Johann Kaspar Kerll (9 aprile 1627 - 1693): Capricio Cucu. Paolo Crivellaro all’organo della Cattedrale di Roskilde (Danimarca).

Johann Kaspar Kerll (9 aprile 1627 - 1693): Capricio Cucu. Paolo Crivellaro all’organo della Cattedrale di Roskilde (Danimarca).

Che delizia! Grazie.
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Buon giorno! Grazie a te 🙂
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Meraviglia. Io poi adoro l’organo.
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Anch’io 🙂
Buona giornata!
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E’ favoloso!!!
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Nel vero senso della parola 🙂
Buona giornata, Luisa 🌹
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💓💓💓
Buona giornata a te, caro Claudio
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Buongiorno, caro Claudio, grazie mille di aver portato questo delizioso capriccio per tastiera, davvero un’ottima interpretazione! 😊
Kerll (anche conosciuto come Kerl, Gherl, Cherll o Kerle) viene ricordato come notevole compositore e organista tedesco del periodo barocco.
Nato ad Adorf nella famiglia dell’organista Caspar Kerll e di sua moglie Catharina Hendel, il giovane dimostrò subito un eccezionale talento musicale. Probabilmente, ricevette i primi rudimenti musicali dal padre e, già a quattordici anni, scrisse le sue prime composizioni.
Agli inizi degli anni ’40 del Seicento, egli fu mandato a studiare a Vienna con Giovanni Valentini e, nella capitale austriaca, prese avvio la sua carriera musicale. Dapprima, lavorò come organista in varie chiese locali e poi come organista da camera al servizio dell’Arciduca Leopoldo Guglielmo d’Austria a Bruxelles.
Per ordine dell’arciduca, nel 1648/1649 Kerll si recò a Roma per studiare con Giacomo Carissimi e, forse, con Johann Jakob Froberger. Ritornato brevemente in patria, il compositore ripartì nell’inverno del 1649, stavolta recandosi prima in Germania e poi in Boemia.
Nel febbraio 1656, invece, il compositore accettò un incarico temporaneo come vicemaestro di cappella alla corte monegasca e, qualche tempo dopo, fu nominato maestro di cappella in via effettiva. Con l’assunzione di responsabilità sempre maggiori, la sua fama crebbe gradualmente e gli iniziarono a essere commissionati lavori importanti, come l’opera Oronte (1657, andata perduta) – scritta per l’inaugurazione del Teatro dell’Opera di Monaco in gennaio – e una messa vocale (1658) – scritta per l’incoronazione dell’imperatore Leopoldo I a Francoforte.
Il periodo monegasco fu quello di maggior splendore artistico per Kerll in quanto, in questi anni, scrisse e pubblico diverse opere, fra le quali la raccolta di musica vocale Delectus sacrarum cantionum (1669) e una Missa pro defunctis (1669), entrambe dedicate all’Elettore Ferdinando Maria.
Nel 1673, il compositore lasciò il suo incarico (forse per una disputa con alcuni cantanti italiani a corte) e, l’anno successivo, si recò a Vienna, dove tre anni più tardi iniziò a lavorare come organista di corte. Parallelamente, continuò a dedicarsi all’attività compositiva, scrivendo la raccolta di musica liturgica per organo Modulatio organica (1686) e le Missae sex (1689, dedicate all’imperatore).
Alla fine del 1692, Kerll lasciò nuovamente il suo incarico per far ritorno a Monaco, dove morì qualche anno più tardi.
Oltre che ottimo compositore, Kerll fu un eccellente insegnante anche se, molto probabilmente, i suoi allievi non includettero compositori degni di nota, a eccezione di Johann Joseph Fux e Agostino Steffani.
Tuttavia, la sua influenza sulle generazioni successive di compositori fu innegabile, in quanto Pachelbel, Bach e Haendel si formarono sulla sua produzione, prendendone anche ispirazione per le loro opere.
Come compositore, Kerll non fu molto prolifico e, a oggi, ci sono pervenuti pochi suoi lavori, in quanto gran parte della sua produzione (11 opere liriche, 25 offertori, 4 messe, varie litanie, diverse sonate da camera e numerosi pezzi per tastiera) è andata purtroppo perduta.
La sua musica per tastiera, in particolare, fu scritta nel tipico stile sud-tedesco e unisce il rigoroso contrappunto tedesco con elementi italiani. In essa, si nota una grande influenza della musica di Frescobaldi e di Froberger. Al suo interno, degne di nota sono le 8 toccate, una passacaglia e una ciaccona, una Battaglia e il Capriccio sopra il Cucu.
La musica da camera, invece, include una Canzona per due violini, viola da gamba e basso continuo e tre sonate, mentre la sua produzione vocale – scritta con una tecnica concertata avanzata – include diverse messe, mottetti e concerti sacri per 2-5 voci. Molte di queste opere alternano sezioni imitative e parti libere molto ornate e ricordano molto la musica di Schütz.
Il suo Capricio Cucu (anche conosciuto come Capriccio sopra il Cucu) fu concepito per strumento a tastiera (organo o clavicembalo). Si tratta di un pezzo di carattere di natura programmatica, basato sull’imitazione naturalistica del verso del cuculo, rappresentato musicalmente con un intervallo di terza minore discendente.
Questo motivo appare immediatamente alla mano destra sulle note Re-Si e poco dopo alla mano sinistra sulle note Sol-Mi. La figura permea l’intera composizione, apparendo centinaia di volte su diversi gradi della scala e venendo trasposta in diverse tonalità. Appare principalmente come una croma seguita da una semiminima.
La sua funzione è quella di ostinato tematico, un’idée fixe che ritorna costantemente e, addirittura, quasi ossessivamente.
L’intera composizione non aderisce a una forma codificata, ma assume una forma libera, episodica o sezionale, tipica del capriccio dell’epoca barocca. L’unità formale è data dal sopracitato motivo che funge da ritornello tematico.
Nel corso dell’esecuzione, è evidente un’alternanza tra sezioni “Cucu” (durante le quali il motivo del cuculo è presentato con chiarezza, spesso con un accompagnamento molto semplice) e tra sezioni “virtuosistiche” (durante le quali vengono eseguiti episodi in figurazioni molto veloci in semicrome e biscrome, nonché passaggi scalari, arpeggi e scrittura contrappuntistica più densa, spesso di carattere imitativo). Questi ultimi episodi fungono da collegamento, sviluppo o contrasto rispetto ai primi.
Il pezzo inizia nella tonalità di Do maggiore, per poi modulare alle tonalità strettamente correlate, come la dominante (Sol maggiore, raggiunta spesso tramite cadenze), la relativa minore (La minore, spesso introdotta dalla versione Do-La del motivo) e la sottodominante (Fa maggiore, raggiunta più brevemente, anch’essa collegabile alla versione Do-La del motivo).
L’armonia adottata è quella tipica del periodo medio-barocco, con successioni I-IV – V-I e varianti, uso di triadi e accordi di settima (specialmente di dominante), nonché dominanti secondarie per favorire il passaggio alle tonalità secondarie. Le varie cadenze, invece, sono usate per ben articolare le sezioni e le frasi.
Il metro rimane costante in 4/4 mentre, dal punto di vista ritmico, si contrappongono il ritmo regolare e semplice del motivo del cuculo e le figurazioni rapide e scorrevoli in note brevi, le quali creano un senso di moto perpetuo e di fluidità negli episodi di sviluppo. Questo contrasto ritmico sottolinea la natura giocosa e quasi “interrotta” del pezzo, dove il richiamo insistente del cuculo si alterna a parti di maggiore slancio motorio.
L’interesse dell’ascoltatore è mantenuto vivo da Kerll attraverso l’impiego di varie tessiture, come la melodia accompagnata (specialmente all’inizio e nei passaggi dove il motivo è predominante alla mano sinistra), il contrappunto a due voci (molto frequente, specialmente negli episodi di sviluppo, dove le due mani dialogano imitativamente), il contrappunto a più voci (sebbene la scrittura preveda prevalentemente due parti attive, l’armonia suggerisce spesso 3-4 voci) e alcuni passaggi omofonico-accordali (meno frequenti, usati per rafforzare le cadenze).
La ripetizione ostinata e quasi caricaturale del semplice motivo dà al pezzo un carattere divertente, leggero e spiritoso. I passaggi in note brevi, invece, conferiscono all’opera un carattere brillante e richiedono una buona agilità e indipendenza delle mani, tipica del genere del capriccio.
Come emblematico pezzo dell’epoca, questo capriccio unisce l’influenza italiana (la forma libera del capriccio e l’elemento programmatico alla Frescobaldi) e una solida scrittura contrappuntistica. La sua originalità risiede nell’uso estremo e quasi monotematico di un semplice motivo imitativo, fungente da motore per un pezzo molto ricco in termini di inventiva.
Buona giornata e alla prossima!
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Grazie mille, Pierfrancesco. Buon pomeriggio, a domani 🙂
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che carino…
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Una delizia. Buon pomeriggio, Lucia 🙂
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Buon pomeriggio a te!
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Eccomi, ho trovato un ritaglio di tempo buono e sono andata a colpo sicuro, questa è pura gioia musicale, un meraviglioso trastullo per l’anima. Grazie Claudio!
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Grazie a te, ciao! 🙂
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Delicious and so….. spring-like!!
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🙂
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Wonderful. A delight! 🕊
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Good evening, Ashley. How are you?
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ry, missed your comment. I’m…a bit under par just now, overdoing things. Thinking to take a break from blogging, maybe, or at least ease up. How about you? Looking forward to summer?
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Hi Ashley. No, I’m not looking forward to summer: at my age I’m worried about how to deal with the coming week, the next season is very very far away in my thoughts 🙂
These days I’m mainly working on digitizing my record collection: I have many LPs and CDs purchased over the last sixty years or so; I would like this small but varied heritage not to be dispersed when I’m no longer around, hoping that it can arouse the interest of my grandchildren. So I’m transforming all of this into high-quality audio files and storing them on durable mass storage devices. When my grandchildren are grown up they will have the opportunity to enjoy my effort — unless Putin, Trump and their accomplices decide to put an end to humanity, ça va sans dire.
When summer comes, if there are no hitches, I plan to spend as much time as possible in the little house I have in the Matterhorn valley, but I’ll think about it at the right time 😉
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Perhaps that is what is depressing me….I have masses of notebooks and more of writing and drawing which I would like to leave to my 3 grandchildren (and great grandchildren, 2 already) but haven’t found a way to “package” (?) them. I’ve arrived at a time in my life that these things begin creep into view 🤔 but I still have a need to create more! Which way to turn?
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Keep creating. Your heirs will put things in order.
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