Heinrich Hofmann (13 gennaio 1842 - 1902): Ottetto per flauto, clarinetto, fagotto, corno, 2 violini, viola e violoncello op. 80 (1886). John Wion, flauto, e Bronx Arts Ensemble.
Ernesto Cavallini (1807 - 7 gennaio 1874): Élégie in si bemolle minore-maggiore per clarinetto e pianoforte (c1850). Sergio Bosi, clarinetto; Riccardo Bartoli, pianoforte.
Max Bruch (6 gennaio 1838 - 1920): Doppio concerto in mi minore per clarinetto, viola e orchestra op. 88 (1911). Ludmila Peterkova, clarinetto; Alexander Besa, viola; Orchestra filarmonica di Praga, dir. Jiří Bělohlávek.
Johann Strauß figlio (1825 - 1899): Kaiser-Walzer op. 437 (1889), arrangiamento di Arnold Schoenberg (1874 - 1951) per flauto, clarinetto, quartetto d’archi e pianoforte (1925). Ensemble Virama (con un contrabbasso in più).
Saverio Mercadante (1795 - 17 dicembre 1870): Concerto per clarinetto e orchestra in mi bemolle maggiore op. 76. Dieter Klöcker, clarinetto; Prager Kammerorchester.
Karlheinz Stockhausen (1928 - 5 dicembre 2007): Gruppen per 3 orchestre (1957). hr-Sinfonieorchester e Ensemble Modern, dir. Matthias Pintscher, Lucas Vis e Paul Fitzsimon.
Stockhausen spiega: «Per “gruppo” si intende un numero determinato di suoni collegati secondo rapporti affini tra loro su un piano superiore di percezione, quello del gruppo appunto. I vari gruppi di una composizione si distinguono per diversi tipi di proporzioni, per diversa struttura, ma sono correlati fra loro nel senso che non è possibile comprendere le proprietà di un gruppo se non in rapporto al grado di affinità che queste presentano con le proprietà di altri gruppi».
Per l’esecuzione di Gruppen sono necessari 109 esecutori ripartiti in 3 orchestre pressappoco uguali ma distanziate: il suono, movendosi da un’orchestra all’altra, crea una musica «spaziale», non solo in senso visivo ma anche acustico e strutturale.
— Organico —
Orchestra 1:
1 flauto (anche ottavino)
1 flauto contralto
1 oboe
1 corno inglese
1 clarinetto
1 fagotto
2 corni
2 trombe
2 tromboni
1 bassotuba
4 percussionisti: 1 marimbaphone (5 ottave; oppure 4 ottave + xilofono per la 5a), 1 Glockenspiel, 5 campanacci da mucca (sospesi, senza battacchio), 1 tamtam grande, piatti piccoli, piatti medi, piatti grandi, 2 tamburi a fessura, 4 tomtom e/o tumba e bongo, 1 cassa rullante con cordiera, 1 tamburo basco
1 Glockenspiel a tastiera (o celesta)
1 arpa
10 violini
2 viole
4 violoncelli
2 contrabbassi
Orchestra 2:
2 flauti (il I anche ottavino)
1 oboe
1 clarinetto piccolo
1 sassofono contralto (anche clarinetto)
1 sassofono baritono
1 fagotto
3 corni
2 trombe
1 trombone tenor-basso
1 trombone basso
4 percussionisti: 1 vibrafono, 14 campane tubolari, 4 campanacci da mucca (sospesi, senza battacchio), 1 tam-tam medio, piatti piccoli, piatti medi, piatti grandi, 2 tamburi a fessura, 4 tomtom e/o tumba e bongo, 1 cassa rullante con cordiera, 1 tamburo basco, 1 raganella, 2 triangoli (acuto e grave)
1 pianoforte a coda senza coperchio
1 chitarra elettrica
8 violini
4 viole
2 violoncelli
2 contrabbassi
Orchestra 3:
1 flauto (anche ottavino)
1 oboe
1 corno inglese
1 clarinetto
1 clarinetto basso
1 fagotto
3 corni
2 trombe
2 tromboni
1 trombone contrabbasso (o bassotuba)
4 percussionisti: 1 xilorimba o marimbaphone (4 ottave), 4 campanacci da mucca (sospesi, senza battacchio), 1 tam-tam piccolo, piatti piccoli, piatti medi, piatti grandi, 2 tamburi a fessura, 4 tomtom e/o tumba e bongo, 1 cassa rullante con cordiera, 1 tamburo basco
1 celesta (5 ottave)
1 arpa
8 violini
4 viole
2 violoncelli
2 contrabbassi
Studio e esperienza mi hanno insegnato che la musica “nuova” ha sempre suscitato analoghe reazioni. La “seconda prattica” di Monteverdi fu ferocemente avversata dal teorico Artusi, una composizione oggi amatissima come la Sinfonia K 550 di Mozart fece inorridire i primi ascoltatori con le sue dissonanze inusitate, e così via. Per contro, quando ho occasione di parlare della complessità di un brano di Bach, quando spiego che cosa s’intende per contrappunto doppio o imitato, non di rado mi succede di vedere che le reazioni degli astanti rasentano l’incredulità, come se alla maggior parte delle persone risulti inverosimile che una composizione del passato possa essere tanto complessa, come se ciò che sembrava ormai acquisito fosse improvvisamente diventato incomprensibile. Oggi, come ai tempi di Monteverdi o a quelli di Mozart, per comprendere l’arte bisognerebbe prima capire le necessità dalle quali scaturisce. Si deve solo decidere se si ha voglia di farlo oppure no.
Davide Anzaghi (29 novembre 1936): Elogio della Luna per flauto, clarinetto, vibrafono e percussione (un solo esecutore), pianoforte, violino e violoncello (2009). Ex Novo Ensemble, dir. Claudio Ambrosini.
Ferdinand Ries (28 novembre 1784 - 1838): Settimino in mi bemolle maggiore per pianoforte, clarinetto, due corni, violino, violoncello e contrabbasso op. 25 (1808). Linos Ensemble.
Heinrich Joseph Baermann (1784 - 1847): Concertino in do minore per clarinetto e orchestra op. 29 (1818); strumentazione di Peter Joseph von Lindpaintner (1791 - 1856). Dieter Klöcker, clarinetto; Pražský komorní orchestr, dir. Milan Lajčík.
Yan Maresz (14 novembre 1966): Éclipse per clarinetto e 14 strumenti (1999). Jean-Marc Foltz, clarinetto, United Instruments of Lucilin, dir. Mark Foster.
Jean-Xavier Lefèvre (1763 - 9 novembre 1829): Concerto n. 4 in si bemolle maggiore per clarinetto e orchestra. Eduard Brunner, clarinetto; Münchener Kammerorchester, dir. Reinhard Goebel.
Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840 - 1893): Времена года / Les Saisons op. 37a (1875-76), 10. Октябрь: Осенняя песнь / Octobre: Chant d’automne. Versione originale: Valentyna Lysycja, pianoforte. Trascrizione per orchestra di Aleksandr Gauk (1893 - 1963): Orchestra da camera di Mosca, dir. Constantine Orbelian.
Il dolente Canto autunnale fu pubblicato nell’ottobre 1876 sul periodico sanpietroburghese «Нувеллист» (Nuvellist), associato a versi di Aleksej Kostantinovič Tolstoj (1858):
Осень. Обсыпается весь наш бедный сад,
Листья пожелтелые по ветру летят…
Autunno. Si spoglia il nostro povero giardino,
foglie ingiallite che volano nel vento…
Di Octobre, indubbiamente uno dei «mesi» più famosi della raccolta, esistono vari adattamenti per strumenti diversi. Ecco come l’esegue sull’arpa Pauline Haas:
Il brano è stato trascritto per clarinetto e quartetto d’archi da Tōru Takemitsu (1930 - 1996). Rob Patterson, clarinetto; Hrabba Atladottir e Mathew Oshidam, violini; Elizabeth Prior, viola; Evgeny Tonkha, violoncello.
Bernhard Henrik Crusell (15 ottobre 1775 - 1838): Secondo Quartetto in do minore per clarinetto e archi op. 4 (c1804). László Horváth, clarinetto; Trio Dumas: Joseph Puglia, violino; Chaim Steller, viola; Örs Köszeghy, violoncello.
Henri Marteau (1874 - 3 ottobre 1934): Quintetto in do minore per clarinetto e archi op. 13 (1906). Klaus Hampl, clarinetto; Quartetto di Roma: Marco Fiorini e Biancamaria Rapaccini, violini; Davide Toso, viola; Alessandra Montani, violoncello.
Gerald Finzi (1901 - 27 settembre 1956): Concerto per clarinetto e archi (1949). Robert Plane, clarinetto; Royal Northern Sinfonia, dir. Howard Griffiths.
Antonio Casimir Cartellieri (27 settembre 1772 - 1807): Concerto in si bemolle maggiore per 2 clarinetti e orchestra (1793). Dieter Klöcker e Sandra Arnold, clarinetti; Komorní orchestr České filharmonie, dir. Pavel Prantl.
Antonín Dvořák (8 settembre 1841 - 1904): Serenata in re minore per 10 strumenti a fiato (2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, controfagotto ad libitum e 3 corni), violoncello e contrabbasso op. 44 (1878). Membri dell’Orchester des Bayerischen Rundfuks, dir. Rafael Kubelík.
Giacomo Meyerbeer (5 settembre 1791 - 1864): Quintetto in mi bemolle maggiore per clarinetto e archi (1813). Dieter Klöcker, clarinetto; Daniel Stabrawa e Christian Stadelmann, violini; Niethard Resa, viola; Jan Diesselhorst, violoncello.
Ernesto Cavallini (30 agosto 1807 - 1874): Adagio e Tarantella per clarinetto e pianoforte. Sergio Bosi, clarinetto; Riccardo Bartoli, pianoforte.
Acclamato virtuoso, Cavallini fu soprannominato «il Paganini del clarinetto». Verdi scrisse per lui l’assolo del Preludio al III atto della Forza del destino, qui in una riduzione per clarinetto (Corrado Giuffredi) e pianoforte (Federico Nicoletta):
Lukas Foss (15 agosto 1922 - 2009): Paradigm «for my Friends» per ensemble (1968, rev. 1969). Jan Williams, percussioni; Stephen Bell, chitarra elettrica; Charles Haupt, violino; Jerry Kirkbride, clarinetto; Marijke Verberne, violoncello; George Ritscher, suoni elettronici; diretto dall’autore.
Session
Reading
Recital
Lecture
« L’arte non ha funzione d’intrattenimento: i monumenti d’arte che costruiamo servono a questo, a introdurre qualcosa che trasformi la nostra vita. In ciascuna musica c’è sempre una verità che si dice e che non ha bisogno di essere spiegata. Non ha torto Mahler quando afferma che ogni musica è musica a programma. La mer di Debussy è musica a programma. Ma lo stesso Debussy non avrebbe scritto La mer se avesse voluto soltanto descrivere il mare: c’è qualcosa di più che la sua descrizione, c’è l’amore per il mare e la sensazione del mare » (Lukas Foss).
Joseph Eybler (1765 - 24 luglio 1846): Concerto in si bemolle maggiore per clarinetto e orchestra (1798). Dieter Klöcker, clarinetto; English Chamber Orchestra.
Arnold Schoenberg (1874 - 13 luglio 1951): Serenata per baritono e 7 strumenti (clarinetto, clarinetto basso, mandolino, chitarra, violino, viola, violoncello) op. 24 (1921-23); testo di Francesco Petrarca (Sonetto 217, Canzoniere CCLVI) nella traduzione di Stefan George. Derrik Olsen, baritono; membri del SWR Sinfonieorchester Baden-Baden und Freiburg, dir. Hans Rosbaud.
Marsch: Durchaus gleichmässiges Marschtempo
Menuett: Nicht schnell, aber gesangvoll
Variationen: Andante
Sonnet Nr 217 von Petrarca: Rasch
O könnt’ ich je der Rach’ an ihr genesen,
die mich durch Blick und Rede gleich zerstöret,
und dann zu grösserm Leid sich von mir kehret,
die Augen bergend mir, die süssen, bösen!
So meiner Geister matt bekümmert Wesen
sauget mir aus allmählich und verzehret
und brülend, wie ein Leu, ans Herz mir fähret
die Nacht, die ich zur Ruhe mir erlesen!
Die Seele, die sonst nur der Tod verdränget,
trent sich von mir, und ihrer Haft entkommen,
fliegt sie zu ihr, die drohend sie empfänget.
Wohl hat es manchmal Wunder mich genommen
wenn die nun spricht und weint und sie umfänget,
dass fort sie schläft, wenn solches sie vernommen.
Far potess’io vendetta di colei
che guardando et parlando mi distrugge,
et per piú doglia poi s’asconde et fugge,
celando gli occhi a me sí dolci et rei.
Cosí li afflicti et stanchi spirti mei
a poco a poco consumando sugge,
e ‘n sul cor quasi fiero leon rugge
la notte allor quand’io posar devrei.
L’alma, cui Morte del suo albergo caccia,
da me si parte, et di tal nodo sciolta,
vassene pur a lei che la minaccia.
Meravigliomi ben s’alcuna volta,
mentre le parla et piange et poi l’abbraccia,
non rompe il sonno suo, s’ella l’ascolta.
Pavle Merkù (12 luglio 1927 – 2014): Tri uspavanke za Jasno (Tre Ninne-nanne per Jasna) per clarinetto e pianoforte. Andrej Zupan, clarinetto; Jan Sever, pianoforte.
Eliodoro Sollima (10 luglio 1926 - 2000): Piccolo scherzo su temi di Mozart, trascrizione di Giovanni Sollima per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte. Luigi Sollima, flauto; Calogero Palermo, clarinetto; Salvatore Greco, violino; Giovanni Sollima, violoncello; Giuseppe Andaloro, pianoforte.
Michel Yost (1754 - 5 luglio 1786): Concerto n. 7 in si bemolle maggiore per clarinetto e orchestra. Dieter Klöcker, clarinetto; Pražský komorní orchestr.
Leoš Janáček (3 luglio 1854 - 1928): Concertino per pianoforte, due violini, viola, clarinetto, corno e fagotto (1925). Quintetto di fiati «Claude Debussy» e altri.
Composto durante una visita a Hukvaldy, in Moravia, luogo natale e ritiro campestre di Janáček, il Concertino è, secondo le indicazioni dell’autore, una descrizione dei giochi di vari animali nel bosco: in una lettera datata 23 aprile 1925 Janáček parla di “uno scoiattolo, alcuni moscerini, un capriolo”, mentre in un articolo scritto qualche tempo dopo aggiunge alla lista un riccio e dei gufi. Gli animaletti sono raffigurati prima individualmente, poi nel terzo movimento compaiono insieme, e nel Finale tutti giocano, saltano e corrono con crescente vivacità.