Johann Kaspar Kerll (9 aprile 1627 - 1693): Missa superba. Constanze Backes e Dorothee Mields, soprani; Jürgen Banholzer, controtenore; Hans Jörg Mammel e Hermann Oswald, tenori; Markus Flaig, basso; Balthasar-Neumann-Chor e Ensemble, dir. Thomas Hengelbrock.
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Qualcuno cantò sul grido del cuculo
In musica, onomatopea è detto (non molto propriamente, per la verità) ogni artificio tendente a riprodurre, con la voce o con gli strumenti, rumori e suoni non musicali. Le Quattro Stagioni, si sa, contengono un vasto campionario di onomatopee. Vivaldi però — forse questo è meno noto — non fu il primo compositore a cimentarvisi.
Un primo esempio di onomatopea musicale consiste nell’imitazione del verso del cuculo in un brano polivocale inglese anonimo, databile intorno al 1240-50, noto come Sumer is icumen in (è detto anche «rota di Reading» in quanto il manoscritto in cui è copiato proviene dall’omonima città del Berkshire). Si tratta di un canone (rota) a sei voci, il più antico di cui si abbia notizia; si evolve nel modo lidio, assimilabile al moderno fa maggiore, e in tempus perfectum (ritmo ternario), fluente e ben cadenzato: grazie a queste caratteristiche risulta assai gradevole anche alle orecchie più refrattarie alle polifonie arcaiche. Fra Sumer is icumen in e il Catalogue d’oiseaux di Olivier Messiaen intercorrono settecento anni. Sette secoli di composizioni musicali ispirate dal canto degli uccelli: l’elenco è cospicuo. |
Sumer is icumen in eseguito dallo Hilliard Ensemble |
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Il compositore rinascimentale francese Clément Janequin (c1485 - 1558) dedicò una chanson all’allodola, un’altra all’usignolo, e all’intera fauna avicola quella che forse è la più famosa di tutte: Resveillez vous, cueurs endormis, meglio nota per l’appunto come le Chant des oyseaulx. I testi di questi brani contengono moltissime onomatopee di gusto quasi futurista: Ti ti pity, chou thi thouy Giusto per completare il quadro, Janequin mise in musica altresì il chiacchiericcio delle comari (le Caquet des femmes), suoni e rumori di una spedizione venatoria (la Chasse), l’animazione delle strade di una grande città (les Cris de Paris), e le concitate fasi d’una famosa battaglia (la Guerre ovvero la Bataille de Marignan). |
Resveillez vous, cueurs endormis (le Chant des oyseaulx) di Janequin eseguito dall’Ensemble «Clément Janequin» La Guerre (la Bataille de Marignan) di Janequin |
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Dei pennuti che hanno prestato la propria voce alla musica, il cuculo è fra quelli che vantano un gran numero di presenze, tanto da comprimario quanto da solista virtuoso. Dopo aver partecipato ai festeggiamenti per il ritorno dell’estate in Sumer is icumen in, accompagna alla conclusione le Chant des oyseaulx, apparentemente dando un senso di pace alla chiusa del brano, ma in realtà con intento malizioso: in questa chanson d’amore, ultimo viene il cocu («la femelle de cet oiseau ayant une reputation d’infidelité», attesta il Dictionnaire Larousse). Poi fa qualche apparizione più o meno fugace in famose sinfonie, come per esempio la Pastorale di Beethoven, la Prima di Mahler e perfino la Sinfonia dei giocattoli ovvero Berchtoldgaden Musick, composta a quanto si dice da Edmund Angerer (1740 - 1794), monaco benedettino del convento di Fiecht, nel Tirolo. Il cucù ha un ruolo da coprotagonista in un concerto di Händel per organo e orchestra, detto The Cuckoo and the Nightingale, nonché nel Carnaval des animaux. Saint‑Saëns pone il cucù «in fondo al bosco»: un severo corale, eseguito dai pianisti, è infatti punteggiato dagli interventi del perfido volatile, il cui verso è affidato a un clarinetto suonato en coulisse, cioè dietro le quinte. |
Johann Kaspar Kerll (1627-1693): Capriccio sopra il cucù; Capricciata e Contrappunto bestiale alla mente di Banchieri; |
[continua]
Scritto nel 1994, riveduto, ampliato e dedicato a Emyly Cabor di Riva Ombrosa.