A proposito della passacaglia

Questo articolo è stato ispirato da Antartica e perciò a lei dedicato.

Passacaglia è il nome generico di una danza secentesca di origine spagnola e della forma musicale tradizionalmente associata alla danza stessa, in ritmo ternario e di andamento lento. Fra Seicento e Settecento la passacaglia si affermò nella musica d’arte assumendo la forma di variazioni sopra un tema, sopra uno schema armonico o sopra un basso ostinato; sotto il profilo musicale, la passacaglia è di fatto simile alla ciaccona, tanto che a lungo i due termini furono considerati equivalenti.
Numerosi musicisti si sono dedicati alla composizione di passacaglie; uno dei primi è Girolamo Frescobaldi:


Nell’ambito della musica teatrale, una passacaglia assai nota si trova nel V atto dell’Armide di Lully:


La Passacaglia con Fuga BWV 582 di Bach è uno dei più grandi capolavori della musica organistica d’ogni tempo:


Fra le passacaglie più celebri va annoverata quella in sol minore di Georg Friedrich Händel; fa parte di una Suite per clavicembalo (la n. 7, HWV 432) ed è una passacaglia sui generis perché ha ritmo binario anziché ternario. La versione originale suona così:


Nel 1897, quasi centoquarant’anni dopo la morte di Händel, il compositore norvegese Johan Halvorsen elaborò un adattamento per violino e viola della Passacaglia in sol minore:


Tanto della versione originale di Händel quanto della rielaborazione di Halvorsen esi­stono vari arrangiamenti per strumenti diversi. Fino a qualche anno fa, un adat­tamento per arpa (eseguito da Anna Palomba Contadino) era ben noto agli abbonati Rai:


Un’altra famosa passacaglia si trova nel IV movimento del Quintettino op. 30 n. 6 di Luigi Boccherini, noto anche come Musica notturna delle strade di Madrid:


È una passacaglia il Finale della Quarta Sinfonia di Brahms, costituito da una serie di 32 variazioni sopra il tema del coro conclusivo («Meine Tage in dem Leide») della cantata Nach dir, Herr, verlanget mich BWV 150 di Bach.


La passacaglia che costituisce il III movimento del Trio per violino, violoncello e pianoforte di Ravel è un brano di straordinaria intensità:


Troviamo una passacaglia, poi, fra i capolavori della musica del Novecento: è l’opus 1 di Anton Webern:


12 pensieri riguardo “A proposito della passacaglia

  1. Grazie per questa full immersion nel mondo delle passacaglie (e anche per la dedica; un pensiero che apprezzo). 😊
    le ho ascoltate tutte (anche se non tutte per intero, alcune non mi hanno presa). Mi sono piaciute quella di Lully e quella di Ravel. C’è poco da fare: puoi metterci tutti i clavicembali e i fiati che vuoi, ma se in un brano introduci anche solo un arco…diventa tutta un’altra musica (giusto per restare in tema). 😉 E’ come se gli archi sapessero restituire in note la voce dell’anima; sono strumenti speciali. 🥰

    Quanto a quella di Händel, non conoscevo la versione originale (che mi sembra un pochino scarna). Preferisco quella adattata e suonata dal violino e dalla viola (odio il suono dell’arpa da quando, come coro, siamo stati costretti a cantare con uno stuolo di arpe e, per l’occasione, avevamo dovuto imparare dei brani orridi di Benjamin Britten…che, infatti, non eravamo neanche riusciti ad imparare bene).

    Grazie ancora per il piacevole ascolto e per la spiegazione approfondita. 😊

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          1. Infatti, avevamo fatto quasi tutti i brani della “Ceremony”. Di Britten conosco solo quelle (fatte bene sono anche gradevoli ma noi eravamo un coro di non professionisti); cercherò i brani che mi hai segnalato. 🙂

            Ormai il coro è acqua passata. 🙄

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