compenso, però, scrisse molti pezzi vocali sacri a voce sola con accompagnamento e con coro e orchestra.

    Molte suoi inni sono tuttora usati nell’Innario danese, come Til himlene rækker din miskundhed, Gud (“La tua misericordia raggiunge i cieli, o Dio”), Blomstre som en rosengård (“Sboccia come un giardino di rose”), Julebudet til dem, der bygge (“Il messaggio di Natale a coloro che costruiscono”) e Op dog, Zion! ser du ej (“Alzati, Sion! Tu non vedi”).

    La sua centralità nella vita musicale danese del XIX secolo gli permise di influenzare vari compositori della generazione successiva, come Peter Erasmus Lange-Müller, Edvard Grieg e Carl Nielsen. Nei suoi ultimi anni, fu addirittura considerato l’incarnazione vivente della musica popolare del suo paese.

    Buona giornata e alla prossima!

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