Leone Sinigaglia

Composizioni di Leone Sinigaglia (1868 - 16 maggio 1944), musicista e alpinista, vittima dell’Olocausto.


Regenlied per archi op. 35 n. 1 (1910). Orchestra Città di Ferrara, dir. Marco Zuccarini.


Due Pezzi per violoncello e orchestra op. 16 (1902). Fernando Caida Greco, violoncello; Orchestra Città di Ferrara, dir. Marco Zuccarini.

  1. Romanze
  2. Humoresque [4:50]

op. 16 n. 1

Hora mystica in la maggiore per quartetto d’archi (1894). Quartetto Tamborini: Bruno Raiteri e Antonio Sacco, violini; Fabrizio Montagner viola; Marco Pasquino violoncello.


La pastora e il lupo (da Diciotto vecchie canzoni popolari del Piemonte op. 40b). Coro da Camera di Torino, dir. Dario Tabbia.

La bërgera larga ij moton [bis]
al long de la riviera;
’l sol levà l’era tant caod,
la s’è seta a l’ombrëta.

J’è sortì ’l gran lüv dël bòsc
con la boca ambajeja,
l’ha pijà ’l pi bel barbin
ch’i era ’nt la tropeja.

La bërgera ’s bota a criar:
«Ahi mi, pòvra fijeta!
Se quaidon m’agioteis,
saria soa morosëta».

Da lì passa gentil galant,
con la soa bela speja
j’à dait tre colp al lüv,
barbin l’è saotà ’n tera.

«Mi v’ ringrassio, gentil galant,
mi v’ ringrassio ’d vòstra pena.
Quand ch’i tonda ’l me barbin
’v donerai la lena.»

«Mi son pa marcant de pann
e gnianca de la lena:
un basin dël vòst bochin
’m pagherà la pena.»

(La pastora fa pascolare le pecore lungo la riva; il sole alto è molto caldo, così si è seduta all’ombra.
Il gran lupo è uscito dal bosco con la bocca spalancata, ha preso il più bell’agnello del gregge.
La pastora si mette a gridare: «Ahimè, povera ragazza! Se qualcuno mi aiutasse sarei la sua amorosa.»
Da lì passa il gentil galante: con la sua bella spada dà tre colpi al lupo, l’agnello salta a terra.
«Vi ringrazio della vostra pena, gentil galante: quando toserò il mio agnello vi regalerò la lana.»
«Non sono mercante di stoffe e neppure di lana: un bacio della vostra bocca mi ripagherà della pena.»)


Sinigaglia amava molto la montagna. In gioventù si dedicò con passione all’alpinismo, segnalandosi in particolare per le sue arrampicate sulle Dolomiti: a lui si devono fra l’altro le prime ascensioni della Croda da Lago e del Monte Cristallo. Il 25 agosto 1990 era fortunosamente scampato alla morte sul Cervino in tempesta: fu tratto in salvo dalla sua guida, il leggendario Jean-Antoine Carrel di Valtournenche, che dopo aver portato Sinigaglia al sicuro morì di sfinimento; dell’impresa compiuta dal rude e coraggioso montanaro, e del suo sacrificio, il giovane musicista lasciò una toccante testimonianza.

Cervino, parete sud, visto da Cervinia

Casals

Johann Sebastian Bach (1685-1750): Suite per violoncello n. 1 in sol maggiore BWV 1007. Pau Casals, violoncello.


Anonimo: El cant dels ocells; Pau Casals, violoncello; Mieczysław Horszowski, pianoforte.

El cant dels ocells, considerato dai catalani una sorta di inno nazionale, è diventato celebre in questo adattamento di Casals, che lo eseguiva abitualmente all’inizio dei suoi concerti come simbolo di pace e fratellanza universale; lo suonò fra l’altro alla Casa Bianca, il 13 novembre 1961, al cospetto del presidente Kennedy.

Pau Casals scomparve cinquant’anni fa, il 22 ottobre 1973.