Metamorfosi – V

Paul Hindemith (1895 - 1963): Symphonic Metamorphosis of Themes by Carl Maria von Weber (1943). SWR Symphonieorchester, dir. Dima Slobodeniouk.

  1. Allegro (Weber: Allegro, tutto ben marcato op. 60 n. 4)
  2. Scherzo (Turandot): Moderato (Weber: Turandot, musiche di scena op. 37) [4:25]
  3. Andantino (Weber: Andantino con moto op. 10 n. 2) [12:27]
  4. Marsch (Weber: Marcia. Maestoso op. 60 n. 7) [16:50]

Un’accurata guida all’ascolto delle Symphonic Metamorphosis, firmata da Sergio Sablich, si trova nel sito l’Orchestra Virtuale del Flaminio.
Di questa composizione avevamo già incontrato il II movimento nell’ambito della ricerca sulle «melodie itineranti», nella fattispecie quando ci siamo occupati dell’air chinois citato nel Dictionnaire de musique di Jean-Jacques Rousseau.

Terza piccarda

Dietrich Buxtehude (1637 - 1707): «Alleluia» dalla cantata Der Herr ist mit mir BuxWV 15. Ensemble Accentus, Insula Orchestra, dir. Laurence Equilbey.

Questa breve e deliziosa composizione su basso ostinato si evolve per intero nell’ambito tonale di do minore, salvo poi risolversi in un solare accordo di do maggiore, ossia con una formula cadenzale comunemente detta terza piccarda o di Piccardia. Secondo Jean-Jacques Rousseau (Dictionnaire de musique, 1767) il nome sarebbe dovuto al fatto che questo tipo di cadenza fu a lungo impiegato nella musica liturgica, e quindi in Piccardia, regione storica della Francia set­ten­trio­nale, ricca di chiese e cattedrali:

« Tierce picarde parce que cette façon de terminer a survécu le plus longtemps dans la musique re­li­gieuse et donc en Picardie, où il y a de la musique dans un grand nombre de cathédrales et d’églises » (Dictionnaire, p. 727).

Secondo altri studiosi, la denominazione deriverebbe invece dall’antico francese picart, vale a dire pungente, acuto, con riferimento al segno della grafia musicale (diesis o bequadro) che trasfor­ma appunto in maggiore un accordo minore. Ma nemmeno questa spiegazione pare del tutto soddisfacente.

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Air chinois

Alcuni temi musicali pubblicati con funzioni esplicative da Jean-Jacques Rousseau nel Dictionnaire de musique (1768) sono stati poi inseriti in composizioni più o meno celebri. Per esempio, una melodia di ranz des vaches fornì a Rossini lo spunto per alcune pagine, fra cui la famosa scena finale, del Guillaume Tell (1828).
Questo «air chinois», invece,

venne utilizzato da Carl Maria von Weber in una Overtura cinese scritta nel 1805 e poi confluita nelle musiche di scena composte per una rappresentazione della Turandot che Schiller aveva tratto dall’omonimo lavoro di Gozzi. Più recentemente Paul Hindemith impiegò lo stesso tema, desunto dall’Overtura cinese di Weber, nelle Metamorfosi sinfoniche.
Il medesimo «air chinois» ispirò inoltre una sere di variazioni sinfoniche al com­po­si­to­re bri­tan­ni­co di origine belga Eugene Aynsley Goossens.


Carl Maria von Weber (1786 - 1826): Ouverture e Marcia [a 4:22] per Turandot op. 37, J. 75 (1809). City of Birmingham Symphony Orchestra, dir. Lawrence Foster.


Paul Hindemith (1895 - 1963): Scherzo (Turandot), da Symphonic Metamorphosis of Themes by Carl Maria von Weber (1943). Berliner Philharmoniker diretti dall’autore (1955).
Il titolo originale dell’opera è in inglese: Hindemith si era stabilito negli Stati Uniti nel 1940 e le Metamorfosi furono eseguite per la prima volta il 20 gennaio 1944 dalla New York Philharmonic-Symphony Orchestra diretta da Artur Rodziński.
(Penso che Hindemith sia un compositore sottovalutato; questo Scherzo è sem­pli­ce­mente geniale.)


Eugene Aynsley Goossens (1893 - 1962): Variations on a Chinese Theme per orchestra op. 1 (1911-12). Melbourne Symphony Orchestra, dir. Vernon Handley.