Scacco matto

Sir Arthur Bliss (1891 - 27 marzo 1975): Checkmate, balletto in 1 scena con un prologo (1937). Royal Scottish National Orchestra, dir. David Lloyd-Jones.

  1. Prologue. The Players: Moderato maestoso
  2. Dance of the red Pawns: Allegro con spirito, scherzando [5:26]
  3. Dance of the Four Knights: Allegro moderato sempre robustamente [7:52]
  4. Entry of the Black Queen: L’istesso tempo [11:42]
  5. The Red Knight’s Mazurka: Moderato giojosamente [17:13]
  6. Ceremony of the Red Bishops: Largamente (misticamente) [20:51]
  7. Entry of the Red Castles: Allegro molto deciso [23:03]
  8. Entry of the Red King and Queen: Grave [25:27]
  9. The Attack: Allegro impetuoso e brillante [27:14]
  10. The Duel: Maestoso moderato e molto appassionato [34:17]
  11. The Black Queen dances: Allegretto dispettoso [42:43]
  12. Finale. Checkmate: Andante poco sostenuto – Allegro vivace e feroce [46:26]

6 pensieri riguardo “Scacco matto

    1. Sì, qualcuno aveva conseguito un’apposita dispensa. Quelli che non l’avevano rischiavano di finire nelle grinfie di Boulez, il quale sentenziava “Chi oggi compone musica tonale è un morto che cammina”. Ma c’è anche chi non ci ha badato troppo: Thomas Pasatieri, che fra pochi mesi compirà ottant’anni, ha continuato a comporre opere liriche in stile pucciniano, incurante del fatto che un critico avesse definito la sua musica “uno scroscio di urina profumata”.

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  1. Buongiorno, caro Claudio, grazie mille di aver condiviso questa gloriosa e spettacolare musica di balletto, davvero un’interpretazione avvincente! 😊

    Bliss nacque a Londra nella famiglia dell’uomo d’affari Francis Edward Bliss e di sua moglie Agnes Davis. Fin da piccolo, il giovane fu spinto dal padre a coltivare l’amore per le arti e, di conseguenza, fu iscritto prima alla scuola preparatoria Bilton Grange di Rugby e successivamente al Pembroke College di Cambridge, dove intraprese studi classici.

    In parallelo, prese lezioni private di musica con Charles Wood e, dopo la laurea nel 1913, frequentò per un anno il Royal College of Music di Londra, dove studiò composizione con Sir Charles Villiers Stanford, il quale fu per lui poco stimolante, spingendolo a trovare ispirazione da Ralph Vaughan Williams e Gustav Holst, ma anche dai compagni di studio Herbert Howellss, Eugene Goossens e Arthur Benjamin.

    Durante la sua breve permanenza presso l’istituto, Bliss si avvicinò alla musica della Seconda Scuola Viennese e al repertorio della compagnia dei “Ballets Russes” di Diaghilev, scoprendo anche diversi pezzi di Debussy, Ravel e Stravinsky.

    Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, il giovane si unì all’esercito, servendo prima in Francia come ufficiale dei Royal Fusiliers e, dal 1917, nelle Grenadier Guards. Il suo coraggio gli valse una menzione d’onore, anche se fu ferito ben due volte e intossicato da gas una volta.

    Nonostante avesse iniziato a comporre fin dagli anni studenteschi, Bliss soppresse le sue opere giovanili e, a eccezione della Pastorale (1916) per clarinetto e pianoforte, considerò l’opera Madam Noy (1908) come la sua prima composizione ufficiale.

    Con la fine del conflitto, la sua carriera conobbe un rapido sviluppo, anche perché scriveva pezzi molto apprezzati dal pubblico britannico, per la loro freschezza, la loro destinazione a formazioni insolite e le loro influenze moderniste. Tra questi, si ricordano un Concerto per voce di tenore senza parole, pianoforte e archi (1920) e Rout per soprano senza parole ed ensemble da camera.

    Nel 1919, invece, iniziò ad arrangiare varie musiche di scena da opere elisabettiane, dirigendo anche una serie di concerti domenicali presso il Lyric Theatre di Hammersmith. La sua A Colour Symphony (1922) – scritta per il Three Choirs Festival – lo fece affermare a livello internazionale, annoverandolo nel novero dei compositori “seri”, come affermò il Times.

    L’anno successivo, Bliss si recò negli Stati Uniti, dove lavorò per due anni come direttore d’orchestra, insegnante, pianista e critico musicale.

    Ritornato in patria, il compositore iniziò a scrivere pezzi nella tradizione musicale inglese, lasciandosi alle spalle l’influenza modernista. Esempi di questa nuova fase sono l’Introduction and Allegro (1926, dedicata alla Philadelphia Orchestra e a Leopold Stokowski) e l’Hymn to Apollo (1926, dedicato alla Boston Symphony e a Pierre Monteux).

    Agli anni ’30, invece, risalgono Pastoral (1930), Morning Heroes per narratore, coro e orchestra (1930, scritta nella speranza di esorcizzare lo spettro del conflitto), il Quintetto per clarinetto (1932, scritto per Frederick Thurston) e la Viola Sonata (1933, scritta per Lionel Tertis). Si ricordano anche la musica per il film Things to Come (1936) di Alexander Corda e la musica per il balletto Checkmate (1937).

    A partire dalla nuova decade, la musica di Bliss iniziò gradualmente a essere eclissata dalle opere dei più giovani Benjamin Britten e William Walton. A questo periodo, risale la sua ultima opera di grande respiro, il Concerto per pianoforte (1939), eseguito in prima assoluta all’Esposizione Universale di New York.

    Dopo l’esecuzione, il compositore decise di stabilirsi nuovamente negli Stati Uniti, iniziando a lavorare come insegnante all’Università della California ma, nel 1941, si prese di coraggio e fece ritornò nel suo paese. Qui dapprima lavorò come impiegato del servizio musicale estero della BBC e poi come direttore musicale dell’emittente (1942-1944), facendo anche parte del comitato musicale del British Council.

    Una volta dimessosi dal suo incarico alla BBC, Bliss ritornò a comporre, stavolta dedicandosi alla musica per film e ai due balletti Miracle in the Gorbals (1944) e Adam Zero (1946). Al 1948, invece, risale l’opera The Olympians, la quale conobbe diverse rappresentazioni di successo.

    Due anni più tardi, il compositore fu nominato cavaliere e, nel 1953, “Master of the Queen’s Music”, venendo incaricato di scrivere musica per le importanti occasioni di stato.

    Nel 1956, Bliss guidò la prima delegazione di musicisti britannici in URSS dalla fine della Seconda Guerra mondiale e, due anni più tardi, fu nominato membro della giuria del Concorso Internazionale “Tchaikovsky”.

    Accanto a tutti questi incarichi, il compositore non trascurò mai la composizione per tutti gli anni ’50 e ’60, scrivendo il Quartetto per archi n° 2 (1950), la scena The Enchantress (1951, composta per il noto contralto Kathleen Ferrier), una Sonata per pianoforte (1952) e un Concerto per violino (1955).

    Si ricordano anche le Meditations on a Theme by John Blow (1955), un’opera per la televisione basata sul racconto biblico di Tobia e l’Angelo (1956-1960), la cantata The Beatitudes (1961) e i grandi pezzi corali Mary of Madgala (1962) e The Golden Cantata (1963).

    Nei suoi ultimi due decenni di vita, infine, scrisse un Concerto per violoncello (1970, composto per Mstislav Rostropovich), le Metamorphic Variations (1972) per orchestra e la cantata Shield of Faith (1974) per soprano, baritono, coro e organo, composta in occasione del 500° anniversario della nascita della St. George’s Chapel, ambientando poesie appartenenti a ciascuno dei secoli in cui è esistita la cappella.

    Il balletto Checkmate fu creato in collaborazione con la coreografa Ninette de Valois per il Vic-Wells Ballet e fu eseguito in prima assoluta dall’Orchestre Lamoureux, diretta da Constant Lambert, il 15 giugno 1937 presso il Théâtre des Champs-Élysées nella capitale francese. Sempre nello stesso anno, precisamente il 5 ottobre, la musica ricevette la sua prima esecuzione radiofonica sulla BBC.

    Ancora oggi, esso viene considerato una pietra miliare del repertorio ballettistico inglese, venendo eseguito con regolarità dal Royal Ballet e dal Birmingham Royal Ballet.

    Dopo la Prima Guerra Mondiale, Bliss si affacciò maggiormente al mondo del balletto, in particolare dopo aver assistito a diverse rappresentazioni della compagnia dei “Ballets Russes” di Diaghilev nella capitale inglese.

    Il balletto rappresenta i pezzi degli scacchi che si animano e recitano emozioni umane. La storia, in particolare, riguarda l’amore del Cavaliere Rosso per la Regina Nera.

    Nel prologo, sono introdotti due giocatori di scacchi, pronti a combattere, ossia il giocatore in oro (l’Amore, collocato sul lato rosso della scacchiera) e il giocatore in nero (la Morte, collocato sul lato nero).

    Il balletto inizia con l’ingresso delle Pedine Rosse sulla scacchiera, raggiunte successivamente dai Cavalieri Rossi e dai Cavalieri Neri. Questi ultimi si prostrano all’entrata della Regina Nera, la quale incute loro terrore. La sovrana fa delle avances al Cavaliere Rosso e gli lancia una rosa, facendolo infatuare di lei. Arriva anche il Re Rosso, malato e bisognoso di assistenza.

    La prima “partita” termina con uno “scacco” della Regina Nera al Re Rosso e ciò porta al duello tra la Regina Nera e il Cavaliere Rosso, con quest’ultimo vincitore. Tuttavia, non riesce a ucciderla e si perde nel ricordo della rosa della regina, la quale ne approfitta e lo pugnala a morte.

    La regina si rivolge quindi al Re rosso, facendolo circondare dalle sue forze. Il sovrano ha un ultimo ricordo della sua giovinezza, prima che la sovrana lo pugnali mortalmente alla schiena con una lancia, dichiarando lo “scacco matto” finale.

    Buona giornata e a presto!

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